Pubblichiamo un’intervista fatta ad Andrea Di Paolo, operaio FCA di Termoli del Sindacato Operaio Autorganizzato (SOA) per La Voce delle Lotte in merito allo sciopero proclamato nello stabilimento molisano per il 3 agosto.
– Il 3 agosto a Termoli nello stabilimento di FCA ci sarà uno sciopero. Quali sono i motivi per cui è stato indetto?
A Termoli il 24 Luglio un incendio di grandi dimensioni ha interessato anche il nucleo industriale e in particolare nello stabilimento Termolese è andato a fuoco un capannone non distante dalle officine di produzione, l’arroganza e la pretesa di fiat di far continuare a lavorare nonostante il pericolo oggettivo ha confermato la prevalenza nell’interesse della produzione mettendo il valore umano, la vita, la sicurezza e il rispetto come optional. Infatti, nonostante tutto alle ore 14,00 dello stesso giorno ha fatto cominciare il turno regolarmente, mentre fuori dai capannoni succedeva l’inferno solo d mezz’ora circa si è smobilitati nella pratica dell’evacuazione facendo suonare le sirene e successivamente fatto uscire tutti, dopo qualche ora regolarmente riprende la signora produzione con il turno di notte, esalazioni fumi e quantaltro respirati a polmoni pieni, senza interventi mirati su analisi dell’aria e chiarimenti sulle sostanze e materiali bruciati nella stessa area, chiaramente molti lavoratori hanno avvertito sintomi di vomito, bruciori alla gola e agli occhi, a dir poco umiliante a cospetto di operai terrorizzati molti precari e trasfertisti che muniti di mascherine eseguivano gli ordini, solo qualcuno ha deciso di andarsene.
Lo sciopero del 3 Agosto e’ nato e ragionato dall’esigenza simbolica di reagire nessun sindacato firmatario del contratto fiat si e’ lamentato anzi ha elogiato la sensibilita’ e la prontezza dell’azienda come dice un detto ‘’curnute e mazziate’’, le motivazioni parlano da sole, attacco ai diritti umani, cancellazione dei diritti, umiliazioni.
– In Serbia le burocrazie sindacali hanno svenduto un grande sciopero dei lavoratori. In Italia lo stesso ruolo lo ha giocato Landini. Quali possono essere le strade per rilanciare il conflitto di classe nelle fabbriche FCA?
Certo, essere arrabbiati senza coscienza di classe non porta risultati, fare una rivolta e non una rivoluzione è come un vento passeggero. Passato e placato ritorna tutto come prima se non peggio, vedesi già in passato la ‘’lotta’’ di melfi, che oggi si ritrova con le domeniche lavorative, cicli assurdi di produzione e cassaintegrazione a self service.
Fin quando i lavoratori non ribaltano le burocrazie sindacali e delle politiche strapazzate ogni focolaio verrà presto spento, come successo con Landini, che con un colpo di spugna – in collaborazione col Governo – ha assunto il ruolo di spegni fuoco. Con la bocca un maestrino, con la pratica un distruttore della classe operaia.
Hanno cercato di eliminare in primis il sindacato che faceva voce alla base, ovvero i cobas, anima essenziale per la ripartenza, ma spauracchio dei controllori del sistema.
Ricominciare a parlare con gli operai, informare, infondere tra di noi la solidarietà operaia, lavorare insieme da zero per una coscienza di classe matura. La Rivoluzione deve essere prima culturale e di formazione, non possiamo inventarci eserciti di carta con chi pensa alla De Filippi o alla Fabrizio Corona. e il sistema lo sa e aumenta il gettito di ignoranza.
– Sappiamo c’è una discussione tra gli operai dei diversi stabilimenti FCA per la costruzione di un coordinamento. Quali obiettivi si dovrà dare?
Questa è la strada giusta, il cordinamento non deve essere del sindacato, ma del lavoratore. Cominciamo a non pronunciare più le sigle quando parliamo di coordinamento. Certo non possiamo parlare di unita’ dei lavoratori se gli stessi aderiscono e rinforzano l’antioperaismo con ruoli di controllo nel sindacato. Il coordinamento è essenziale e deve essere libero, il sindacato è tale se parla lavoratore, se lo costruisce il lavoratore.
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