Mentre l’ultimatum dell’ECOWAS scadeva il 6 agosto scorso, un intervento militare imminente in Niger farebbe precipitare la regione in un conflitto sanguinoso, nell’interesse dell’imperialismo francese e occidentale. La Francia e le grandi potenze fuori dall’Africa! Diffondiamo di seguito la dichiarazione elaborata da Révolution Permanente, giornale e gruppo politico francese fratello della Voce delle Lotte-FIR.


Dopo il colpo di stato della giunta militare in Niger del 26 luglio, il pericolo di un conflitto militare in Africa occidentale è aumentato. L’attuale presidente, Mohamed Bazoum, fedele fantoccio dell’imperialismo francese (e quindi dell’Unione Europea) e degli Stati Uniti, è stato deposto e sequestrato dai golpisti e il generale Omar Tchiani ha assunto la guida del paese. Questa azione è stata denunciata da tutte le potenze occidentali, in particolare da Francia e Stati Uniti, che hanno sospeso tutti gli “aiuti allo sviluppo” concessi al paese, condannando le masse del Niger a una miseria ancora maggiore e dimostrando che tali aiuti sono prima di tutto un mezzo per esercitare pressioni politiche.

 

Un putsch basato sulla rabbia per l’imperialismo francese

Fino ad oggi, il Niger è stato considerato un polo di stabilità al servizio dei piani dell’imperialismo occidentale ed è stato persino un elemento chiave della politica statunitense e francese nel Sahel. Gran parte delle truppe francesi cacciate dal Mali dopo il colpo di stato del 2021 sono state riassegnate in Niger, dove sono di stanza 1.000 soldati americani e 1.500 francesi. Con il pretesto della “guerra al terrorismo” e della stabilizzazione di una regione povera in cui prosperano gruppi para-militari, questa presenza militare è essenzialmente finalizzata alla difesa degli interessi delle grandi multinazionali.

Sebbene il Niger sia ricco di petrolio, uranio e oro, è uno dei paesi più poveri del mondo a causa di questo saccheggio imperialista. In quest’area, la Francia ha svolto un ruolo storico nel saccheggiare le ricchezze dei paesi della regione con ogni mezzo economico, monetario, geopolitico e militare e ha contribuito, insieme alle borghesie africane complici, a rendere l’Africa occidentale e il Sahel una delle regioni più povere del mondo. In Niger, ad esempio, l’imperialismo francese continua a sfruttare l’uranio attraverso Orano (ex Areva), mentre fino a poco tempo fa era Bolloré a occuparsi della logistica che permetteva ai prodotti nigerini di trovare sbocco nei porti del Benin e della Costa d’Avorio. Dopo il Mali e il Burkina Faso, quest’ultimo colpo di stato ha ulteriormente destabilizzato gli interessi francesi nel Sahel.

Come nei precedenti colpi di stato, i golpisti fanno demagogicamente leva sul sentimento di ostilità nei confronti della potenza (neo)coloniale francese, che hanno fedelmente servito per anni sulle spalle della popolazione, per ottenere il sostegno popolare. Dietro la loro retorica, tuttavia, la realtà di questo colpo di stato rimane quella di conflitti tra cricche all’interno dell’apparato militare e statale per il controllo di quest’ultimo. Sebbene i golpisti facciano affidamento sul legittimo sentimento anticoloniale e antifrancese presente nella popolazione, non agiscono in nome dell’emancipazione del popolo nigerino, ma per fare pressione sugli alleati francesi e americani e diversificare il loro sostegno cercando di rivolgersi a Cina e Russia.

Se la finzione della democrazia costruita dalle borghesie africane con il sostegno della Francia porta una parte della popolazione a sostenere i putschisti, non si può riporre alcuna fiducia nei putschisti al potere in Niger, così come in tutte le fazioni degli eserciti dei paesi dell’Africa occidentale che hanno preso il potere in Mali o in Burkina Faso. Come nel resto della regione, solo una vera democrazia per i lavoratori e il popolo nigerino può portare a un’autentica autodeterminazione, abolendo tutti i meccanismi di dipendenza economica e politica dalle grandi potenze, a partire dall’abolizione del franco CFA, il debito estero che funge da meccanismo di saccheggio delle ricchezze, imponendo il monopolio del commercio estero e l’esproprio di tutti i principali gruppi economici per metterli al servizio del popolo nigerino.

 

No all’intervento militare dell’ECOWAS al servizio degli interessi imperialisti!

