La crisi sanitaria ha mostrato che la società dei padroni non è costruita sui bisogni della maggioranza della popolazione ma solo sul loro profitto privato, questo si è anche riverberato sulle condizioni di sicurezza che le aziende non sono riuscite o non hanno voluto garantire. Oggi nel dibattito politico è necessario quindi farsi una semplice e fondamentale domanda: se i lavoratori producono e trasportano ogni merce, perché non dovrebbero controllare loro le fabbriche e i magazzini, producendo e erogando i beni che servono alla collettività? Pubblichiamo un articolo di un operaio SDA di Roma sul controllo operaio.



Nel magazzino dove lavoro ci sono diverse lavorazioni. La lavorazione sulla rulliera è organizzata in 3 step: la prima è l’introduzione che consiste nel caricamento dei pacchi sulla rulliera ad opera di uno o due operai, la seconda consiste nell’assegnare la regione di arrivo ai vari pacchi attraverso un codice che viene letto dal palmare, questa parte viene eseguita a un operaio, la terza lavorazione è lo smistamento dei pacchi che occupa un numero di lavoratori dipendente dalla mole di merce presente in magazzino. Infine c’è la lavorazione dei colli definiti ingombranti che ha alcune particolarità rispetto alla lavorazione sul rullo, questa è una lavorazione esclusivamente manuale che richiede da parte del lavoratore che se ne occupa la misurazione e la pesatura del pacco, su questo tipo di lavorazione ci sono una o più persone a seconda del numero di colli ingombranti da lavorare.

Si ha una certa quantità di colli da lavorare al giorno dipendente da quanti tir e furgoni sono presenti in azienda e l’organizzazione del lavoro è impostata in maniera che i lavoratori completino tutto nel più breve tempo possibile. Il fatto che ci sia un sindacato su questi posti di lavoro permette ai lavoratori di non aver paura delle ritorsioni dei preposti nel caso la lavorazione proceda con ritmi ritenuti inadeguati dall’azienda che, attraverso i propri preposti, spinge ovviamente a far lavorare più intensamente, non concedere pause, cambiare turni e orari a proprio piacimento. Se tutto ciò non accade non dipende dalla bontà del padrone, ma dal fatto che i lavoratori sono uniti e si difendono a vicenda ogniqualvolta è necessario. Questa unità è la forza del sindacato, senza questa unione gli operai, magari difendendosi singolarmente, non potrebbero mai far valere le proprie ragioni.

Quindi la presenza di un sindacato realmente controllato dai lavoratori in azienda riduce una serie di problematiche “minori” normalmente del tutto sotto il controllo dell’azienda e permette ai lavoratori di svolgere le proprie ore da contratto controllando i ritmi in maniera che non siano eccessivi. Prima della nascita del sindacato si sarebbe lavorato come somari e una volta conclusa la lavorazione, anche  prima di completare le ore da contratto, i lavoratori sarebbero stati costretti ad abbandonare il magazzino con ovvie ripercussioni sul salario in busta paga.

Sulle norme di sicurezza per il covid 19, per fare un esempio, questa unità che permette agli operai di controllare in qualche misura l’andamento di magazzino, permette ai lavoratori uniti nel comitato di base (cobas) di prendere decisioni e controllare in una certa misura le norme di sicurezza straordinarie che servono ora per contenere il contagio. In assemblea si è deciso che, se non vengono forniti i dpi, oppure non ci sono le distanze di sicurezza necessarie per lavorare con il minimo rischio possibile, tutti i lavoratori si sarebbero fermati per non rischiare il contagio anche procedendo ad uno sciopero fin quando l’azienda non prende provvedimenti in linea con quello che l’assemblea di lavoratori ha discusso e deciso. Stessa cosa vale per la rotazione dei lavoratori in cassa integrazione sempre per via della pandemia, sono le assemblee di lavoratori che propongono all’azienda la turnistica, magari lasciando fuori chi ha patologie pregresse o un’età troppo elevata (ovviamente la scelta è individuale) e controlla che la stessa turnistica coinvolga tutti i dipendenti.

Queste apparentemente piccole conquiste sono il germe del controllo operaio che serve sviluppare e che i padroni non concederanno senza che i lavoratori si organizzino e combattano uniti per ottenerle. Conoscere e sviluppare il controllo dei lavoratori all’interno delle aziende è il primo passo, piccolo ma necessario, per migliorare le nostre condizioni di vita come lavoratori e mettere in discussione il controllo dei padroni su tutta la società. 

 

Renato Esposito

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