Ostia, municipio di 250000 abitanti alle porte di Roma, grosso quindi quanto una media città italiana, ha vissuto questa settimana le elezioni per il proprio parlamentino dopo due anni di commissariamento nell’ambito delle indagini per Mafia Capitale.

A presentarsi alle elezioni un variegato gruppo di populisti -Movimento 5 Stelle primo partito al 30% delle preferenze-, destroidi -centrodestra con il 26% delle preferenze e Pd che subisce il contraccolpo di  essere stato durante mafia capitale il partito della borghesia maggioritario che incassa un sonoro arretramento al 13%- e i fascisti di Casapound addirittura al 9% che, poco prima delle elezioni, hanno incassato il plauso di ambienti legati alla criminalità organizzata del litorale laziale, fatto, questo, passato piuttosto inosservato. Ultimo dato significativo e senza cui non si può fare alcun ragionamento lucido su queste elezioni è certamente l’astensione più alta da tempo, con solo un elettore su tre alle urne.

Insomma, dove la politica borghese fallisce platealmente, la disillusione verso i meccanismi democratici si rafforza, lo Stato dei padroni “legali” lascia spazio a quelli illegali e le destre più inclini al razzismo e alla violenza ottengono la vittoria, che è vittoria sulle macerie, ma pur sempre di vittoria si tratta. In particolare Casapound che mentre distribuiva pasta alle famiglie per strada (italiane, si intende) presentava nella propria lista gente che poco o nulla ha a che vedere col “popolo”, addirittura sostenuta dalla malavita organizzata, in un municipio devastato dai magheggi di mafia capitale.

Fa riflettere quello che viene chiamato “Exploit” dai media borghesi che molto hanno calcato su Marsella, candidato dell’organizzazione fascista, addirittura qualcuno anche con il pelo sullo stomaco di definirlo un candidato “antagonista”. Un’attenzione speciale che si è vista a Roma anche il 4 novembre, giorno della marcia di Forza Nuova nel quartiere dell’Eur a cui Repubblica ha regalato addirittura una diretta video. Sembra che il fascismo tiri di più l’attenzione dei media democratici borghesi di quando non facciano, per esempio, migliaia di lavoratori in sciopero il 27 ottobre. E tutto questo a poco tempo dalla legge che avrebbe dovuto inasprire le pene -nei fatti inesistenti- contro l’apologia del fascismo. Legge che evidentemente è servita solamente a far sbraitare per una settimana o due i fascisti
regalandogli altra visibilità.

Insomma come si dice, carta canta, tra le maglie esauste della politica borghese cresce un sentimento xenofobo e fascista, cavalcato e sovvenzionato da personaggi pericolosi e senza scrupoli, mentre i lavoratori e le lavoratrici, di ogni origine, vengono isolati sistematicamente, privi di una propria proposta politica che, presto o tardi, i militanti e le avanguardie dei lavoratori dovranno prendersi la responsabilità di costruire e presentare al resto della società -non certo sotto forma di partito elettoralista-, pena lo slittamento ulteriore a destra del senso comune e l’ulteriore rafforzamento delle forze reazionarie che si presentano come amiche di un generico popolo mentre massacrano i lavoratori e fanno il lavoro sporco al servizio dei padroni.

Il 19 novembre Ostia andrà al ballottaggio e i fascisti useranno come arma di scambio il proprio peso elettorale per ottenere probabilmente qualcosina da chi vorrà vincere e sedersi sulle seggiole sgangherate dei palazzetti del potere.

Di CM