Questo è il primo di tre articoli a cura di Anna Malyukova riguardo i suoi ricordi dell’Unione Sovietica, dove è vissuta e cresciuta prima del suo collasso nel 1989. L’articolo non è una distaccata analisi politica sulla situazione nell’ex Unione Sovietica, quanto la storia delle sue esperienze personali, che illustra le profonde contraddizioni che hanno segnato la società e la vita quotidiana del popolo sovietico.

 

La rivoluzione russa è stata oggetto di molteplici travisamenti, in particolar modo negli Stati Uniti. Le politiche anti-comuniste delle amministrazioni statunitensi durante la seconda metà del XX secolo hanno reso possibile identificare il socialismo con totalitarismo, oppressione e mancanza di libertà. Il capitalismo americano, al contrario, si è presentato come il miglior sistema sociale possibile. Tuttavia, dopo otto anni di recessione economica e con l’elezione a presidente di Donald Trump, le cose sembrano poter cambiare.

In tutto il mondo, anche negli Stati Uniti, tra le persone è diffusa la consapevolezza che il capitalismo è un sistema che merita di scomparire. Il volto più sinistro del “modo di vivere americano” è costituito dallo sfruttamento e dalla precarizzazione di milioni di lavoratori, dalla violenza dilagante della polizia, dal razzismo sistematico, dalla carcerazione di massa della popolazione nera, e dalla persecuzione contro i lavoratori immigrati. La globalizzazione ha permesso alle multinazionali americane di arricchirsi sfruttando milioni di lavoratori, mentre le persone oppresse nel mondo, soprattutto nel sud, soffrono sotto il giogo dell’egemonia criminale economica e politica degli Stati Uniti, la superpotenza a volte guidata dai democratici, altre dai repubblicani.

In questo contesto, è utile far luce su quella che fu la rivoluzione più imponente della classe operaia nella storia. È vero che il partito comunista fu il principale responsabile della restaurazione del capitalismo in Russia; tuttavia alcuni dei successi della rivoluzione perdurarono fino agli anni ottanta, come l’accesso all’istruzione e alla cultura, all’assistenza sanitaria e alla ferie. Questi importanti servizi pubblici sono ancora negati a milioni di operai negli Stati Uniti, in particolare alla popolazione di colore e ai Latinos; furono invece una caratteristica durevole della società sovietica e ciò fu possibile soltanto perché la rivoluzione bolscevica aveva espropriato la classe capitalista. Le masse lavoratrici avevano preso il destino nelle proprie mani attraverso la presa del potere politico e l’aver reso i mezzi di produzione di proprietà dello stato.

Mentre la rivoluzione russa del 1917 rimane la testimonianza più forte dei profondi cambiamenti che la classe operaia è in grado di portare, i successivi sviluppi avvenuti in Unione Sovietica, sono la prova del ruolo nefasto avuto dalla burocrazia stalinista, che usò la teoria del “socialismo in un paese” per isolare il paese nel mondo. Come risultato della contro-rivoluzione stalinista, i movimenti rivoluzionari in tutto il mondo furono bloccati nel loro cammino, perché il socialismo ” doveva coesistere pacificamente” con l’imperialismo.

Ci sono importantissime lezioni da imparare sulla rivoluzione bolscevica. In primo luogo, che una società senza sfruttamento capitalistico è possibile. Ciò è di fondamentale importanza soprattutto per le nuove generazioni di lavoratori e giovani che cominciano ad abbracciare l’idea di socialismo e cercano di studiare la storia della rivoluzione russa e dell’Unione Sovietica per capire meglio come costruire movimenti rivoluzionari che sappiano prendere in mano la lotta contro il capitalismo globalizzato attuale.

Nell’Unione Sovietica comunista esistevano ancora i privilegi sociali, anche se in maniera sottile. Mio padre apparteneva ad una famiglia privilegiata, in quella che probabilmente assomiglierebbe alla classe media in una società capitalista. Suo padre era medico militare e sua madre era un’infermiera. Entrambi vissero durante la seconda guerra mondiale. Mio nonno fu al fronte come medico, mia nonna, una civile. Fu catturata dalle truppe tedesche e successivamente camminò per migliaia di miglia per tornare a casa. Viaggiarono molto quando mio padre era piccolo da una base militare all’altra, ma alla fine si stabilirono nella sua città natale nel sud della Russia. Lì il clima è molto mite e avere cura del giardino è molto fruttuoso. Vivevano in una piccola casa privata con un pezzo di terra, che coltivavano con amore e cura. Questo fu con ogni probabilità il motivo per cui anche mio padre ebbe lo stesso amore e cura del giardino. Coltivarono un’abbondanza di prodotti, il che era caratteristico in quella zona della Russia.

Non appena mio padre finì le scuole, fu ammesso in una prestigiosa Università di Mosca per ingegneri. Per poter essere ammesso, dovette sostenere gli esami di ammissione e più è prestigiosa la scuola, più difficile è l’esame di ammissione. Inutile dire che mio padre dovette dare il meglio per entrare in quell’università. A tutti gli allievi spettavano alloggio e stipendio dall’inizio degli studi per tutta la durata della loro formazione, finché fossero in regola. L’importo dello stipendio era sufficiente affinché mio padre potesse vivere a Mosca senza troppe preoccupazioni economiche, anche se suppongo che i suoi genitori lo aiutassero un po’.

