Quando si fanno passare per questioni nazionali nazioni che non esistono si finisce sempre con il fare brutte figure e contraddirsi.
Gli avvenimenti della catalogna stanno portando molta confusione non soltanto a sinistra, in Italia in particolare con scivoloni ultrasinistri fuori dalla realtà, ma pure nello stesso campo delle destre.
Succede quindi che la Lega Nord di Salvini, partito razzista e per la secessione del Nord dal Sud Italia si esprima contro il diritto di autodeterminazione del popolo catalana e per la sua indipendenza.

Non sorprende, il carattere della questione catalana non ha nulla a che vedere con quella bugia della secessione della Padania, costruita sulla xenofobia e non su una questione nazionale realmente esistente.

Salvini, in una intervista a La Stampa (giornale degli Elkaan, i proprietari di FCA), ha affermato che “il referendum catalano è stato una forzatura” affermando chiaramente che “il referendum lombardo veneto della Lega è totalmente diverso da quello catalano”.

Coerentemente con lo spirito reazionario della proposta della Lega Salvini si è espresso esattamente come Rajoy del Partito Popolare, come il Re Filippo e come la commissione europea.
Salvini ha poi proseguito ribadendo che la Lega non punta più alla “Padania libera”, definendo questa rivendicazione come una mera “nostalgia” dei propri iscritti.

Questo cambio di direzione della Lega è da ascrivere nel suo percorso per diventare un partito nazionale e nazionalista, dove all’interno possono coesistere pulsioni xenofobe regionaliste.

Le dichiarazioni di Salvini mostrano chiaramente da che parte sta la borghesia agraria quando una rivendicazione può mobilitare il movimento dei lavoratori: si schiera in difesa dello Stato dei padroni e contro il diritto ad autodeterminarsi di un popolo.

Douglas Mortimer

Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.