Riportiamo la denuncia di un lavoratore immigrato, delegato sindacale del SI Cobas presso l’azienda Autamarocchi, che si occupa di trasporto su gomma, in particolare operando con camion porta-container. Un’azienda con base a Trieste ma con diverse sedi in Italia e operante in tutta Europa.

Il camionista, nel video che riportiamo, denuncia un metodo repressivo “tradizionale”, ben noto a chiunque partecipi alla lotta particolarmente diffuso nel settore della logistica: le lettere disciplinari.

In questo caso, come si può vedere, l’azienda non ha remore nell’inondare i lavoratori di un singolo polo logistico con decine e decine di lettere disciplinari. Lo scopo “politico” generale di questi attacchi padronali, aldilà della singola contestazione, è quello di spaventare i lavoratori, sperando che abbandonino l’organizzazione e la lotta sindacale, permettendo il ritorno di condizioni di lavoro brutali, che si sono diffuse in particolar modo negli ultimi decenni tra i camionisti, categoria dove lo stereotipo del camionista che lavora parecchio ma si “arricchisce” e fa tutto sommato la bella vita è sempre più distante dalla realtà, sia nelle grandi aziende che per quelle piccole, e per i lavoratori autonomi “autoimprenditori”.

 La nostra piena solidarietà va a questi lavoratori che, facendo muro contro queste iniziative padronali, potranno rimandare al mittente le contestazioni, e continuare la lotta per condizioni di lavoro e di vita dignitose. Per non passare la domenica pomeriggio, come denuncia il lavoratore, a scrivere lettere “da avvocati”, invece di poter riposare e stare coi propri cari.

 

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