Lula ha assunto la presidenza del gruppo, in una riunione segnata dall’assenza di due dei leader dei paesi più influenti e dalle divergenze sulla guerra in Ucraina.


Il vertice del G20 in India si è concluso oggi, domenica 10 settembre, a con il passaggio di consegne da parte del Primo Ministro Narendra Modi a Lula, Presidente del Brasile e ora anche membro del G20.

Modi era così determinato a mostrare la promessa e il potenziale dell’India al resto del mondo che il suo governo ha letteralmente chiuso una città di 20 milioni di persone per l’occasione. Prima dell’evento, l’immagine di Modi è apparsa su migliaia di cartelloni pubblicitari in tutta Nuova Delhi.

Sabato, parlando in hindi, Modi ha iniziato il suo discorso inaugurale al gruppo di leader porgendo i suoi omaggi alla popolazione del Marocco, dove un terremoto ha ucciso ieri centinaia di persone. Ha concluso il suo discorso annunciando l’invito all’Unione Africana e abbracciando Azali Assoumani, presidente dell’unione e delle Isole Comore, una nazione insulare africana a nord del Madagascar. I funzionari hanno offerto ad Assoumani una bandiera, una targa con il nome del paese e un posto a tavola.

La tradizionale dichiarazione congiunta adottata a ogni vertice è stata negoziata fino all’ultimo minuto e concordata sabato sera. Il testo è stato approvato da tutti i membri ed è stato considerato un trionfo, anche se ognuno prende ciò che più gli conviene in base alla propria visione.

Così, Emanuel Marcon, presidente francese, ha dichiarato che il vertice ha confermato l’isolamento della Russia e ha affermato che “non c’è alcuna ambiguità” nella dichiarazione approvata per consenso dai membri sull’Ucraina. Oleg Nikolenko, portavoce del ministero degli Esteri ucraino, non è stato d’accordo, affermando su Facebook che l’omissione dell’aggressione russa non è “nulla di cui andare fieri”.

D’altra parte, si potrebbe pensare che Vladimir Putin sia riuscito, senza nemmeno essere presente al vertice, a far sì che il testo non condannasse per nome la sua invasione dell’Ucraina e invitasse invece “tutti gli Stati” a evitare “la minaccia o l’uso della forza per impadronirsi del territorio”. Putin era assente dall’invito, presumibilmente a causa del mandato di arresto emesso dalla Corte Penale Internazionale nei suoi confronti per crimini di guerra. Le speculazioni, però, sono infinite.

“Grazie alla posizione consolidata del Sud globale (…) è stato possibile evitare che l’Occidente riuscisse nel suo tentativo di ‘ucrainizzare’ nuovamente l’intera agenda a scapito della discussione sui compiti urgenti dei Paesi in via di sviluppo”, ha dichiarato il Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov in una conferenza stampa al termine del vertice.

Ha aggiunto che, sebbene la dichiarazione congiunta includa un paragrafo sulla guerra in Ucraina, “non riguarda l’Ucraina di per sé”, perché “la crisi ucraina viene menzionata ma solo nel contesto della necessità di risolvere tutti i conflitti nel mondo in linea con tutti gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite”.

Tornando alle speculazioni, a Nuova Delhi è pesata anche l’assenza di Xi Jinping, presidente cinese e leader del Partito Comunista del suo paese. Il motivo principale dipende da chi viene consultato: si va dalla sua salute ai problemi di politica interna che richiedono la sua massima attenzione, fino a un presunto tentativo di rafforzare la posizione della Russia sulla guerra. Si è parlato anche di dispute di confine con l’India. Tutte le versioni sono state opportunamente smentite dalle varie agenzie.

Inoltre, la delegazione cinese ha espresso la propria opposizione a che gli Stati Uniti assumano il controllo del gruppo tra tre anni, secondo quanto dichiarato all’agenzia di stampa EFE da una fonte vicina alle discussioni interne, non autorizzata a commentare pubblicamente.

Da parte sua, il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden è rimasto in secondo piano durante il vertice, ma ha colto l’occasione per fare alcune mosse volte a indebolire la crescente influenza dei BRICS, o meglio a dividere il blocco. Modi ha annunciato l’intenzione di creare un corridoio ferroviario che colleghi l’India al Medio Oriente e, infine, all’Europa. L’intento è chiaramente quello di competere con la nuova iniziativa della Via della Seta proposta da Pechino anni fa. Non sono stati forniti dettagli su budget, tempi di realizzazione e paesi coinvolti.

Inoltre, in occasione del lancio dell’iniziativa, Biden ha stretto la mano al principe ereditario dell’Arabia Saudita Mohammed bin Salman, che ha accettato di partecipare, cosa che Biden aveva evitato di fare durante la sua visita nel regno lo scorso anno. L’Arabia Saudita è uno degli ultimi paesi ad aver aderito ai BRICS.

Ancora una volta, al vertice del G20, i presunti sforzi di cooperazione globale sono messi in ombra dagli interessi di ciascun paese membro. Un ulteriore segno della crescente multipolarizzazione del mondo che va di pari passo con la perdita di egemonia degli Stati Uniti e l’ascesa di potenze revisioniste come la Cina, che viene letta come di buon auspicio da diversi blocchi ma che sicuramente non porterà nulla di diverso per i milioni di sfruttati e oppressi della terra.

 

Nicolás Daneri

Traduzione da La Izquierda Diario

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