In un momento in cui le debolezze dell’imperialismo francese sono state messe a nudo dalle successive umiliazioni in Burkina Faso e in Mali, il governo di Macron si sta preparando alla possibilità di un conflitto militare per estromettere i putschisti. Nella regione esistono due blocchi contrapposti. Da un lato, la Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (ECOWAS), una marionetta dell’imperialismo francese, ha già imposto dure sanzioni economiche e commerciali al Niger e ha dato ai leader del colpo di stato un ultimatum per porre fine alla loro avventura, minacciando di usare la forza. Questo ultimatum scade domenica e gli alleati regionali dei putschisti, le giunte militari al potere in Mali e Burkina Faso, sostenute da Russia e Cina, hanno avvertito che “qualsiasi intervento militare equivarrebbe a una dichiarazione di guerra”.

Per il momento, Senegal, Costa d’Avorio e Nigeria hanno minacciato di intervenire via terra e via aria e di paracadutare truppe a Niamey. A inizio agosto questi paesi hanno dichiarato di aver messo a punto un piano di intervento in una riunione ad Abuja, in Nigeria, che condivide un ampio confine con il Niger a nord e da cui sarebbe partito un intervento di terra. La Francia non si preoccupa nemmeno di nascondere la sua partecipazione attiva a questo possibile intervento. “Dobbiamo prendere molto sul serio la minaccia di un intervento”, ha avvertito il giorno successivo Catherine Colonna, Ministra degli Affari Esteri francese. Pur non avendo intenzione di impegnare truppe, la Francia si sta preparando a supervisionare un’operazione per procura al servizio dei propri interessi.

Al di fuori dell’ECOWAS, il presidente algerino Tebboune si è dichiarato contrario a qualsiasi intervento militare in Niger. Allo stesso modo, all’interno dei paesi che sembrano più pronti a rovesciare i putschisti con la forza delle armi, stanno emergendo delle contraddizioni. Ad esempio, la maggioranza del Senato nigeriano si dice contraria al desiderio del Presidente Tinubu (che presiede anche l’ECOWAS) di inviare l’esercito per invadere il Niger. Tuttavia, l’Africa occidentale è una polveriera e mancano poche ore alla scadenza dell’ultimatum dell’ECOWAS [il 6 agosto scorso, ndt].

Qualsiasi intervento militare farebbe precipitare la regione in un conflitto sanguinoso, in un momento in cui una parte della popolazione della capitale nigerina è scesa in piazza negli ultimi giorni per sostenere il governo putschista di fronte a un potenziale intervento straniero. L’attuale conflitto riflette la continuazione nel continente africano del conflitto strategico tra il blocco UE/NATO e l’alleanza informale tra Russia e Cina. I primi a rimetterci in questo conflitto tra diversi interessi espansionistici sono le popolazioni dei vari paesi dell’Africa occidentale, primo fra tutti il Niger.

La Francia nasconde i suoi interessi dietro la difesa della cosiddetta “democrazia”, che è la prima a disattendere destabilizzando gli stati, sostenendo colpi di stato come in Ciad e saccheggiando la regione, il tutto sotto stretta sorveglianza militare. Che si tratti di elezioni o di colpi di stato, ciò che conta per la Francia è avere a disposizione regimi docili. D’altra parte, le varie giunte militari alleate della Russia si nascondono dietro un altrettanto ipocrita “antimperialismo”. L’autentica liberazione dalla dominazione imperialista e lo sradicamento della povertà possono essere raggiunti solo dai lavoratori, dalle lavoratrici e dalle classi popolari dell’Africa occidentale, che sono gli unici a poter eliminare tutte le giunte e i governi corrotti al soldo delle grandi potenze. L’insieme delle classi popolari del continente deve opporsi a qualsiasi forma di intervento militare in Niger e prendere in mano la situazione contro la casta militare che vuole solo gettarle ai piedi di un nuovo padrone.

In Francia, il movimento operaio e la sinistra devono opporsi a tutte le sanzioni e all’intervento militare, non per “ripensare” la relazione imperialista con il Niger, come proposto dalla France Insoumise in una tribuna e difeso dalla sinistra istituzionale, ma per porre fine a qualsiasi presenza francese, sia militare che economica, al servizio del saccheggio delle risorse del continente.

Abbasso la Françafrique!

No alle sanzioni che impoveriscono il popolo del Niger!

No all’intervento militare dell’ECOWAS in nome degli interessi imperialisti!

I soldati francesi fuori dall’Africa! Le multinazionali fuori dall’Africa! Abbasso l’imperialismo e i meccanismi che perpetuano la dominazione neocoloniale, come il debito estero e il franco CFA!

Per una via d’uscita indipendente da tutte le potenze e nelle mani dei lavoratori e delle classi popolari dell’Africa occidentale!

 

Dichiarazione di Révolution Permanente

La Voce delle Lotte ospita i contributi politici, le cronache, le corrispondenze di centinaia compagni e compagne dall'Italia e dall'estero, così come una selezione di materiali della Rete Internazionale di giornali online La Izquierda Diario, di cui facciamo parte.