Come avviene oggi, tutti gli uomini dovevano fare la leva militare. Mio padre fu chiamato come ufficiale dopo due anni di università e assolse il suo dovere militare per due anni e mezzo nelle truppe missilistiche della testata nucleare, dopodiché continuò la sua formazione universitaria. Si laureò quando era già sposato e aveva un figlio appena nato. A tutti i laureati veniva assegnata una posizione lavorativa dopo aver finito gli studi. A volte ciò significava trasferirsi in un altro posto. A mio padre furono date tre possibilità in diverse zone della Russia e in una di queste lo Stato gli garantiva un appartamento entro tre mesi dall’inizio del lavoro. Sarei nata in quella città sette anni dopo.

I genitori di mia madre erano entrambi insegnanti. Mia nonna materna fu infermiera durante la seconda guerra mondiale ed ha vissuto fino a 90 anni. Si unì all’esercito dopo due anni di studi presso un Istituto pedagogico. Dopo la guerra sposò mio nonno, che non poté prestare servizio nell’esercito a causa di una disabilità acquisita in giovane età. Stando a ciò che mia madre mi raccontava, la sua famiglia ebbe pochissimi privilegi, se non nessuno, a differenza della famiglia di mio padre. Visse in una piccola casa privata, con un solo giardino come bene. Mia madre crebbe nella parte centrale della Russia dove il clima è molto più aspro rispetto alla parte meridionale del paese.

Le estati erano più fredde e più brevi rispetto al luogo in cui è cresciuto mio padre, e pioveva molto. La famiglia di mia madre ebbe sempre problemi economici. Forse ciò era dovuto al fatto che ci fossero quattro bambini in famiglia e che i membri più anziani della stessa avessero sempre vissuto con loro, ma anche i generi di prima necessità, erano a volte un lusso. Quando mia madre era giovane, la sua famiglia non poteva permettersi di comprarle le calze, così, per andare a ballare, usava lo iodio per dare un tocco di colore alle gambe e dare l’impressione che indossasse le calze, e disegnava una linea con la matita sulla parte posteriore delle gambe. Le calze con le righe verticali erano alla moda in quell’epoca.

Mia madre frequentò un collegio per due anni, che era più una scuola professionale. Trovò lavoro in una stazione ferroviaria e occupò ruoli dirigenziali in luoghi simili per tutta la sua vita.

I miei genitori si trasferirono nella mia città natale nel 1973, portando con se soltanto due valigie, due cuscini, e me. Dopo tre mesi fu dato loro un appartamento con due camere in uno stabile di quattro stanze, in condivisione con un’altra famiglia formata da giovani specializzati, come i miei genitori. La convivenza fu temporanea, visto che sempre più appartamenti vennero costruiti, così ad ogni famiglia venne assegnato un appartamento individuale. Dieci anni dopo i miei genitori avevano un appartamento di quattro camere con cucina e bagno tutto per loro. Quando nacqui, fui portata dall’ospedale allo stesso appartamento, mentre dopo il collasso dell’Unione Sovietica questi appartamenti vennero privatizzati e ora mio fratello e la sua famiglia ne hanno uno.

Mio fratello nacque con una malformazione fisica. Le dita della mano destra non si erano sviluppate oltre le prime falangi. La salute e l’istruzione erano gratuite in Unione Sovietica, ma non fu facile trovare un buon specialista. Mia madre fece molto per prendersi cura di mio fratello, viaggiò fino a Leningrado per cercare uno specialista di tutto rispetto, ma dovette aspettare giorni prima che il medico lo visitasse. A volte mia madre lavorò come custode per mettere da parte un po’ di soldi, per poter stare vicino mio fratello durante il recupero post operatorio. In tre anni subì 3 operazioni chirurgiche, per far sì che potesse usare la mano destra il più possibile.

L’assistenza sanitaria che mio fratello ricevette nei primi anni fu stupefacente. Poiché mio padre servì l’esercito nelle truppe nucleari, l’esposizione ai materiali nocivi potrebbe essere stata la causa dei problemi di salute del mio fratello, in primis la malformazione alla mano, come ci fu detto dai medici. Ebbe persino la leucemia ma fu curato bene. Per anni, la principale preoccupazione dei miei genitori fu la salute di mio fratello.

Ora che anche io ho figli, non riesco a immaginare quello che i miei genitori hanno attraversato. Mia madre aveva incubi ricorrenti dove si vedeva in piedi accanto alla bara dei miei fratelli. Anni dopo le è stata concessa la pensione anticipata come madre di un bambino con una disabilità, che le ha permesso di andare in pensione 5 anni prima dell’età pensionabile regolare. A quel tempo l’Unione Sovietica non esisteva, ma alcuni dei benefici sociali erano ancora attivi, come il pensionamento anticipato per mia madre così come per mio fratello la possibilità di ricevere la pensione da quando aveva 18 anni con una cifra simile ad una pensione regolare.

Sono sicura che ci fossero difficoltà finanziarie a causa delle cure per mio fratello, per viaggiare da un posto all’altro verso cliniche speciali e lasciare il lavoro, ma a parte questo, i miei genitori non dovettero mai pagare nulla. Da quando vivo negli Stati Uniti e ho figli, non mi resta che sperare che essi stiano sempre bene, sia per l’amore che ho per loro, che per non rischiare di rovinare economicamente la famiglia, anche se si ha l’assicurazione sanitaria.

 

Anna Malyukova

Traduzione di Angelo Fontanella da Left Voice

 

Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.