Negli ultimi mesi una serie di agitazioni e scioperi sotto le bandiere delle sigle sindacali Si Cobas e ADL Cobas ha scosso la filiera del colosso della logistica GLS Enterprise in tutto il territorio nazionale. L’ultima di tali giornate di sciopero si è svolta martedì 4 giugno, giornata che ha visto fermarsi i corrieri di tredici magazzini da Milano a Roma, passando per Bologna, Piacenza, Mantova, Cremona, Torino e nel Veneto.

L’ultimo sciopero di filiera, il 20 marzo scorso, aveva innescato una serie di ripercussioni come la denuncia del coordinatore nazionale del Si Cobas Aldo Milani e una forte chiusura a qualunque tipo di contrattazione a livello nazionale (e quindi di riconoscimento sindacale pieno) ai danni delle sigle protagoniste della lotta.

Lo scenario si è ripetuto questo martedì, ma se possibile in maniera ancor più isterica da parte della società. In tutti i presidi si sono presentate le forze dell’ordine, a Rho (provincia di Milano) il picchetto è stato sgomberato con la forza e diversi operai tratti in stato di fermo.

La polizia sgombera il picchetto a Rho (Milano)

In diversi appalti le aziende hanno provato ad utilizzare lavoratori in sostituzione degli scioperanti e addirittura a Roma per due giorni i lavoratori sindacalizzati sono stati minacciati di ferie forzate, spostamento permanente di merce su altri appalti e conseguenti licenziamenti per i lavoratori sindacalizzati. Il giorno successivo i corrieri si sono ritrovati in un magazzino pieno di lavoratori di altri appalti della provincia (e dipendenti di altre cooperative e società), pratica in aperto contrasto con le norme sulla sicurezza sul lavoro. La GLS, per paura di un’ulteriore giornata di sciopero ha subito chiamato le forze dell’ordine facendo intervenire una volante dei carabinieri che non ha potuto far altro che identificare gli operatori sindacali presenti oltre che intrattenersi negli uffici della multinazionale per parlare di chissà cosa.

Il presidio dei lavoratori di Roma

Nel muro della GLS Enterprise davanti alla compattezza del fronte dei lavoratori cominciano, tuttavia, ad intravedersi le prime crepe. I comunicati di risposta ai sindacati, infatti, hanno prima delegittimato ADL Cobas e Si Cobas rifiutando un tavolo nazionale ma hanno ammesso la possibilità di accordarsi magazzino per magazzino con i vari fornitori di forza lavoro, soluzione inaccettabile, a maggior ragione che la GLS ha già firmato accordi nazionali ma per i soli magazzinieri e non per i corrieri, ma che è una prova del peso reale dei sindacati combattivi dentro gli impianti, un peso che non può essere rimosso utilizzando le aziende esterne.

La lotta non è conclusa, come evidenzia il comunicato dei sindacati coinvolti, ma andrà avanti con altri momenti di mobilitazione fino a quando GLS Enterprise non deciderà di sedersi al tavolo a discutere una vera piattaforma sindacale nazionale dedicata ai corrieri.

CM