Il Trono di Spade è una serie TV che si presta a passare alla storia con grande facilità: ogni episodio delle nuove stagioni costa alla produzione circa 10 milioni di dollari, è visto nei soli Stati Uniti da 20 mln di persone in diretta (senza considerare chi alla stessa diretta assiste tramite siti di streaming online in tutto il mondo), trasmesso in 170 paesi. Lo show ha vinto 38 premi Emmy classificandosi come la serie più premiata dall’Academy della TV. Il set è praticamente internazionale: buona parte delle scene sono girate in Irlanda del Nord, ma non mancano spostamenti verso Spagna, Malta, Marocco, Islanda, Svezia, Croazia.

L’universo raccontato dallo show è quello ideato dalla mente di George R.R. Martin, autore della corrispettiva saga letteraria. Martin, che prima era uno sceneggiatore televisivo, decise di dedicarsi alla stesura dei libri per dare spazio ad un universo che gli sembrava troppo ampio e poco adatto al piccolo schermo.

[Chi segue già la serie può saltare da qui… 
Sostanzialmente la trama gira intorno all’avvicendarsi di varie casate sul Trono di Spade, dal quale sono governati i Sette Regni in cui è diviso Westeros, il Continente Occidentale, uno dei quattro continenti del mondo conosciuto. Al nord i Sette Regni sono presidiati dalla Barriera popolata da soldati che hanno prestato giuramento di fedeltà al loro impegno, castità e legame eterno a quell’ambiente freddo e spartano.
La Barriera è tuttavia necessaria per difendersi dagli attacchi di due nemici: i Bruti e gli Estranei. I primi, che fra loro si identificano come Popolo Libero per distinguersi dagli occidentali che si inginocchiano dinnanzi ai re, sono eredi dei Primi Uomini, vivono organizzati in clan all’interno dei quali vige una peculiare indipendenza della donna che è addestrata a combattere al pari degli uomini. Sono considerati ladri e barbari dagli occidentali, ma non per loro fu innalzata inizialmente la Barriera, resasi necessaria per difendersi da un nemico ben più temibile: gli Estranei. Creature umanoidi sconfitte migliaia di anni prima, che tornano ad essere avvistate all’inizio delle vicende narrate. La minaccia, sottovalutata e pressoché sconosciuta durante le precedenti stagioni, incombe ora imminente e trova il Continente Occidentale impreparato a combatterla, perché dilaniato dai sanguinosi conflitti di potere che imperversano senza tregua.

All’inizio delle vicende narrate sul trono siede Robert Baratheon, il quale aveva dato vita ad una ribellione per allontanare dal governo il Re Folle, Aerys Targaryen.
Robert è fraterno amico di Ned Stark e decide di chiamarlo ad Approdo del Re (capitale dei Sette Regni) come Primo Cavaliere, carica di grande potere che sente di dover far ricoprire ad una persona fidata.
Approdo del Re per tutta la narrazione precipiterà sempre di più dalla sua passata gloria, tramutandosi in una fogna a cielo aperto con la popolazione ridotta alla fame, spie delle varie casate posizionate un po’ ovunque e bordelli ad ogni angolo che conferiscono a personaggi che vivono nell’ombra un grande e determinante potere.
Ned Stark quando viene chiamato nella capitale è governatore del Nord, padre di diversi figli fra cui uno illegittimo, Jon Snow, il quale viene spedito alla Barriera a prestare giuramento.

Giunto ad Approdo del Re, Ned si trova a scontrarsi con varie congiure nelle quali è implicata la stessa regina, Cercei Lannister.
I Lannister sono la casata più ricca e, in qualche modo, si ritrovano sempre ad occupare un ruolo chiave nel governo del continente. Prima che Robert diventasse re erano stati alleati dei Targaryen, macchiandosi poi di tradimento per mano del fratello di Cercei per questo conosciuto come lo Sterminatore di Re.
L’infelice matrimonio tra Cercei e Robert si concluderà con la morte di quest’ultimo ordita dalla stessa moglie, i quali figli sono stati in realtà concepiti come frutto di una relazione incestuosa con il sopramenzionato fratello e si avvicenderanno sul trono.
Durante il regno dell’ultimo di loro, Approdo del Re cade sotto l’influenza dell’Alto Passero, un leader religioso che professa ortodossia, umiltà e povertà, ma anche un’inflessibilità che metterà in ginocchio i potenti della città prima di essere definitivamente soppresso.

Nel frattempo si sviluppa la storia parallela di Daenerys, ultima dei Targaryen data in sposa contro la sua volontà al capo di una tribù guerriera del continente Orientale. La ragazza è uno dei personaggi più interessanti perché conosce un’evoluzione radicale: adattatasi alla vita da nomade e rimasta precocemente vedova, prende il controllo della tribù e costruisce un esercito liberando varie città di schiavi. È invulnerabile al fuoco, esce indenne da una pira funeraria allestita per il marito, la quale restituisce però la vita a tre uova di drago datele in dono. Nascono tre draghi, i primi da secoli, che alimentano il mito di questa figura sempre più carismatica pronta a marciare verso l’Occidente e a riprendere ciò che le spetta in quanto ultima Targaryen: il Trono.

