In serata una squadraccia di sei sionisti ha aggredito il famoso cuoco frascatano, da anni impegnato nella causa della liberazione della Palestina. Portiamo la nostra solidarietà e non lasciamo soli gli attivisti minacciati dalla violenza sionista!


La notizia è arrivata questa sera direttamente dal canale telegram “Rubio feat Rubio“, gestito da Gabriele Rubini, noto come Chef Rubio per la sua partecipazione a diversi programma televisivi dedicati alla cucina, sua passione dopo una carriera giovanile come rugbista.

Rubio è stato aggredito mentre rientrava a casa da una iniziativa di solidarietà alla Palestina tenutasi a Cassino: dopo aver manomesso il cancello automatico dell’abitazione, una squadraccia di sei sionisti lo ha aggredito, utilizzando anche sassi e caschi per colpirlo, infliggendogli diverse ferite al volto:

6 ebrei sionisti hanno tagliato i cavi del cancello di casa di mia madre, hanno aspettato che tornassi da Cassino e poi mentre provavo ad aprire inutilmente il cancello seduto in macchina (con le cinture infilate) mi hanno preso a sassate, pugni e cascate. “Pezzo di merda, così impari”. Mezzeseghe, non mi avete fatto nulla. Detto ciò, questo agguato di stampo ebraico mafioso lo imputo alle comunità ebraiche, a chi non le ha mai denunciate, a chi non ha marciato il 27 gennaio, ai sionisti nascosti tra i politici e i media, ma soprattutto alla vile classe giornalistica.

Gabriele, che ha potuto viaggiare più volte in Palestina, da anni si spede come attivista per la causa di liberazione del popolo palestinese, esponendosi in prima persona contro la criminalizzazione dell’antisionismo e contro la disinformazione sulla Palestina e sulle politiche di Israele. Ciò ha attirato da tempo le antipatie sia dei personaggi mediatici schierati col sionismo, sia delle “comunità ebraiche” ufficiali italiane, bastioni della propaganda sionista e, quanto meno di fatto, ispiratrici anche delle azioni violente di squadracce che continuano a registrarsi, come ad esempio quelle dell’associazione della Brigata Ebraica lo scorso 25 aprile a Roma, con minacce a una giornalista, aggressioni a persone isolate, lancio di bombe carta su persone inermi.

Hanno provato a zittirci dicendo che la nostra mobilitazione contro il genocidio a Gaza avrebbe provocato non si quanti e quali pogrom contro gli ebrei in Italia.

Quello che vediamo, però, sono pesanti minacce e aggressioni squadristiche da parte di ambienti sicuramente collegati alla comunità ebraica “ufficiale”, come nel caso del 25 aprile scorso a Roma, o che comunque recepiscono la direttiva per cui gli attivisti antisionisti vanno perseguitati: a parole e, per chi vuole, con la violenza.

Le differenze politiche che si possono avere con Gabriele o con altri attivisti e correnti del movimento contro il genocidio a Gaza non devono in alcun modo limitare la solidarietà e l’autodifesa reciproca di fronte alle azioni squadriste dei sionisti organizzati in Italia.

Non è la prima volta, non sarà l’ultima: difendiamoci insieme dagli squadristi sionisti, non lasciamo solo nessun attivista!

 

Giacomo Turci

Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.