Dopo una lunga notte i lavoratori di PepsiCo, insieme a varie organizzazioni attive a Buenos Aires, sono stati duramente repressi dalle forze dell’ordine. La resistenza dei lavoratori è stata esemplare contro la repressione e lo sfratto illegale operato dal macrismo a favore della multinazionale americana. L’operazione, effettuata in diretta dalla sinistra ufficiale, è iniziata alle 3:30 con enorme dispiegamento di gendarmeria. Nel corso della nottata si sono susseguite diverse cariche cariche terminate alle ore 10:00 del mattino. Il pesante assalto della polizia, che si è servita di proiettili di gomma, manganelli e gas, non è riuscito ad intimidire i lavoratori, che hanno resistito all’avanzata.

Il sostegno popolare per i lavoratori è stato enorme. Le organizzazioni insieme agli abitanti del quartiere hanno dato manforte ai lavoratori, ospitandoli all’interno delle proprie abitazioni per evitarne la cattura. L’evento ha avuto una forte risonanza mediatica, forte di una partecipazione corposa da parte di popolazione, operai e lavoratori Pepsico. «Che vergogna, reprimere i lavoratori che difendono il proprio diritto al lavoro» è stato uno dei canti sentito durante la repressione di una fabbrica in cui gran parte degli occupanti era costituito da casalinghe.

Poco dopo le ore 10, i lavoratori che erano sulla terrazza dello stabilimento hanno dichiarato che si sarebbero arresi solo una volta assicurata la presenza di legislatori in materia di agenzie dei diritti umani e figure come Nicholas Caño, Myriam Bregman, Christian Castillo (FIT) e Luis Zamora (Ayl), insieme alla garanzia che non sarebbero stati arrestati. I  lavoratori hanno tagliato un tubo del gas per allontanare la gendarmeria.

Gli operai sono stati intervistati dai media e i loro sostenitori, con parole cariche di emotività e di odio per il governo e i padroni, hanno richiamato a gran voce all’unità di tutti i lavoratori pronti a lottare contro i padroni e questo sistema che ci opprime. Solo così, solo  grazie a questa unità sarà possibile far sì che il proletariato prenda possesso delle forze produttive, fino alla soppressione di ogni divisione in classi. Camilo Mones, che rappresenta i lavoratori, ha detto che «abbiamo lottato fino alla fine e continueremo». La fabbrica è stata sfrattata, ma la lotta per difendere i posti di lavoro è ancora dura.

Red e Crow

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