Al Nord, invece, Jon Snow in seguito a vari capovolgimenti che lo conducono a confrontarsi col Popolo Libero e ad imparare molto da loro, diventa leader dei Guardiani della Notte che vigilano sulla Barriera. I suoi tentativi di introdurre i principi libertari del popolo dei Bruti agli occidentali lo conducono ad essere considerato un traditore e ad essere a sua volta tradito e ucciso. A salvare anche questo personaggio –insieme a Daenerys uno dei più amati- dalla fine destinatagli è ancora una volta l’elemento fantastico della serie. Jon viene infatti resuscitato da Melisandre, una sacerdotessa che si trova sulla Barriera al momento in seguito alla sconfitta del re da lei supportato nel Gioco dei Troni: Stannis, uno dei fratelli di Robert che avevano formato due eserciti differenti e nemici alla sua morte per riportare i Baratheon sul trono. I due non sono gli unici aspiranti re che vedranno fallire i propri scopi: anche il figlio maggiore di Ned Stark, Robb, tenterà di lanciarsi all’attacco dei Lannister per vendicare suo padre.
Resuscitato, Jon Snow si ricongiunge con una delle sue sorelle figlie di Ned Stark e viene acclamato re del Nord dopo averlo liberato dal sanguinario Ramsay Bolton, alleato dei Lannister ed usurpatore in assenza degli Stark.

A questo punto della serie, Cercei è sul trono, ma i Lannister sono ormai senza alleati. Addirittura suo fratello minore, personaggio di straordinaria arguzia, affetto da nanismo ed illuminato da un certo epicureismo (“I drink and I know things”), si è unito alla missione conquistatrice di Daenerys, la quale finalmente in questa stagione sbarca nel continente Occidentale. Altro nemico è Jon Snow, re del Nord ed alleato del popolo degli Uomini Liberi. Su altri fonti, le casate prima assicuratesi come alleate con vari matrimoni, sono ormai definitivamente staccate dall’alleanza coi Lannister e nemici giurati di Cercei.

Bene, questa è una parte minima ed essenziale di una trama che si sviluppa su tanti livelli da rendere impossibile una sintesi meno breve.
…a qui.]

Game of Thrones è molto più di una serie fantasy. Quello è, per lo più, un genere che affascina solo una determinata categoria di nerd ed appassionati, qui si tratta di molto altro. L’elemento fantastico, come abbiamo visto, è uno strumento che interviene laddove tutto sembra perduto (altrimenti non ci sarebbero limiti alla carneficina di George R.R. Martin), che agisce di rado per modificare in modo rilevante il corso degli eventi (in due o tre episodi), ma che contribuisce a giustificare un’ambientazione che altrimenti non troverebbe una collocazione storica plausibile.

Uni spunto interessante per un’analisi che sarebbe altrimenti sterminata, lo si può ricavare da un elemento caratterizzante la serie: le divisioni che lacerano il Continente Occidentale. E diciamo di non aver esattamente ristretto il campo.
Bisogna prima evidenziare quello che differenzia il Continente dal resto del mondo: degli altri tre continenti conosciuti, l’unico sul quale vengono fornite informazioni è il continente Orientale, perché toccato dalla storia di Daenerys. Questo è formato in parte da sterminati paesaggi aridi nei quali si spostano le tribù nomadi, in altra parte dalle cosiddette Città Libere, dove in realtà vige la schiavitù controllata dai mercanti che fanno affari con l’Occidente. Sono gli interessi economici e poi di potere dei Sette Regni a mettere in luce quella sconfinata realtà che, altrimenti sarebbe stata tranquillamente scartata dalla narrazione.
In quella parte del mondo, le speranze sono concentrate intorno alla figura di Daenerys: la ragazza –salvo per simpatie personali- non proporrebbe nulla di eccezionale se si trovasse in Occidente: lì la schiavitù non esiste, per esempio. Da un certo punto di vista, non sta facendo null’altro che reclamare il proprio legittimo posto sul trono rivendicando la potenza del proprio cognome e facendo combattere migliaia di schiavi liberati in suo nome. Il clamore che le si è creato intorno, differentemente rispetto ad altri aspiranti re, non è suscitato da una religione, ma dall’elemento fantasy: la sua capacità di domare draghi, dei quali si dichiara Madre, che suscita un timore che va ad unirsi al clamore della liberazione delle città. Il continente Orientale, composto da civiltà relativamente arretrate rispetto al vicino Occidente, è preso da una sorta di realismo magico in stile fantasy che ha creato un vero e proprio caudillismo espresso in versione femminile. Cudillismo corredato da una certa sincera fedeltà ed associatosi con consiglieri di grande intelligenza che sicuramente in una realtà quantomeno pre-industriale potrà sortire effetti positivi se e quando giungerà al potere.
Nella nostra realtà governata dai Draghi con la “D” maiuscola in cui nessun mostro sputa-fuoco sta dalla parte del “popolo”(espressione enfatica incapace di rappresentare una realtà ben più complessa e fatta di classi in evoluzione e lotta costante per una sopravvivenza-affermazione), parteggiare per lei in modo netto sarebbe una posizione quantomeno ingenua e a tratti riformista.

