Sta facendo scalpore il pugno chiuso fatto da Roberto Fico, presidente della Camera della Repubblica Italiana, in occasione della tradizionale parata del 2 Giugno a Roma. Già in precedenti eventi istituzionali, Fico ha dato modo al gossip politico di parlare di lui: emblematico fu il caso in cui durante l’inno nazionale teneva le mani in tasca.

Ma la spiegazione, al di là di ciò che a prima vista può apparire come “strano” e finanche emblematico, ossia che uno degli “alti esponenti” del Partito M5S (e dello Stato) ricalchi in questi modi una qualche forma di richiamo al suo trascorso personale di appartenente alla sinistra, è in realtà semplice, semplicissima, perché il fatto in sé non è per nulla oscuro.

Fico è un populista. Sa bene come fare per attrarre l’elettorato di quella “sinistra” confusa che ha votato ugualmente il M5S per il reddito di cittadinanza, abbindolato da quell’alone di progressismo che si trascina con sé il termine “reddito” -spesso utilizzato anche in ambienti di certa sinistra, anarchica e stalinista-, ma anche per ricongiungere gli stessi elettori che certamente non si aspettavano un’alleanza con un reazionario, xenofobo (e fino a ieri razzista verso i meridionali) Salvini. 

Già dall’analisi del voto del 4 marzo scaturì una netta divisione Nord/Sud, con i lavoratori meridionali che hanno espresso il voto nel partito grillino, mentre quelli del Nord, in minima parte rispetto all’elettorato, nella coalizione di destra (Lega-FI-Fd’I), e questa netta separazione tra la destra populistica (pentastellati) e quella fascista (Coalizione di destra, con la Lega in aprifila) ha fin da subito apportato i propri risultati: Salvini che richiama il Sindaco di Lampedusa, Ministri apertamente omofobi e razzisti etc… Insomma! Quel briciolo di alone fintamente progressista che il partito a cinque stelle si portava con se, è ormai -e finalmente- scomparso.

In questo scenario, non c’è da stupirsi che Fico si circondi di questo falso alone. Chi meglio di lui potrebbe farlo? Chi meglio di lui potrebbe continuare ad ingannare i tanti lavoratori che fino a quel momento avevano votato il mega contenitore fallimentare della sinistra italiana? Chi meglio di lui potrebbe continuare ad illudere tutti quei compagni stolti di questo paradossale termine “sinistra”?

Attenderemo i provvedimenti, che certamente non saranno a favore dei lavoratori bensì proni alla finanza dell’alta borghesia ed alla reazionaria piccola borghesia italiana, fautori di questo governo, della finanza, della spending review, della guerra tra poveri, dell’attacco ai lavoratori, agli immigrati, alle identità Lgbt e alle donne.

Certi che è ancor più necessario mobilitare i lavoratori, le donne, gli immigrati, gli sfruttati e gli oppressi di questa società, che sta maturando il potenziale per un “terrorismo dall’alto” fatto di potenziamento delle forze di polizia, caccia ai clandestini, sgomberi feroci delle occupazioni, pugno duro contro le lotte del movimento operaio.

 

Michele Sisto

 

Redattore della Voce delle Lotte, nato a Napoli nel 1996. Laureato in Infermieristica presso l'Università "La Sapienza" di Roma, lavora come infermiere.