In questi giorni, fin dal primo sgombero dell’occupazione abitativa di rifugiati a piazza Indipendenza, si sono susseguiti fiumi di parole sulla stampa borghese e, a rimorchio di questa, sui social e sui siti di informazione dedicati. La sensazione che si poteva avere fino al 24 agosto era quella di una torsione razzista e reazionaria evidente, una piaga di massa che arrivava ad avvelenare le menti tanto da spingere più di qualcuno a gridare ai roghi e ai pogrom. Con polizia che, ed è documentato ampiamente, picchia uomini e donne praticamente indifesi, ne ferma arbitrariamente altri caricandoli brutalmente in macchina e addirittura rincorre la folla in mezzo agli autobus della stazione Termini (momento in cui viene pizzicato il responsabile dell’ordine pubblico mentre incita a “spezzare braccia”).
Da quella giornata, però, qualcosa cambia repentinamente e il 26 agosto il corteo è partecipato da migliaia di persone nonostante il dispositivo repressivo che costringe a passare per i checkpoint della polizia.. La risposta di proletari italiani e immigrati è arrivata nel pieno di un periodo di vacanza, come, probabilmente, non si vedeva da anni.
Prima del corteo arriva la notizia che gli sgomberi in tutto il paese sono bloccati a meno che non ci siano soluzioni abitative alternative, alla fine del corteo, dato il rifiuto dei rifugiati di andarsene, si ottiene la scarcerazione di tre donne fermate nella giornata del 24 e la riduzione delle accuse ai due uomini fermati sempre nelle stesse circostanze. Si ottiene un presidio; si ottiene di aspettare che il prefetto di Roma torni dalle vacanze per aprire un tavolo di trattativa. Mentre migliaia di razzisti sentenziavano sui social network se fosse giusto o meno occupare case per bisogno, la lotta per il miglioramento delle condizioni della classe dei lavoratori ha prodotto dei risultati e ha costruito una solidarietà di classe non scontata.
I rifugiati per il loro coraggio di lottare contro la barbarie sono riusciti a costruire unità stimolando un fronte unico tra gli oppressi. In piazza, infatti, non c’erano solo rifugiati, c’erano altri occupanti, lavoratori e lavoratrici organizzati nel sindacalismo conflittuale, disoccupati, donne con bambini, un fiume di proletari raccolto attorno alle rivendicazioni basilari della casa e del lavoro, insomma, di una vita dignitosa.
Ieri, 28 agosto, il presidio a piazza Madonna di Loreto, a due passi dalla prefettura, ha rivendicato per l’ennesima volta l’apertura di un tavolo con prefetto, regione e comune, tavolo che dopo ore di temporeggiamenti è stato accettato. Nel pomeriggio la questura ha però deciso di intimare al movimento e agli occupanti di sciogliere il presidio, altrimenti sarebbe stato in pericolo il tavolo stesso. La determinazione dei rifugiati ha rigettato il ricatto, decidendo di rimanere mettendo in chiaro che il presidio non solo non mette a rischio il tavolo, ma, al contrario, lo tutela da possibili colpi di mano delle amministrazioni. Ancora una volta i rapporti di forza si affacciano prepotentemente come unico strumento per raggiungere obiettivi e tutelare le conquiste.
Il Movimento 5 Stelle governa la città di Roma. Attraverso le parole del sindaco di Roma e del parlamentare Di Maio, tra lavoratori occupanti case e imprenditori palazzinari, ha scelto di stare dalla parte di quest’ultimi, confermando la sua natura reazionaria. Le sue politiche repressive e antiproletarie sono perfettamente in continuità con quelle dei precedenti governi di centro-sinistra e centro-destra.
Come Frazione Internazionalista Rivoluzionaria siamo impegnati assieme ai compagni di altre organizzazioni nello stare al fianco degli occupanti in questa lotta, pertanto, invitiamo a una ulteriore mobilitazione mercoledì 30 agosto alle ore 12:00, presso piazza Madonna di Loreto, per avanzare verso la conquista di alloggi dignitosi per tutti.
Solo la lotta paga e vince!
Abolizione della Legge Minniti!
Diritto di cittadinanza per tutti i migranti!
Case, lavoro e salario per tutti i lavoratori e i disoccupati, italiani e immigrati.
Per la costruzione di un partito rivoluzionario dei lavoratori e per la costruzione di assemblee popolari di lavoratori italiani e immigrati!
Frazione Internazionalista Rivoluzionaria