Ieri 5 Novembre si è tenuta al presidio GKN un’assemblea per decidere i prossimi passi della vertenza e organizzare la solidarietà di classe ai territori toscani alluvionati. Ancora una volta, i lavoratori di Campi si dimostrano un punto di riferimento per il territorio, ma la loro rivendicazione di una transizione pubblica e democratica alla mobilità elettrica deve estendersi a tutto il settore automotive.

In questi giorni le forti piogge hanno provocato allagamenti nella provincia di Prato e nella piana fiorentina, causando 5 morti e mettendo in ginocchio un intero territorio. Si tratta di un evento inestricabile dalla crisi climatica provocata dal capitalismo, quindi dalla lotta degli operai GKN che hanno sempre messo in primo piano il rapporto tra i loro licenziamenti e la necessità di una reale transizione ecologica. L’alluvione non è stata allora il pretesto per smobilitare, ma al contrario per rilanciare. Inizialmente l’assemblea era pensata ‘semplicemente’ per organizzare i prossimi passi della vertenza e raccogliere la solidarietà internazionalista, con la partecipazione di esperienze di fabbriche autogestite, come la VIONE in Grecia (qui sotto, invece, il video inviato dai compagni del PTS e della fabbrica senza padroni Argentina Zanon).

L’iniziativa è però diventata anche un momento importante di organizzazione degli aiuti al territorio (qui sotto i numeri per collaborare).  Mentre il governo taglia i fondi al dissesto idrogeologico e le amministrazioni locali danno il via libera a ulteriore cementificazione (si pensi alla costruzione di un nuovo aeroporto a Firenze), ancora una volta il collettivo GKN segnala la necessità di un’azione indipendente dei lavoratori, contro i tentativi dei vari politici borghesi, e dei capitalisti che piangono lacrime da coccodrillo, di legittimarsi sfruttando l’emergenza, nonostante ne siano i principali responsabili.

   

La capacità dei lavoratori di porsi a punto di riferimento del territorio è d’altro canto fondamentale in un contesto sempre più difficile per la lotta della fabbrica di Campi. Smascherata la vera natura dei progetti di ‘patron’ Borromeo e delle promesse del governo, il 31 dicembre partiranno le lettere di licenziamento. In questo quadro, continua la campagna di azionariato popolare per il piano industriale dal basso, ma anche la mobilitazione per ottenere un vero intervento pubblico. Un primo appuntamento per rilanciare questa parola d’ordine sarà il prossimo 17 novembre lo sciopero dell’FLC, al cui corteo fiorentino le realtà che animano la “convergenza” hanno deciso oggi di partecipare.  

Affinché la vertenza GKN possa continuare e vincere è necessario che si estenda ad altri settori di lavoratori. Si tratta evidentemente di una singola fabbrica, ma le parole d’ordine da qui partite ormai due anni fa possono essere la leva per una mobilitazione di settori strategici della classe lavoratrice, in particolare quelli del settore metalmeccanico e automotive. Mentre la fusione Fca-Peugeot in Stellantis e l’elettrificazione dei veicoli a motore minacciano una drastica riduzione dell’occupazione, la rivendicazione dell’intervento pubblico a sostegno della riconversione ecologica di GKN sotto il controllo dei lavoratori e al servizio della mobilità pubblica va esteso al complesso del settore automotive. Solo così è possibile rompere la dicotomia ambiente e lavoro per costruire una mobilitazione la più larga e radicale possibile attorno ai lavoratori Stellantis e dell’indotto, che da alcuni mesi hanno riscoperto l’importanza dell’arma dello sciopero.

Django Renato

Ricercatore indipendente, con un passato da attivista sindacale. Collabora con la Voce delle Lotte e milita nella FIR a Firenze.