Siamo state invitate lo scorso gennaio a recarci a Berlino per raccontare la nostra lotta alla H&M di Stradella al Cinéma Klassenkampf (“Cinema Lotta di classe”, una rassegna cinematografica). Lo scorso la LabournetTv, che cura questo evento, aveva già fatto un corto sulle nostre lotte, prendendo i video che avevamo caricato su facebook e traducendoli in tedesco. Questo video, “Fino alla vittoria”, è stato poi mostrato nella serata di sabato 20 e lunedì 22 maggio in rassegna al cinema Moviemento.
La prima serata era aperta solo per gli sponsor di labournet, per convincerli a finanziare i loro reportage. Sono rimasti molto stupiti sentendo il nostro racconto, le condizioni in cui lavoriamo e le nostre lotte fuori dai cancelli. In Germania la parola ”cooperativa” è una parola buona, un concetto positivo, a differenza che in Italia, dove la cooperativa più che uno strumento in mano ai lavoratori, è di solito uno strumento di repressione in possesso ai padroni.
La seconda serata era invece aperta al pubblico: era presente una trentina di persone che, leggendo la pubblicità dell’evento, si sono presentate in sala, ci hanno ascoltati e sempre con volti allibiti hanno fatto tantissime domande su come mai in Italia le cose siano così diverse lavorando sotto cooperativa. Sono rimasti sconvolti soprattutto sentendo quante ore eravamo costretti a lavorare e al salario miserevole in busta paga.
Abbiamo raccontato che a giugno 2016 ci siamo rivolte al S.I. Cobas di Pavia, di cui Marco Villani è il coordinatore sindacale. Eravamo sotto stress per via delle infinite ore di lavoro, senza giornate di riposo. Lavoravamo 11 ore al giorno, comprese domeniche e festivi, per una paga oraria ordinaria 5,90 euro netti. Non abbiamo permessi retribuiti, né roll e gli istituti maturano sulle ore lavorate e non su quelle contrattuali. Non abbiamo la malattia pagata, né l’infortunio. Eravamo costantemente sotto pressione dai responsabili che facevano caporalato: non potevamo parlare, dovevamo solo produrre velocemente 4 pezzi ogni minuto senza sosta. Non avevamo un turno fisso settimanale perché ci veniva comunicato l’orario solamente la sera prima per il giorno seguente, ma solitamente l’entrata era alle quattro del mattino. L’uscita si sapeva solo dieci minuti prima di finire.
Abbiamo creato il gruppo di quaranta persone e il 28 luglio 2016 abbiamo fatto il primo sciopero dove si sono aggregate altre quaranta persone. Purtroppo non è bastato solo uno sciopero per far sentire la nostra voce, ma ne abbiamo dovuti fare molteplici, tra cui anche uno sciopero in oltranza di cinque giorni nel magazzino H&M di Casalpusterlengo e altri in altri siti come Pontenure (PC) dove è presento XPO – ditta appaltatrice di H&M a Stradella, che subappalta a Easy Coop società cooperativa, dove tutti noi siamo assunti come soci. Sono stati quattro mesi di continui scioperi e trattative senza ottenere alcun risultato fino a dicembre, quando abbiamo finalmente firmato un accordo nazionale con XPO per il riconoscimento sindacale del S.I. Cobas. abbiamo ottenuto contratti a tempo indeterminato per tutte le persone assunte dal 2014/2015, contratti full time e turnistica settimanale -dove è indicata solo l’entrata- e la libertà di uscire dopo aver effettuato le nostre ore contrattuali.
Ultimamente le cose sono peggiorate perché adesso, grazie all’accordo che hanno firmato Cgil, Cisl e Uil, siamo costretti a lavorare anche per dieci ore al giorno pagate ordinarie e il sabato è diventato un qualsiasi giorno compensativo, perciò ci viene pagato ordinario pure quello. Abbiamo perso di nuovo il diritto di uscita dopo le ore da contratto perché dobbiamo fare un permesso anche dopo otto ore nel caso volessimo uscire. per questo è stato riaperto lo stato di agitazione una settimana fa e giovedì 18 maggio abbiamo fatto un altro sciopero ottenendo un incontro con cooperativa e ditta appaltatrice martedì 23 maggio. Abbiamo chiesto altri contratti indeterminati per gli assunti del 2016, altri full time, il 5 livello, ticket mensa e il reintegro degli iscritti al quale non è stato rinnovato il contratto in seguito agli scioperi di questa estate. Loro si sono presi due giorni di tempo per fornirci una risposta. Siamo in attesa di un riscontro.
Serena Frontino, Simona Carta (lavoratrici H&M Stradella)
Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.