Mercoledì le scuole sono rimaste chiuse, i treni non hanno circolato, il personale è stato assente dagli uffici. Un “mega-sciopero” per chiedere una migliore retribuzione e contro il governo conservatore del Regno Unito.


Le scuole sono rimaste chiuse, i treni e gli altri mezzi di trasporto pubblico non si sono mossi, il personale era assente dagli uffici statali e da vari servizi pubblici. Queste sono le immagini che riassumono l’impatto di quello che alcuni definiscono un mega strike, “mega sciopero”, nel Regno Unito.

Si stima che più di mezzo milione di lavoratori si siano uniti alla protesta per mettere in atto la più grande mobilitazione sindacale registrata nel Regno Unito nell’ultimo decennio: bisogna risalire al 2011 per trovare uno sciopero simile, quando più di un milione di lavoratori del settore pubblico hanno lanciato uno sciopero di un giorno riguardante le pensioni.

Questo mercoledì lo sciopero è stato mosso da un appello congiunto che ha coordinato diversi scioperi indetti da diversi sindacati raggruppati nella federazione sindacale TUC. La richiesta è di aumenti salariali a fronte di un preoccupante aumento del 14% del costo della vita e contro gli attacchi del Partito Conservatore al diritto di sciopero, in particolare la richiesta di abrogazione del Labour Bill per limitare ulteriormente il diritto di sciopero nel paese. Quest’ultima richiesta conferisce allo sciopero un carattere più politico.

Tra i settori che hanno scioperato ci sono i ferrovieri, i macchinisti appartenenti ai sindacati ASLEF e RMT (Rail, Maritime and Transport Workers, trasporti e marittimi), gli insegnanti appartenenti al Sindacato Nazionale dell’Educazione (NEU), 70.000 insegnanti, bibliotecari e ricercatori di 150 università che si uniranno a una manifestazione del Sindacato delle Università e dei College (UCU).

Sebbene ogni settore abbia le proprie richieste, sono uniti nella richiesta di aumenti salariali per sconfiggere l’inflazione che da mesi supera il 10% (10,5% a dicembre), il che significa che molte famiglie di lavoratori dipendono dai banchi alimentari per potersi sfamare.

Questa situazione ha portato a diversi mesi costellati da scioperi da parte di vari settori, tra cui quello degli infermieri che a dicembre hanno lanciato il primo sciopero nazionale negli oltre 100 anni di storia del loro sindacato.

Da mesi si susseguono scioperi nel Regno Unito e, sebbene in molti casi ciò influisca sulla vita di milioni di persone che utilizzano i trasporti pubblici o altri servizi, il sostegno alle proteste rimane maggioritario. Il 59% dei britannici sostiene lo sciopero degli infermieri e il 43% quello degli insegnanti, secondo un sondaggio di Public First pubblicato da Politico.

In una dichiarazione di mercoledì, le organizzazioni dei genitori hanno dichiarato di “sostenere” il movimento, sottolineando “le conseguenze di anni di finanziamenti insufficienti” nelle scuole.

La risposta del governo conservatore di Rishi Sunak continua a essere quella di giocare duro nei negoziati, insistendo sul fatto che non ci sono i soldi per concedere gli aumenti salariali richiesti. Nel settore sanitario, ad esempio, ha rifiutato di aumentare la sua offerta del 4,5-5%, mentre l’inflazione è salita al 14%. Al settore ferroviario è stato offerto il 9% in due anni, una proposta che è stata rifiutata dai lavoratori.

Nonostante la politica dei vertici sindacali che si rifiutano di chiedere un’azione congiunta di tutti i settori in lotta e per un periodo indefinito fino a quando le loro richieste non saranno soddisfatte, i lavoratori continuano a votare ogni giorno per nuove azioni e in ognuna di esse si percepisce lo spirito di solidarietà.

Il mega sciopero di mercoledì scorso è stato l’espressione della forza che i lavoratori hanno e che è possibile trionfare e ottenere le loro richieste.

Diego Sacchi

Traduzione da La Izquierda Diario

Nato a Buenos Aires nel 1977, membro del Partido de Trabajadores Socialistas dal 1994. Giornalista, redattore della sezione internazionale de La Izquierda Diario ed editorialista di questioni internazionali per il programma radiofonico El Círculo Rojo.