A dicembre dello scorso anno, circa un mese fa, su queste stesse pagine raccontavamo della lotta di centocinquanta lavoratori della Ambruosi&Viscardi, azienda agricola di Porto Sant’Elpidio, che si sono opposti organizzati nel sindacato Si Cobas al licenziamento di massa che li aveva colpiti successivamente alla loro partecipazione allo sciopero del 25 ottobre scorso e alla partecipazione alla manifestazione di Roma del giorno successivo.

Il comunicato della stessa organizzazione sindacale (che alleghiamo in coda a questo articolo) informa che il 9 gennaio tutti i lavoratori licenziati sono rientrati a lavoro attraverso l’ingresso di una nuova società, la Fabbro SRL, che ha rilevato il ramo di azienda che si occupa della lavorazione di verdure fresche dove verranno ricollocati i lavoratori.

Quello che di certo lascia questa battaglia sono due lezioni fondamentali sia nell’immediato che in prospettiva futura per tutti i lavoratori e le lavoratrici:

Innanzitutto il metodo di lotta tanto criminalizzato dalle istituzioni “democratiche”, quello fatto di intransigenza, di scioperi selvaggi e blocchi delle merci (che tante denunce e intimidazioni è costata ai lavoratori) è quella che può vincere contro la prepotenza e la spocchia del padrone, arrivato ad organizzare squadracce di crumiri e altre provocazioni simili, come innaffiare il picchetto a uno dei cancelli interessati dall’ultimo blocco con l’autopompa di acque sporche in presenza delle forze dell’ordine che intanto minacciavano ripercussioni legali e botte vere e proprie ai lavoratori e agli operatori sindacali invece di impedire un tale vergognoso spettacolo.

La seconda lezione è certamente quella che l’unità e la compattezza dei lavoratori all’interno ma soprattutto all’esterno del perimetro della singola fabbrica, può fare la differenza. Ai picchetti e agli scioperi dello stabilimento marchigiano infatti, hanno partecipato lavoratori, disoccupati e solidali provenienti da Milano, Napoli, Roma e da altre città d’Italia, oltre ad aver attirato la solidarietà di diverse realtà politiche e sociali del territorio.

Se la Ambruosi&Viscardi non avesse trovato sulla propria strada questa determinazione degli scioperanti e la solidarietà dei lavoratori solidali ora centocinquanta persone si ritroverebbero senza lavoro, se i lavoratori avessero ceduto alla violenza e alle aggressioni o alle intimidazioni poliziesche ora sarebbero per strada. Ma così non è andata, questa volta la lotta ha vinto. La realtà è che senza lo sciopero duro la lotta (magari esclusivamente delegata alle denunce all’ispettorato e agli avvocati) non avrebbe scalfito nemmeno la superficie del muro padronale, e proprio per questo lo Stato mette in discussione il diritto di sciopero e tenta di criminalizzare le sue espressioni più radicali e lesive dei profitti dei padroni.

Servirà portare queste lezioni davanti ad ogni fabbrica e magazzino, in ogni città, a partire da Prato, questo sabato 18 gennaio, dove altri operai in lotta, quelli della tintoria Superlativa, animeranno il corteo contro le sanzioni per blocco stradale piovute su scioperanti e solidali nella città toscana.

CM


SOLO LA LOTTA PAGA!

All’alba di giovedì scorso 9 gennaio, tutti gli operai protagonisti della dura lotta di dicembre fuori ai cancelli della Ambruosi & Viscardi di Porto Sant’Elpidio sono rientrati al lavoro.
Ciò al termine di difficile trattativa che si è trascinata per tutto il periodo natalizio e che ha alla fine portato al rientro al lavoro dei lavoratori SI Cobas attraverso l’ingresso di una nuova azienda, Fabbro Srl, che ha rilevato un ramo di azienda di Ambruosi & Viscardi, nella fattispecie la fase di lavorazione di verdure fresche (cosiddetta “prima gamma”).
I lavoratori sono stati assunti con contratto a tempo indeterminato in luogo di quelli a tempo determinato con cui sono andati avanti per anni in Ambruosi; manterranno l’anzianità di servizio maturata negli anni; la gran parte di loro torneranno a svolgere le stesse mansioni svolte prima della loro esclusione; sarà loro riconosciuta l’applicazione integrale del CCNL di categoria, quindi il riconoscimento in busta paga di ferie, straordinari, tredicesima, quattordicesima, indennità di malattia, ecc.

Si tratta ora di vedere concretamente se le parti datoriali rispetteranno gli impegni assunti nero su bianco tra Ambruosi e Fabbro e tra quest’ultima e il SI Cobas.
Salutiamo con gioia il rientro al lavoro di questi lavoratori: se lo sono meritati e guadagnati sul campo grazie al loro coraggio, dimostrandosi dei lottatori esemplari capaci di vincere questa battaglia contro tutto e tutti.
Le giornate di sciopero di novembre e dicembre hanno insegnato tanto a questi lavoratori, i quali sono pienamente consapevoli di essere rientrati al lavoro a testa alta e non più da schiavi, e questo ci da la certezza che essi sapranno vigilare costantemente sull’operato delle due aziende.

Per quanto ci riguarda, non abbiamo la sfera di cristallo per prevedere il futuro. Nel regno del capitale ogni vittoria del movimento operaio è di per se stessa parziale e provvisoria: sta ai lavoratori e al sindacato di classe far leva sulle proprie forze per far si che i padroni non si riprendano con gli interessi domani ciò che sono stati costretti a concedere oggi.

SI Cobas nazionale