Altra divisione, ormai evidente, è quella tra Lannister e tutto il resto delle casate, ma soprattutto tra Lannister regnanti ed il popolo. Questa famiglia, celebre per le massicce quantità d’oro che l’hanno portata a gravitare nei centri del potere dei Sette Regni, ha smesso di comandare all’ombra di figure più potenti, carismatiche o legittime con l’omicidio di re Robert. Smascherata ogni ipocrisia, l’oro è al governo.
Non c’è più alcuna mediazione o tentativo di piacere al popolo: quando ne avranno l’opportunità in seguito alla svolta ultra religiosa dell’Alto Passero, i cittadini di Approdo del Re godranno nel vedere umiliati e prostrati i membri illustri delle varie casate, soprattutto Cercei.
La radicalizzazione religiosa della città è il naturale risultato della divisione tra i regnanti ed il popolo e dello stato di lassismo ed abbandono nel quale questo è lasciato. L’Alto Passero, il quale interprete presenta una notevole somiglianza fisica con Papa Francesco, non dice cose in teoria neanche troppo sbagliate, se non si trovasse a capo di una organizzazione in realtà potentissima e da sempre corrotta la quale ha creato un apparato militare condensato nell’idea del Credo Militante e che, nell’unico momento di assoluto potere, degenera in una follia imputata non ad uno, ma a ben sette amici immaginari dediti all’autolesionismo ed alla sofferenza come espiazione dei peccati.
Non tutti hanno la fortuna di avere una Cercei che provveda a dare tutto in pasto alle fiamme.

Un ulteriore momento di lacerante divisione per la serie- che pare ora momentaneamente superato- è quello fra Jon Snow ed i suoi compagni di Barriera nel momento in cui porta fra loro il Popolo Libero (o dei Bruti, che dir si voglia). Jon Snow è una sorta di profeta della serie, l’unico che tiene d’occhio il Problema, quello che riduce le battaglie per il trono a mere scaramucce: gli Estranei. Continua a professare l’unione contro la minaccia più grande, pressoché inascoltato se non dagli stessi Bruti che li hanno incontrati dal vivo.
Apprende dal Popolo Libero con sincera apertura rispetto ad uno stile di vita tanto distante da quello cui è abituato e, tornato alla fra i suoi, vorrebbe che facessero altrettanto.
Proprio perché inascoltato, viene invece ucciso a tradimento in seguito a concitati discorsi libertari.
A riprova che un riformatore illuminato possa avere un ruolo chiave in un mondo in cui ad una sacerdotessa rossa sia dato il potere di resuscitarlo, risvegliatosi, va alla conquista del Nord liberandolo. Acclamato dai popoli di quella regione, può ora organizzare la resistenza contro il nemico vero rappresentato dagli Estranei, mentre Cercei e Daenerys preparano il più sanguinoso strascino della storia del fantasy.

Ora l’Inverno è arrivato e scorre attraverso tutte le divisioni che forse, nell’equilibrio delle forze di quell’universo, hanno contribuito a generarlo.
In una scena tratta dal primo episodio di questa nuova stagione, Arya, figlia minore di Ned Stark scappata da bambina da Approdo del Re dopo la morte di suo padre e cresciuta come una guerriera con ogni intenzione di vendicare quanto è stato fatto alla sua famiglia, incontra dei soldati che cantano. Appartengono al nemico, dividono con lei della cacciagione e si identificano come ragazzi che stanno andando a morire per la guerra di qualcun altro.
Nel Continente Occidentale pre-industriale di Martin la natura non avrebbe potuto ribellarsi all’emissione di CO2, all’incessante finanziamento di guerre civili che fanno esplodere di sangue una sterminata parte del nostro pianeta in cui la vita vale poco meno di qualche munizione o di un segno positivo sui mercati occidentali. Allora intervengono i non umani, coadiuvati dai non morti e dai Draghi a ricordare quanta poca sia l’umanità che si autodistrugge, che innalza muri e si consuma nelle divisioni.
L’Inverno è arrivato, “the reign of the divison bell has begun”, perché la storia è una maestra sanguinaria, di quelle che si vedono da Barbara D’Urso schiaffeggiare i bambini nei vari asili Cip Ciop, una maestra che ha bisogno di segnare il tempo squarciandolo per fare intravedere la prospettiva di un’alternativa necessaria, di una necessaria primavera.

Rosa Scamardella

La Voce delle Lotte ospita i contributi politici, le cronache, le corrispondenze di centinaia compagni e compagne dall'Italia e dall'estero, così come una selezione di materiali della Rete Internazionale di giornali online La Izquierda Diario, di cui facciamo parte.