Tra il 2010 e il 2017, la Germania ha guadagnato 2,9 miliardi di euro grazie alla crisi del debito della Grecia. È quanto emerso dai dati forniti del Ministero delle Finanze tedesco, richiesti dal gruppo dei Verdi al parlamento federale.

Attraverso il Securities Market Programme (SMP) la Germania ha realizzato un profitto di 3,4 miliardi di euro, trasferiti prima alla Bundesbank e poi al bilancio federale. Nel 2013 e 2014 Berlino ha trasferito rispettivamente 527 e 387 milioni al MES, il fondo salva-stati europeo. A questi si aggiungono i 400 milioni di profitti della banca statale KfW, arrivando quindi alla cifra di 2,9 miliardi.

La propaganda di destra sovranista in Germania parla di una Grecia scroccona che vive sulle spalle dei tedeschi. Non si può essere più lontano dalla realtà, i dati dimostrano che l’imperialismo tedesco (alla pari di molti altri) guadagna eccome da questa politica.

Per quasi un decennio, i vari imperialismi europei hanno “aiutato” la Grecia con la sua crisi del debito prestandole enormi somme di denaro. Ma questi soldi non hanno alleviato le sofferenze dei greci, anzi! Più si prendeva e più alti erano gli interessi da restituire, ma nel frattempo i soldi non andavano all’economia reale. Andavano invece al salvataggio delle banche greche e al pagamento stesso degli interessi.

Le misure di austerità imposte che strozzano un intero popolo sono la diretta conseguenza dell’interesse del grande capitale finanziario: risparmiare per poter ripagare i debiti. Ma questo non vuol dire che tutti devono fare la fame, solo la stragrande maggioranza della popolazione! Chi possiede il capitale può mantenere il tenore di vita di sempre, o addirittura migliorarlo se si è azionisti delle banche in questione.

Alexis Tsipras è andato al governo promettendo alle masse la fine delle misure di austerità. La ricetta di riforme espansive e di cancellazione del debito doveva essere una via d’uscita indolore, vantaggiosa tutti i partner europei. Sotto la pressione dei mercati finanziari e di istituzioni come FMI e UE, ben presto il “New Deal europeo” si è trasformato in ulteriori misure di austerità e privatizzazioni a tutto spiano. Il debito non andava più cancellato ma rinegoziato (per rassicurare i mercati!), diventando infine un dogma.

Un governo “di sinistra” impegnato ad aumentare le imposte dirette, abbassare le pensioni, limitare il diritto di sciopero, arrivando ad abolire la contrattazione collettiva e a privatizzare la riscossione delle imposte.

Ma come si può pensare di risolvere una situazione di debito tanto catastrofica rimanendo dentro gli schemi del capitalismo? Al cinismo dei governi imperialisti di Berlino non si può proporre “una soluzione percorribile, equa e a vantaggio di tutti“, e Tsipras lo ha ampiamente dimostrato. È necessario togliere al capitale di generare miseria per una vasta maggioranza e ricchezza sfrenata per una ristretta minoranza, impedirgli di generare guerre e creare disastri ambientali. E questo è possibile soltanto lottando contro di esso col fine di espropriarlo.

 

Gabriele Bertoncelli

 

GLOSSARIO
SMP: Sono gli interventi decisi il 14 maggio 2010 dalla Bce a favore dei Paesi dell’area euro colpiti dalla crisi economica e non in grado di superarla da soli. È un programma di acquisto di titoli di Stato da parte della Bce che dà ossigeno ai Paesi soffocati dal debito. L’obiettivo è ristabilire appropriati meccanismi di trasmissione della politica monetaria, per arrivare a una stabilità dei prezzi nel medio periodo. (fonte: Sole24Ore)

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