Ieri, venerdì 13 ottobre, la manifestazione studentesca contro il raduno delle giovanili di destra europee si è aperta la strada, nonostante l’attacco della polizia, per convergere con la manifestazione pro-Palestina che ha visto migliaia di partecipanti schierati contro l’operazione di pulizia etnica contro la striscia di Gaza.


Nel quadro delle manifestazioni convocate in tutta Italia in solidarietà alla Palestina e in ripudio al blocco totale di Gaza e al piano di pulizia etnica su larga scala che Israele rivendica, la capitale ha visto una giornata di mobilitazione combattiva, con la partecipazione di diverse migliaia di persone.

Nel pomeriggio, le organizzazioni della sinistra studentesca hanno convocato un presidio alle 15. 30 nella città universitaria della Sapienza per contestare il raduno giovanile delle destre europee, convocato dalla Lega in collaborazione con Fratelli d’Italia: sono giunti a Roma esponenti delle destre nazionaliste come i tedeschi di AfD, gli ungheresi del partito Fidesz del “presidentissimo” Viktor Orban, i francesi del Rassemblement National di Marine Le Pen, con dirigenti del partito repubblicano statunitense e del Likud israeliano, il partito del premier Netanyahu. Rivendicando “identità”, “tradizione”, “lotta allo pseudo-ambientalismo”, le destre europee si preparano a lottare per le prossime elezioni europee sfidando le destre “moderate” del Partito Popolare Europeo (rappresentato, tra gli altri, da Forza Italia) proponendo una nuova egemonia nazionalista, reazionaria, razzista per la politica nel nostro continente.

Non a caso, questi partiti sono ferventi alleati dell’estrema destra israeliana che, sfruttando l’avventura militare promossa soprattutto da Hamas, sta cercando di compiere una seconda Nakba, la “catastrofe” del massacro e dell’espulsione di massa dei palestinesi nel 1948 a opera del nascente Stato di Israele con l’appoggio delle potenze imperialiste occidentali e della burocrazia stalinista dell’Unione Sovietica.

Gli studenti medi e universitari, a maggior ragione, si sono mossi in corteo verso piazza Vittorio Emanuele, dove alle 18 iniziava il concentramento della manifestazione cittadina pro-Palestina chiamata da palestinesi e solidali nonostante la mancata autorizzazione della questura, che nella capitale da tempo limita in modo particolare la libertà di manifestazione in città.

I giovani hanno dovuto affrontare l’attacco della polizia che ha tentato di fermare e poi rallentare il corteo, che però è riuscito a raggiungere piazza Vittorio e formare uno spezzone con un settore di giovani palestinesi.

La piazza ha visto partecipare quasi 5.000 persone, con la presenza di tante e tanti palestinesi, molti giovani, e attivisti provenienti da altri paesi a maggioranza musulmana. Dopo diversi interventi al microfono, si è mossa in corteo, attraversando il quartiere Esquilino fino al parco dei caduti del vicino San Lorenzo, storico quartiere di sinistra e frequentato dalla gioventù.

Come Frazione Internazionalista Rivoluzionaria partecipiamo alle manifestazioni di questi giorni rivendicando: la solidarietà con gli oppressi palestinesi contro le politiche razziste, coloniali e genocide di Israele; il diritto alla resistenza armata dei palestinesi contro l’occupazione sionista, le brutali violenze quotidiani inflitte da polizia e forze armate israeliane e l’attuale escalation sionista che punta all’espulsione dei palestinesi da Gaza a suon di bombardamenti e blocco totale della striscia; lo stop immediato dei rapporti politici e militari internazionali con Israele; la liberazione immediata delle migliaia di prigionieri politici palestinesi dalle carceri israeliane.

Ripudiamo la prospettiva politica di Hamas e dell’islamismo politico, che ripropone il nazionalismo borghese pan-arabo, associato a un progetto di Stato quasi-teocratico come in Iran, come soluzione alla questione palestinese, legati a un metodo settario ed autoritario di lotta politica e militare. La liberazione della Palestina ha bisogno dell’unità nella lotta tra musulmani e ebrei, tra tutte le etnie presenti nel paese, centrata sulla classe operaia multietnica di Palestina e sulla rottura dei lavoratori ebraici col sionismo, al fine di rompere sia l’oppressione coloniale razzista del sionismo, sia lo sfruttamento capitalista che affligge tutta la classe operaia.

La soluzione “due popoli due Stati” rilanciata trent’anni fa dagli Accordi di Oslo è solo uno specchietto per le allodole a tutto favore dell’espansionismo e della pulizia etnica promossi da Israele. Abbiamo bisogno di una politica classista, non razzista o settaria, e di un partito dalla parte della classe operaia e della popolazione povera, socialista, rivoluzionario, che dia una prospettiva a ebrei e musulmani per una comune lotta di liberazione contro il sionismo, l’imperialismo e la borghesia “di casa propria” che nascondo il suo ruolo di sfruttatrice dietro l’odio razzista e religioso.

Rivendichiamo una Palestina unita dal fiume al mare, laica, socialista, multietnica e multireligiosa, con pieni diritti per la minoranza ebraica, nel quadro di una comune liberazione del Medio Oriente dall’imperialismo, della risoluzione democratica delle questioni nazionali a partire dal pieno diritto all’autodeterminazione dei popoli, con la prospettiva di una Federazione Socialista del Medio Oriente.

Palestina libera, Biji Palestine!

Leone Pietralata

Leone Pietralata

Romano, insegnante alle scuole superiori, milita nella Frazione Internazionalista Rivoluzionaria.