I burocrati sindacali hanno provato a fermare la mobilitazione dei lavoratori per lo sciopero generale di ieri. Nonostante la loro resistenza passiva o attiva, la classe lavoratrice brasiliana ha organizzato scioperi e picchetti in tutto il paese.

Ieri mattina si sono registrati picchetti e mobilitazioni in svariate località del Brasile, nel contesto di uno sciopero generale. Questo è il secondo sciopero generale in tre mesi: i lavoratori protestano contro le misure d’austerità del governo Temer. In particolare, stanno protestando contro le leggi di riforma del lavoro e le leggi sulle pensioni, che aumenterebbero l’età di pensionamento.

Il governo Temer è in una crisi profonda e registra solo il 7% di consenso. Stabilito con un golpe istituzionale, Temer ha impiegato l’ultimo anno promuovendo misure d’austerità. Negli ultimi 6 mesi la classe lavoratrice ha incominciato a rispondere a questo attacco, prima con scioperi limitati e poi con uno sciopero generale – il più grande in Brasile da decenni.

Comunque, i burocrati sindacali, molti dei quali sono strettamente connessi col Partido dos Trabalhadores (PT) o persino a interessi d’azienda, non vogliono mobilitare la classe lavoratrice perché lotti per i propri diritti. Hanno chiamato uno sciopero generale quasi un mese dopo la grande protesta di oltre 100.000 persone a Brasilia [capitale federale del Brasile], assicurandosi che ci fosse tempo per far evaporare l’energia generata dalla mobilitazione. Alcuni sindacati, più connessi ai padroni e al mondo aziendale, hanno persino speso parole contro lo sciopero. I sindacali collegati al PT si sono rifiutati di organizzare assemblee e di organizzare i lavoratori per garantire un concreto successo dello sciopero. Nonostante ciò, i lavoratori hanno comunque organizzato scioperi e picchetti, fronteggiando la repressione poliziesca in tutto il paese. Di seguito, solo alcuni esempi.

Rio de Janeiro


A Rio de Janeiro, la ferrovia che porta i lavoratori pendolari da una città vicina a Rio è stata completamente bloccata ieri mattina.

Una delle autostrade principali è stata ugualmente bloccata da picchetti operai; i lavoratori e gli studenti presenti hanno dovuto fronteggiare una brutale repressione da parte della polizia. Due persone sono rimaste ferite – una per un proiettile di gomma, mentre un’altra ha riportato una gamba rotta per via della repressione.

Sao Paulo

I lavoratori della Petrobras Oil in tutto il paese hanno incominciato uno sciopero a tempo indefinito, con l’arresto dell’attività nelle raffinerie di Sao Paulo, Bahia e Rio, in segno di protesta contro gli attacchi del governo alla classe operaia. I lavoratori sono in sciopero anche per migliori condizioni di lavoro, e protestano contro lo smantellamento della proprietà parzialmente pubblica dell’azienda.

Un’autostrada importante di Sao Paulo, Anchieta, è stata bloccata dagli scioperanti.

USP, la più grande università di Sao Paulo, ha subito il blocco dell’entrata da parte dei lavoratori e degli studenti, e un’altra protesta ha avuto lugo nella parte meridionale della città.

Ceara

A Ceara, i bancari, gli elettromeccanici, i metallurgici, gli educatori (inseganti statali, cittadini e federali, e professori) e i lavoratori dei trasporti sono scesi tutti in sciopero nella giornata di ieri.

Salvador

A Salvador, gli autisti di autobus hanno bloccato le strade e si sono rifiutati di lavorare. Nemmeno i treni hanno circolato regolarmente in città.

Porto Alegre

A Porto Alegre, i garage degli autobus di Trevo e Carris erano chiusi per via di picchetti dei lavoratori. Entrambi sono stati pesantemente repressi dalla polizia. Nonostante ciò, i lavoratori sono rimasti davanti alle entrate, rendendo difficile per gli autobus lasciare i garage.

Guarda il video della repressione:

Pubblicato da Diario do Rodoviário su Venerdì 30 giugno 2017

Campina Grande, Paraíba

A Campina Grande, gli autisti di autobus sono andati in sciopero, rendendo impossibile la circolazione in città. Gli educatori e i bancari pure hanno scioperato.

Natal

A Natal i lavoratori del trasporto pubblico, della sanità e bancari sono scesi in sciopero ieri.

Fonte: Left Voice

Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.