Un collettivo di sostegno alla Palestina tra gli studenti dell’accademia di belle arti di Napoli (ABANA) è nato poco dopo la brutale offensiva israeliana post-7 ottobre.

Pubblichiamo il comunicato con cui chiamano alla mobilitazione contro il genocidio che Israele sta commettendo in Palestina.


La scorsa settimana è stato fondato all’accademia di belle arti di Napoli (ABANA) un collettivo in sostegno alla Palestina. La Voce delle Lotte si mette a disposizione come megafono di iniziative come questa, e altre, che si inseriscono in un processo di mobilitazione dei giovani e dei lavoratori contro le politiche genocide e di apartheid condotte da Israele (pubblichiamo sotto questa breve introduzione il manifesto di “Chiamata alle arti per la Palestina” scritto da un gruppo di allievi dell’ABANA).

Il movimento internazionale pro-Palestina sta prendendo piede anche nelle università italiane, ove studenti e ricercatori rivendicano un’interruzione dei rapporti tra istituzioni accademiche israeliane e occidentali, da cui l’economia di Tel Aviv dipende, a causa del peso dei settori hi-tech. Questo senza tenere conto del fatto che vari programmi di collaborazione coinvolgono università direttamente implicate nello sviluppo di tecnologia con risvolti militari, come il Techion di Haifa, coinvolgendo grandi gruppi italiani.

Anche gli studenti delle accademie di belle arti, e i lavoratori artistici e della cultura, possono giocare un ruolo in questa battaglia. Possono farlo articolando un discorso che ponga il problema della lotta all’apartheid israeliano tramite la non collaborazione con le istituzioni sioniste, nonché mettendo la propria creatività al servizio della critica all’ideologia dominante, pro-sionista e pro-imperialista, e dell’unità tra studenti e lavoratori. L’iniziativa degli studenti dell’ABANA è inoltre molto interessante poiché non vuole ridursi a un’azione isolata, ma mira a preparare il terreno per una partecipazione sempre più larga, riunendosi tutti i giorni all’ora di pranzo per discutere democraticamente.

L’occupazione delle università a sostegno della Palestina, e\o la messa in discussione di mozioni per il boicottaggio delle accademie israeliane nei consigli universitari per sfidare e smascherare i vertici delle istituzioni sono mezzi importanti. Tuttavia, tali mezzi non possono essere slegati da un percorso di preparazione che porti a grandi assemblee studentesche dove discutere di un programma d’azione e costruire una mobilitazione che cerchi di coinvolgere la massa degli studenti: solo in questo modo è possibile costruire azioni efficaci.

Si tratta certamente di una prospettiva impegnativa, ma non ci sono scorciatoie rispetto alla mobilitazione di massa, per creare rapporti di forza a nostro favore. Perchè un lavoro paziente possa avere successo serve inoltre discutere in maniera profonda gli obiettivi della lotta e far capire come essa interessi tutti gli studenti.

A tal proposito, la questione delle partnership tra università italiane e israeliane (ove sono spesso implicate grandi imprese) va collegata alla crescente ingerenza dei privati nelle istituzioni accademiche, l’altra faccia dei tagli all’università, alla ricerca non succube degli interessi privati e al diritto allo studio. La lotta contro l’apartheid Sionista è la lotta contro la privatizzazione dell’istruzione superiore, per un’università realmente democratica, pubblica e gratuita.

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Chiamata alle arti!

La stima è di un bambino ammazzato ogni 10 minuti.

In poco più di un mese di bombardamenti su Gaza, Israele ha fatto più di 10.000 morti civili. Questo con la complicità dell’occidente.

Complicità che parte dai tanti media che mistificano e capovolgono la situazione ribaltando totalmente la verità su chi è l’oppresso e chi l’oppressore. Ma il sostegno occidentale a questo genocidio è molto più radicato, ed è proprio l’appoggio di UE e USA che permette oggi a Israele di essere il paese con gli armamenti più avanzati al mondo. Ciò ha suscitato reazioni internazionali di solidarietà per il popolo palestinese che, dopo più di settant’anni di oppressione colonialista e le tre intifada sempre drammaticamente represse da parte dello stato illegittimo di Israele, oggi subisce uno dei più feroci attacchi mai ricevuti. Anche l* student* universitar* hanno espresso il loro dissenso occupando le facoltà. A partire da l’ Orientale di Napoli che, da decenni, come istituzione accademica, porta avanti accordi economici con Israele stesso.

Per questo da lunedì 13 ottobre abbiamo iniziato un percorso di sensibilizzazione attraverso il mezzo artistico all’interno dell’accademia che sproni la direzione a dichiararsi a sostegno del popolo palestinese e che raggiunga tutt* l* student*, rompendo il muro di disinformazione e passività frutto dell’ imperante cultura individualista asservita alle politiche imperialiste.

Abbiamo deciso di autorganizzarci presidiando il cortile tutti i giorni durante le ore di pranzo, in cui si incrociano centinaia di student*, per lavorare a nuove pratiche in collettività e gridare a gran voce che siamo a difesa della Palestina.

Come artist* crediamo di avere un ruolo fondamentale nella formazione della coscienza collettiva. L’arte è un veicolo di informazione, più o meno esplicita. Le nostre immagini, i nostri suoni, la nostra voce riecheggia in tutti gli spazi che attraversiamo, soprattutto quello dove ci formiamo come l’accademia. È quindi importante, in questa sede, schierarsi e organizzarsi a difesa del popolo palestinese.

Vogliamo un’arte che ritorni ad avere profondo senso critico, politico, sociale. Vogliamo un’arte che sia strumento di liberazione del* oppress* di tutto il mondo.

STOP BOMBARDAMENTI

STOP ANTISEMITISMO

STOP ISLAMOFOBIA

STOP APARTHEID

ABANA PER LA PALESTINA LIBERA!

 

La Voce delle Lotte ospita i contributi politici, le cronache, le corrispondenze di centinaia compagni e compagne dall'Italia e dall'estero, così come una selezione di materiali della Rete Internazionale di giornali online La Izquierda Diario, di cui facciamo parte.