Storico risultato del ripudio e della mobilitazione di massa contro il governo Milei: la legge “Omnibus” è stata ritirata. Si tratta di continuare la lotta per respingere anche l’applicazione del decreto-legge “d’urgenza” emanato da Milei.


L’annuncio è arrivato dopo la quarta interruzione dei lavori parlamentari sulla Ley Omnibus, richiesta dal governo in preda a una emorragia di voti favorevoli durante la sessione. Hanno accusato l’opposizione di “rompere gli accordi”. La legge, così, è caduta completamente. Subito sono scoppiati festeggiamenti fuori il parlamento per aver respinto un attacco profondamente antipopolare, centrato contro la classe lavoratrice. La mobilitazione messa in atto dalle assemblee di quartiere, dal coordinamento “Unidos x la Cultura”, dalle organizzazioni sociali, dai sindacati combattivi e dalla sinistra è stata fondamentale. Resistendo alla repressione per diversi giorni, hanno contribuito molto a delegittimare la legge. È necessario approfondire l’organizzazione e la lotta per sconfiggere l’intero piani di tagli e privatizzazioni.

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Il governo nazionale ha subito una pesante sconfitta parlamentare questo martedì pomeriggio, nell’ambito della discussione in particolare sulla Legge Omnibus. Dopo una quarta interruzione richiesta dallo stesso governo, il deputato Oscar Zago (di La Libertad Avanza, il partito del presidente Javier Milei) ha chiesto che la legge tornasse in commissione.

Questo comporta una grave crisi politica per il governo nazionale, che ha spinto molto per la legge e si è impegnato in frenetiche trattative con la cosiddetta opposizione collaborazionista. I blocchi PRO, UCR e Hacemos Coalición Federal [ali di destra e centro-destra, ndt] sono stati fondamentali per il governo per ottenere l’approvazione generale sulla legge.

Questo martedì, tuttavia, le tensioni esistenti sono diventate evidenti. Sebbene siano riusciti ad approvare vari punti specifici di applicazione della legge, non sono riusciti ad approvare i poteri speciali governativi in diverse aree di intervento, lasciando la situazione in un limbo.

La battuta d’arresto è enorme. Infatti, è come se la legge non fosse mai esistita. Vale a dire che l’approvazione generale, ottenuta venerdì scorso, non conta. Un’approvazione che è stata garantita mentre veniva messa in atto una brutale repressione contro migliaia e migliaia di persone in manifestazione per diversi giorni fuori dal Congresso, con diversi feriti raggiunti da proiettili di gomma sparati selvaggiamente ad altezza uomo.

Questa mobilitazione ha avuto un ruolo fondamentale nel delegittimare l’azione del Congresso. La partecipazione attiva delle assemblee di quartiere, del coordinamento di lavoratori intellettuali e studenti Unidos x la Cultura, delle organizzazioni sociali, dei sindacati combattivi e della sinistra è stata essenziale.

A partire dalla sinistra anticapitalista del FIT-U, che ha animato la resistenza alla Ley Omnibus dentro e fuori il Parlamento, l’opposizione sociale non ha tempo per riposarsi: si tratta ora di rispedire al mittente anche il decreto-legge “d’urgenza” (DNU) che, sfruttando i margini di scavalcamento del parlamento che ha il presidente argentino, prova ad anticipare una serie di misure antipopolari e contro la classe lavoratrice, a partire dalla criminalizzazione delle manifestazioni.

Di seguito, due delle dichiarazioni dei parlamentari del FIT-U, il blocco parlamentare della sinistra anticapitalista argentina, di cui fa parte il PTS, partito di Nicolas de Caño e Myriam Bregman.

Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.