Sono in corso due indagini per associazione a delinquere contro Eduardo Sorge, dirigente sindacale napoletano, e militanti dei portuali del CALP genovese. Respingiamo queste provocazioni: la lotta di classe non è un crimine!


È notizia di pochi giorni fa quella delle indagini per associazione a delinquere, che rimandano all’articolo 416 del Codice Penale, a carico rispettivamente di alcuni militanti del CALP – Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali di Genova – e del compagno Eduardo “Eddy” Sorge, dirigente del movimento “7 novembre” dei disoccupati napoletani, e del SI Cobas.

Una provocazione che merita come risposta una larga campagna di solidarietà attiva da parte delle organizzazioni di sinistra, dei movimenti sociali, dei sindacati affinché sia respinta questa criminalizzazione della lotta di classe che punta a infangare per primi gli esponenti in vista dei settori combattivi.

 

Ma perché proprio il Calp e perché proprio Eddy?

Recentemente è stata sotto gli occhi di tutti la portata reale delle lotte portate avanti dal Calp contro il traffico internazionale di armi, tra cui la segnalazione ai colleghi livornesi del passaggio di una nave contenente equipaggiamento militare diretta in Palestina a rifornire gli oppressori sionisti. Blocco, quest’ultimo, che ha visto l’appoggio anche di altri lavoratori dei porti italiani, con difficoltà anche nel porto di Salerno dove altri lavoratori meno organizzati si sono opposti al trasbordo delle merci dalla stessa nave indirizzata lì poiché altrove era impossibile.

Un altro settore di conflitto di rilevanza internazionale è quello della logistica dove Eddy da anni interviene personalmente come dirigente del SI Cobas, sindacato che si concentra in importanti aziende multinazionali come TNT-Fedex, dove da mesi i lavoratori di tutta la filiera lottano contro il contratto-bidone di internazionalizzazione che ha previsto la chiusura del magazzino di Piacenza, lasciando 280 lavoratori a casa.

Queste indagini delle procure di Napoli e Genova sono rivolte proprio, come dicevamo, contro militanti d’avanguardia, esponenti riconosciuti di lotte sindacali e politiche, al fine di criminalizzare e negare “ per legge” la possibilità di metodi e posizioni più radicali ne movimenti, che aprano la possibilità di un’ascesa della lotta di classe, contro la passività della concertazione della grande burocrazia sindacale.

Chi lotta non può essere inquisito per il mero fatto della sua militanza, né paragonato ad un mafioso, ad un criminale borghese, ad un camorrista, ad un padrone mandante di un omicidio, a tutta la borghesia italiana industriale e finanziaria che continuativamente si associa per sottomettere, sfruttare ed impoverire i lavoratori e le lavoratrici pur di fare profitto. Queste sono associazioni a delinquere! Questa è la società della borghesia e l’associazione a delinquere non c’entra niente con la lotta di classe!

A tutto ciò noi contrapponiamo non solo la solidarietà attiva ma chiediamo che queste provocazioni siano spedite al mittente attraverso l’unione e l’intensificazione delle lotte e della loro portata anticapitalista. A maggior ragione quando queste lotte hanno un’impostazione internazionalista, mettendo in questione la catena di sfruttamento internazionale del capitalismo, così come il suo apparato militare, e chiamando all’unità nella lotta la classe lavoratrice in tutto il mondo in base a obiettivi comuni.

Contro la repressione individuale e collettiva, contro la criminalizzazione, intensifichiamo le lotte e la loro portata internazionale, chiediamo a gran voce lo sciopero generale e facciamo in modo che la sua portata sia internazionale!

Dalla questione climatica all’istruzione, passando per il lavoro e la libertà di genere, le nostre lotte sono la nostra arma di difesa e la loro portata internazionale è la nostra offesa al capitalismo che ovunque nel mondo sfrutta, discrimina e riduce all’osso la nostra classe sociale!

No alla criminalizzazione della lotta di classe! Dalla parte di Eddy! Dalla parte del Calp! Dalla parte di chi lotta contro il capitalismo! Per la lotta di classe internazionalista dei lavoratori di tutto il mondo uniti!

Michele Sisto

Redattore della Voce delle Lotte, nato a Napoli nel 1996. Laureato in Infermieristica presso l'Università "La Sapienza" di Roma, lavora come infermiere.