Già nel 2015 il comune di Castellammare si era ritrovato in una forte crisi di acculo dei rifiuti a causa dei ritardi nel pagamento di stipendi e contributi che hanno portato ad una battaglia tra Ego Eco srl, la ditta vincitrice del bando per la raccolta rifiuti in città e il Comune. Oggi a distanza di anni la situazione nelle periferie non è cambiata, si vive in una condizione di perenne degrado. Per questo ci sembra interessante riportare la testimonianza diretta di un residente del rione Savorito di Castellammare di Stabia che fa luce sulla situazione che vivono le periferie stabiesi dimenticate, unitamente alle classi povere, che le abitano dalla politica dominante targata PD.
Oggi le classi dominanti investo tutto il loro capitale nel centro città dove possono rimpinguare le proprie tasche, e lasciando a se stesse le periferie dove invece vivono i proletari che non si possono permettere gli alti affitti delle zone centrali, ne il costo della vita. Però, purtroppo, la soluzione non è quella di fare delle migliorie alle province, ma quello di abbattere la settorializzazione abitativa e dare case oneste, non fatiscenti ed adatte a tutte le famiglie proletarie, così da permettergli, almeno di abitare in case dignitose.
La situazione di degrado che si vive nel rione Savorito diventa sempre più grave ed estesa. Parte dai giardinetti delle palazzine, fino ad arrivare nelle varie strade nonché nel campetto adiacente alla strada che porta alla stazione di Pioppaino. La cosa grave, è che nessuno fa niente, sembra una periferia abbandonata a sé stessa. Le persone che abitano ai piani bassi, sono quasi impossibilitati ad aprire la finestra, in quanto l’erba e le piante incolte, portano ad un insediamento d’insetti che minano la nostra igiene personale, entrando dalle finestre o da qualche apertura delle zanzariere per chi n’è provvisto. Manca una disinfestazione estesa a tutta la zona, manca manutenzione ai giardini, alle aiuole, alle strade, e alle giostrine che di recente sono state riparate dalle persone della zona, con le proprie tasche. Si parla sempre di Castellammare come una città che vive intorno al proprio centro, alla propria villa comunale, ma Castellammare non è solo questa, è anche fatta di periferie, di posti e luoghi che hanno bisogno di rinascere e portare la stessa città a un nuovo lustro. Fallito il piano dell’Housing sociale, sembra che sia tutto finito, tutto morto, che la periferia non abbia più un futuro di essere un’alternativa ad una città che sta diventando fin troppo cara, per affitti, e per tenore di vita. Ogni grande città, dovrebbe avere piccole periferie per garantire a tutti un posto vivibile, sano, che può sostenere anche persone che economicamente non navigano nell’oro. Ma ciò per Castellammare non avviene, tutto è centralizzato sui punti focali di una città che giorno dopo giorno sta diventando sempre più problematica e caotica. Un abitante stabiese”.
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