di Spartaco Calante

All’interno di una delle maggiori industrie ora italo-americane presenti sul territorio italiano, non tira una buona aria, non si respira affatto. General Electric, multinazionale americana, ha deciso di mettere alle strette la classe operaia con misure restrittive sempre più soffocanti. Gli operai sono costretti a finire il lavoro, che ha bisogno di essere terminato in una decina di ore, nella metà del tempo. Vengono torchiati dalla sicurezza industriale, e questi non aspettano altro che un passo falso da parte dei lavoratori per segnalare i comportamenti al padrone. I lavoratori interinali, per lo più giovanissimi e non sindacalizzati, sono sotto la minaccia contrattuale, e sono costretti a fare tutto ciò che i loro capi chiedono: turni lunghi all’occorrenza, periodi di attività massacrante (senza giorni di ferie), nel caso in cui ci sia poco lavoro sono costretti a prendersi giornate di ferie a lavoro sempre su “richiesta” dei responsabili, impossibilità di mettersi a malattia per periodi lunghi. Insomma un quadro non proprio positivo per i giovani della classe operaia campana, che nonostante aspettino di firmare il contratto con G.E.Avio a tempo indeterminato, sono almeno coscienti che quello che firmeranno sarà il jobs act. Questi giovani operai di Pomigliano D’Arco non scontano solo questa difficile situazione interna, ma anche l’assenza totale di un sindacato che li difenda. Questa è una situazione che si estende a tutto Il gruppo G.E.Avio: il sindacalismo “conflittuale”, abbacchiato con le dirigenze Avio, non si spende minimamente in difesa degli operai, sia quelli Avio, sia per i giovani con contratto di somministrazione. Chi invece prova ad entrare nelle dinamiche per difendere la classe è la FIOM che anche in questo caso viene totalmente spenta dalle sue dirigenze.

Riscontriamo un periodo difficile quindi per la classe e per la lotta all’interno di questa “grande industria”. Gli operai più combattivi vengono presi e spostati in zone con pochissimi lavoratori (2 o 3 al massimo). G.E.Avio ha ormai fatto passare questo clima pungente e restrittivo come la normalità. Molti non riescono più a sopportare questa situazione, dove gli viene tolto tutto e non gli viene restituito niente. Gli stessi “premi” che prima venivano erogati in busta paga adesso sono nient’altro che dei “buoni” da spendere in negozi. Hanno “budgetizzato” livelli ed aumenti di merito tanto che sono stati ridotti terribilmente tanto che su circa 950 dipendenti (operai e personale impiegato) , sono meno di un centinaio ad avere “diritto” all’aumento di livello.

Solo la solidarietà e l’unità nella lotta tra lavoratori anziani e giovani, dei vari settori aziendali, delle fabbriche nel territorio può spezzare il clima soffocante e precario che si respira in una fabbrica come la G.E.Avio. Il padrone rimane tranquillo, finché gli operai non tornano coscienti della propria forza, finché non la sperimentano nella lotta per migliorare le proprie condizioni.

La Voce delle Lotte ospita i contributi politici, le cronache, le corrispondenze di centinaia compagni e compagne dall'Italia e dall'estero, così come una selezione di materiali della Rete Internazionale di giornali online La Izquierda Diario, di cui facciamo parte.