Più di due mesi dopo il traumatico sgombero dell’occupazione abitativa di Via Curtatone (piazza Indipendenza) di fine agosto, che ha lasciato, alla faccia delle rassicurazioni della Raggi e tutti i discorsi sulle “soluzioni alternative”, centinaia di ex occupanti in condizioni di precarietà drammatica, a Roma si torna a parlare di sgomberi.

Lo stabile sotto il mirino è quello di Via del Policlinico che, ad oggi, ospita cinquanta famiglie con il solito carico di giovanissimi e anziani, che, per via dell’accoglimento da parte del TAR della diffida della società proprietaria dell’edificio, dovrà essere liberato entro il 21 novembre. Modalità? Comune e ministero degli interni dovranno adottare “ogni provvedimento” per liberare lo stabile.
La situazione si fa quindi nuovamente incandescente dato che dopo piazza Indipendenza è chiaro cosa significhi per le amministrazioni difendere “le fragilità” e dare “soluzioni alternative”: assolutamente nulla! L’unica soluzione che possono assicurare il Comune e il ministero degli interni è l’uso della violenza sui senza casa e, se sei rifugiato politico con figli o disabilità, avere la dubbia fortuna di essere sbattuto in centri di prima accoglienza (soluzione, per inciso, rifiutata dagli sgomberati di agosto).

La resistenza agostana dei rifugiati politici eritrei con le immagini che tutti ricordano di violenze, fermi e idranti su uomini e donne armati solo del proprio coraggio ha chiuso gli spazi per altre azioni repressive per qualche mese, ora le istituzioni ci riprovano, con alle spalle gli sgomberi di via Quintavalle e, appunto, via Curtatone, a cui non è stata dato uno straccio di soluzione decente.

Da sottolineare anche, in occasione dello sciopero generale del 27 ottobre, la partecipazione dei movimenti di lotta all’abitare alle iniziative dei lavoratori della logistica e trasporto merci di fronte ai magazzini e sotto il ministero dello sviluppo economico. Un segnale importante che va coltivato e valorizzato, perché molti occupanti sono lavoratori che vengono sfruttati per paghe da fame proprio dentro i magazzini. Casa e lavoro sono rivendicazioni strettamente legate
Giovedì 2 novembre, al Campidoglio, è previsto un presidio per l’emergenza abitativa, appena un giorno prima del tavolo del comune che si terrà venerdì.

Di CM