In qualità di membro del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, la Russia ha potere di veto sulle sue risoluzioni, e ieri lo ha messo in pratica per evitare sanzioni contro di sé. Stamattina, Kiev si è svegliata con alcuni quartieri dove già le truppe russe sono penetrate.


La Russia, nella giornata di ieri, ha usato il suo potere di veto per fermare una risoluzione dell’ONU contro la sua invasione dell’Ucraina: un testo che aveva il sostegno di una chiara maggioranza del Consiglio di Sicurezza ma sul quale tre paesi, tra cui la Cina, si sono astenuti.

Il documento, che fin dall’inizio era destinato a fallire perché Mosca poteva bloccarlo, era stato promosso dagli Stati Uniti per condannare l’intervento militare russo e chiedere il ritiro delle sue truppe dall’Ucraina.

L’ambasciatore statunitense Linda Thomas-Greenfield si è lamentata del veto, dicendo: “La Russia può porre il veto a questa risoluzione, ma non può porre il veto alle nostre voci, non può porre il veto alla verità, non può porre il veto al popolo ucraino”.

Il commento di Thomas-Greenfield sembra uno scherzo, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU è un organo composto solo da cinque paesi permanenti: Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Cina e Russia. Tutti loro sono dotati di armi nucleari e hanno potere di veto su qualsiasi risoluzione dell’ONU. Non importa ciò che ogni paese del mondo discute e pensa, ognuno di loro può porre il veto alle risoluzioni. Infatti il veto più persistente contro la volontà della maggioranza è sempre quello degli Stati Uniti, e ha a che vedere con il rifiuto di condannare lo Stato terrorista di Israele contro i ripetuti attacchi al popolo palestinese a Gaza e in Cisgiordania, o qualsiasi altro che metta in discussione gli interessi dell’imperialismo statunitense. Vale a dire che non era una novità che la Russia ponesse il veto ad una risoluzione contro di sé.

Da parte sua, la Cina, che finora ha evitato di condannare l’intervento militare russo, ha scelto di astenersi e ha continuato ad essere ambigua sul conflitto.

L’ambasciatore cinese, Zhang Jun, ha detto che Pechino difende la sovranità e l’integrità territoriale di qualsiasi paese e il rispetto della Carta delle Nazioni Unite, ma ha continuato a insistere che la situazione in Ucraina è molto complessa e il risultato di molti fattori.

“Sullo sfondo di cinque cicli successivi di espansione della NATO, le legittime aspirazioni di sicurezza della Russia avrebbero dovuto essere affrontate e rispondere adeguatamente”, ha detto il diplomatico, che ha insistito che la priorità in questo momento deve essere quella di dare spazio alla diplomazia per risolvere il conflitto.

Il governo ungherese ha proposto a Mosca e Kiev di tenere colloqui di pace a Budapest, ha detto il ministro degli esteri ungherese Péter Szijjártó, che allo stesso tempo ha detto che nessuna delle due parti ha rifiutato l’idea.

L’Ucraina ha negato di star rifiutando di sedersi al tavolo dei negoziati con la Russia e ha detto che le parti stavano attualmente tenendo consultazioni sul tempo e il luogo di un possibile dialogo.

“Devo respingere le accuse secondo cui ci siamo rifiutati di negoziare. L’Ucraina è stata e rimane pronta a parlare di un cessate il fuoco e di pace”, ha detto Sergii Nykyforov, portavoce del presidente ucraino Volodymir Zelensky, sul suo account Facebook.

Al momento la risoluzione di un tavolo di dialogo efficace è una funzione di come ogni parte può arrivarci, e la Russia certamente vuole arrivarci dimostrando di avere la capacità di invadere l’Ucraina, e con le sue truppe insediate a Kiev.

Sanzioni contro Putin e la minaccia di bandire la Russia dallo Swift

Gli Stati Uniti si sono uniti all’Unione europea venerdì nell’annunciare sanzioni economiche dirette contro il presidente russo Vladimir Putin e il ministro degli esteri russo Sergey Lavrov come rappresaglia per l’attacco.

Le sanzioni di Washington, a differenza di quelle europee, proibiranno a Putin di viaggiare negli Stati Uniti, ha detto la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki al suo briefing quotidiano con la stampa. Il punto “bizzarro” di questa sanzione è che non impedirà comunque al leader russo di viaggiare alle riunioni delle Nazioni Unite, che hanno sede a New York.

È estremamente insolito che gli Stati Uniti impongano sanzioni contro un capo di stato o di governo. Lo ha fatto solo in passato contro i presidenti di Siria, Bashar al-Assad, e Bielorussia, Alexander Lukashenko, così come il leader della Corea del Nord, Kim Jong-un, ha affermato il Dipartimento del Tesoro in una dichiarazione.

Il primo ministro canadese Justin Trudeau ha annunciato sanzioni contro il presidente Putin, e ha detto che il suo paese sostiene l’esclusione della Russia dal sistema di pagamento internazionale SWIFT per rendere più difficile il finanziamento dell’invasione dell’Ucraina. Le sanzioni includono non solo Putin ma anche il suo ministro Lavrov.

L’Unione Europea ha approvato il suo secondo pacchetto di sanzioni contro la Russia, con cui mira a soffocare l’economia russa con sanzioni finanziarie, energetiche e commerciali e in cui ha anche incluso il congelamento dei beni del presidente Vladimir Putin. Sono rimaste fuori da questo secondo pacchetto questioni come l’espulsione delle banche russe dal sistema di pagamenti SWIFT e le restrizioni commerciali su gas e beni di lusso.

