Continua la campagna militare genocida di Israele contro il popolo palestinese e nel campo profughi di Jabalia c’è stato l’ennesimo massacro di civili. La Rete salernitana di solidarietà per la Palestina ha indetto per oggi un presidio contro quest’aggressione.


Nel silenzio dei media e col consenso dei governi occidentali il popolo palestinese sta subendo un vero e proprio genocidio per mano dall’esercito sionista di Israele.

Una marea di dolore, solidarietà e rabbia sta travolgendo le città europee: dopo la manifestazione del 28 ottobre a Roma, continuano in tutta Italia azioni e momenti di solidarietà nei confronti del popolo palestinese.

Nella giornata del 31 ottobre si è consumato a Gaza l’ennesimo atto del genocidio del popolo palestinese. Sei tonnellate di bombe hanno colpito il campo profughi di Jabalia, causando la morte di centinaia di persone, la maggior parte donne e bambini.

 

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Dopo quest’ennesimo massacro, la Rete Salernitana di solidarietà per la Palestina ha indetto una veglia che inizierà alle ore 18.00 e avrà luogo a Piazza Portanova per stringersi simbolicamente attorno al popolo palestinese massacrato sotto le bombe per volontà del governo sionista di Netanyahu.

Come recita il comunicato della Rete:

Il Ministero della Sanità palestinese, oggi, ha pubblicato i dati aggiornati sulle vittime dei bombardamenti israeliani su Gaza. Secondo gli ultimi aggiornamenti, dal 7 ottobre sono state uccise almeno 8.796 persone, tra cui 3.648 bambini e 2.290 donne.

Anche Salerno si associa alle dichiarazioni del Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres che ha espresso condanne precise alle violazioni del diritto internazionale a Gaza da parte di Israele. Ieri di nuovo ha ribadito la sua richiesta per un immediato cessate il fuoco affermando di essere profondamente allarmato per l’escalation del conflitto e di condannare l’uccisione di civili a Gaza, di cui due terzi sono donne e bambini. È fondamentale rispettare il diritto internazionale umanitario che stabilisce regole chiare che non possono essere ignorate o applicate in maniera selettiva”.

La mattanza sionista non si arresta, però, e nessun diritto internazionale ha in sé la forza di fermarla, perché coloro che dovrebbero occuparsi di applicarlo sono quelle stesse potenze imperialiste occidentali che garantiscono un supporto politico, militare ed economico a Israele. I palestinesi stanno subendo la loro seconda Nakba dopo quella del 1948, quando furono massacrati ed espulsi in massa dalla loro terra.

L’Italia non è estranea a questi crimini: oltre all’appoggio politico, è risaputo che lo Stato italiano fornisce armi e supporto logistico all’entità sionista grazie soprattutto al memorandum di intesa firmato nel 2003 dal governo Berlusconi che sancisce il reciproco addestramento e forniture militari.

Noi rivendichiamo la cancellazione di questo memorandum e l’arresto di tali forniture che causano morte e oppressione per il popolo palestinese.

Al di là del nostro totale ripudio e disgusto per i massacri e la brutalità quotidiana dello Stato d’Israele, per garantire che la nostra società diventa per davvero umana, come rivendica la manifestazione salernitana, abbiamo bisogno di far evolvere in lotta di classe, in lotta politica indipendente dall’imperialismo e dai suoi governi sottoposti in Medio Oriente, l’indignazione e la mobilitazione di massa che hanno attraversato il mondo in queste settimane. A partire dalla classe lavoratrice in Israele e dalle masse operaie e popolari del Medio Oriente, perché possiamo costruire una Palestina unita, multietnica, operaia e socialista, all’interno di una confederazione socialista del Medio Oriente.

Giuseppe Perozziello

Nato a Salerno nel 1994, vive Mercato San Severino dove ha partecipato al movimento dell'Onda col Collettivo d'Avanguardia Operaia e Studentesca nato in seno al liceo Virgilio.
In seguito, partecipa alle lotte e alle esperienze di autorganizzazione operaia in Campania.
Lavoratore precario e studente di filosofia all'Università di Salerno (Fisciano), è tra i fondatori de La Voce delle Lotte e della Frazione Internazionalista Rivoluzionaria.
Attivista sindacale indipendente.