Per chi avesse dubbi circa il carattere reazionario di questo governo a trazione leghista, raccontiamo due episodi, distinti ma correlati nella sostanza di cui cadono protagonisti due figure istituzionali, entrambe della Lega Nord: il ministro Salvini e il deputato Laurora.

In un epoca di totale indifferenza verso la verità materiale dei fatti, ciò che è vero sembra essere definito dal potere persuasivo di chi racconta o, più semplicemente, rilancia, clicca, “twitta” e molto spesso, persino quando una notizia viene smentita, chi ci aveva creduto fa fatica a ricredersi fino in fondo o a mutare lo stato d’animo di odio, rancore che quella bufala gli aveva provocato.

Quando poi il livello del governanti borghesi, per via di questo imbarbarimento generale, scende decisamente in basso, da bravi rappresentanti essi diventando avanguardia di quelle che potremmo definire “campagne d’odio di Stato” sia verso gli stranieri che verso altre minoranze, suffragate dalla loro autorità e a volte persino fondate su vere e proprie bufale, “bufale di Stato”.

Salvini qualche giorno fa ha rilanciato su Twitter un articolo de “Il Giornale” intitolato “I richiedenti asilo vogliono sky”: alla questura di Vicenza i richiedenti asilo avrebbero inscenato una protesta per ottenere l’abbonamento. Ma alcuni giornalisti di Repubblica contattando la Prefettura e la Cooperativa che gestisce l’accoglienza in quella città hanno scoperto che si trattava invece dell’ennesima bufala. Una bufala che ha però provocato le reazioni indignate di migliaia di utenti.

Un ministro dell’Interno che per i suoi propositi non è interessato a verificare la veridicità dei fatti, ma solo rilanciare alla ricerca di like come un adolescente problematico.

L’altro fattaccio sono le dichiarazioni omofobe del deputato pisano Manuel Laurora che potete leggere qui per diletto o curiosità. Anche in questo caso è l’odio più puro che parla, non un essere raziocinante, in totale assenza peraltro di qualsiasi comprensione sia della storia della famiglia che del ruolo dell’omosessualità nella storia. Però la democrazia borghese permette a simili esseri di esistere, di poter esprimere le proprie opinioni ma soprattutto di fare da megafono a queste opinioni e renderle opinioni della classe dirigente. Ciò che è più grave nelle dichiarazioni di Laurora è la sua minaccia di denunciare chiunque lo accusasse di “omofobia”. Gli auguriamo in ogni caso di risolvere i suoi traumi infantili così che smetta di diffondere odio, e trovi persino la pace necessaria per aprire qualche libro (e capirlo).

Entrambi questi episodi sono da leggere nell’ambito di uno stile di reazionario che sta sdoganando  apertamente e senza nemmeno i freni morali del politically correct della sinistra borghese, odi viscerali e discriminazioni covate in anni di crisi del capitalismo e incapacità della borghesia di risolverle. Oggetto di queste discriminazioni è chiunque, più debole, diverso o non conforme, capiti sotto tiro, dai migranti “brutti neri e mussulmani” agli omosessuali “ricchioni e pervertiti”: due esempi di capri espiatori che i reazionari usano per spiegarsi quello che senza l’analisi marxista sono incapaci di spiegare: perché la società sta “finendo nella merda” (per la maggioranza salariata).

Matteo Iammarrone

Nato a Torremaggiore, in Puglia, nel 1995, si è laureato in filosofia all'Università di Bologna. Dopo un master all'Università di Gothenburg (in Svezia), ha ottenuto un dottorato nella stessa città dove tuttora vive, fa ricerca e scrive come corrispondente de La Voce delle lotte.