Questo è il motivo per cui il presidente ucraino Volodymir Zelensky ha esortato la Germania e l’Ungheria a sostenere la disconnessione della Russia dal sistema internazionale di comunicazioni interbancarie SWIFT.

“Abbiamo già il sostegno quasi totale dei paesi dell’Unione Europea (UE) per disconnettere la Russia da SWIFT. Spero che la Germania e l’Ungheria abbiano il coraggio di sostenere questa decisione”, ha detto Zelenski in un video diffuso dal suo ufficio.

Oggi la disconnessione della Russia da SWIFT esprime la più grande spaccatura all’interno dei principali paesi dell’UE e i loro interessi particolari su quelli dell'”Unione”. Alcuni, come la Germania, hanno forti legami commerciali con la Russia e una tale decisione potrebbe influenzarli più di altre potenze che spingono per la sua rapida attuazione [come l’Italia per voce del presidente Draghi, ndt].

Mosca ha risposto che le sanzioni contro Putin e Lavrov dimostrano l’impotenza dell’Occidente. La portavoce diplomatica russa Maria Zakharova ha detto. “Le sanzioni contro il presidente e il ministro degli esteri sono un esempio e una dimostrazione della totale impotenza” dei paesi occidentali, in un’intervista al Canale Uno della televisione di stato.

 

Combattimenti a Kiev

Dal punto di vista militare, i combattimenti si sono concentrati nelle ultime ore a Kiev, dove Zelenski ha detto che “resisterà” e ha negato di voler lasciare il paese.

Secondo i rapporti, l’esercito ucraino sta combattendo nelle strade della capitale contro le unità russe, che stanno bombardando un presidio militare nella parte occidentale della città.

Una colonna russa, che secondo l’Agencia Efe sarebbe composta da carri armati, camion e altri veicoli militari, avrebbe cercato di avanzare nella zona della metropolitana Berestéiskaya, sul viale della Vittoria. Questa è la linea rossa della metropolitana che porta al cuore di questa città di tre milioni di abitanti.

A Kiev si sono sentite delle esplosioni che, secondo le autorità locali, sono dovute al tentativo della Russia di attaccare una centrale termica a Troieshchyna, nel nord della capitale. La centrale di cogenerazione CHP-6 è la più potente in Ucraina.

L’ufficio del sindaco di Kiev consiglia agli abitanti della città di non uscire e di non guardare fuori dalle finestre o dai balconi dei loro edifici.

Le immagini che sono arrivate questa mattina mostrano anche un edificio residenziale colpito da un missile che l’Ucraina sostiene sia stato lanciato dalle forze russe. La Russia da parte sua non ha negato questo e ha detto che stavano “cercando di evitare vittime civili”.

In un messaggio alla nazione questa mattina presto, Zelensky ha invitato l’esercito a non perdere il controllo della capitale. Secondo lui, il destino dell’Ucraina si sta decidendo in questo momento e ha assicurato che il suo obiettivo principale “è quello di porre fine a questo massacro”.

“Molte città del nostro Stato sono sotto attacco: Chernobyl, Sumy, Kharkov, il Donbass nel sud. Particolare attenzione a Kiev: non si può perdere la capitale”, ha detto in un nuovo discorso alla nazione pubblicato dal suo ufficio su Telegram.

Dopo 48 ore dall’annuncio dell’arrivo delle truppe russe nelle vicinanze di Kiev, ciò che continua a prevalere sono versioni autocelebrative e fake news da entrambe le parti. Mentre l’Ucraina sostiene di aver smantellato l’attacco russo alla capitale e i media statunitensi, con materiale trapelato dal Pentagono, dicono che Mosca dovrà affrontare una guerra urbana strada per strada nella capitale, il Cremlino fa trapelare la propria versione in cui dice che Zelensky “ha ordinato di deporre le armi e che un’evacuazione sta avendo luogo”. Lo stesso Zelensky ha dovuto confermare che “sono qui e non stiamo deponendo nessuna arma”.

Quello che è certo è che dopo le prime 24 ore di avanzata fulminea delle forze russe in diversi punti strategici del paese, la penetrazione dentro Kiev sembra avvenire a singhiozzo. Nel frattempo, le richieste di dialogo si moltiplicano, con proposte da varie capitali (Bielorussia e Polonia, tra queste), alle quali la Russia, in ogni caso, cercherà di mostrare un nuovo equilibrio di potere rispetto a quello che aveva solo una settimana fa.

Nel frattempo, manifestazioni contro la guerra si stanno svolgendo in varie città, come nella stessa Russia, dove il governo ha arrestato più di 1800 persone.


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Noi rivoluzionari rivendichiamo di affrontare con la mobilitazione l’inizio di questa guerra reazionaria, contro la NATO e le sanzioni imposte dalle potenze imperialiste, così come rifiutiamo l’intervento militare della Russia in Ucraina. L’Ucraina è una merce di scambio in questo gioco. La possibilità di un’Ucraina indipendente è inestricabilmente legata alla lotta contro gli oligarchi da entrambe le parti e a una prospettiva socialista. La possibilità di fermare le guerre reazionarie è in definitiva legata allo sviluppo della rivoluzione socialista e alla fine della dominazione imperialista in tutto il mondo. Rivendichiamo lo sviluppo di una mobilitazione indipendente contro l’inizio di questa guerra reazionaria.

 

Redazione di La Izquierda Diario

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