Ieri, alla Ambruosi&Viscardi, altra straordinaria giornata di lotta: dalle 4 del mattino un picchetto blocca gli ingressi della ditta di Porto S. Elpidio (FM) per chiedere il reintegro immediato di 150 operai agricoli lasciati per strada da più di un mese, la cui colpa è quella di avere rivendicato diritti, rispetto e fine dello sfruttamento Assordante il silenzio delle forze politiche , vergognoso quello dei confederali, che sottoscrivono accordi capestro ai danni dei combattivi lavoratori aderenti al SI Cobas e si schierano a fianco dei padroni del vapore. Da segnalare è anche il fatto che un lavoratore è stato ricoverato, dopo il tentativo di forzare il blocco con la macchina da parte di un capo dipartimento.

Come noto dalle denunce pubbliche avanzate dal sindacato SI Cobas, ci troviamo di fronte all’ennesima storia di sfruttamento e di gestione ricattatoria del lavoro nella quale i padroni lasciano a casa quei lavoratori che reclamano dignità e diritti e provocando divisioni tra i lavoratori stessi.

Tutto questo accade nell’indifferenza, e nell’omertà, delle istituzioni di ogni ordine e grado e dei sindacati confederali.

Come è possibile che la drammatica situazione di 150 lavoratori, e quindi di altrettante famiglie, molti dei quali lavorano da più di un decennio alla Ambruosi e Viscardi, non sia oggetto di interesse pubblico da parte del Prefetto e dei Sindaci di Sant’Elpidio a Mare e dei Comuni limitrofi?

Come è possibile che di fronte a 150 lavoratori buttati in mezzo alla strada CGIL, CISL e Uil riescano a far finta di nulla e a firmare accordi con l’azienda?

Quale potere hanno, sul territorio e nei confronti delle istituzioni, aziende come la Ambruosi e Viscardi?

La lotta di questi lavoratori ha bisogno di solidarietà attiva, ha bisogno di altri lavoratori, di compagni e compagne che stiano al loro fianco nel presidio davanti ai cancelli fin quando sarà necessario, che allarghino la lotta e l’attenzione verso di essa.

L’art. 1 della Costituzione ci dice che l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro: non ci dice però che questo lavoro è fondato a sua volta su uno sfruttamento sistematico, che ha tutto il “diritto costituzionale” di arrivare a livelli inverosimili, dove i lavoratori sono spremuti e scaricati come carne da macello.

Chiediamo che sindacati, associazioni e liberi cittadini prendano posizione e si mobilitino a difesa del posto di lavoro dei 150 lavoratori della Ambruosi e Viscardi, colpevoli solo di voler far rispettare perlomeno le condizioni contrattuali che spettano loro come dipendenti fissi dell’azienda.

Le “nostre” eccellenze agroalimentari si basano su queste politiche di supersfruttamento e di repressione spietata di chi osa metterlo in questione: lottiamo per rompere la cappa di omertà del settore, come hanno fatto gli operai Alcar Uno a Modena!

 

Ylenia Gironella

Laureata in psicologia clinica e di comunità, con specializzazione nel metodo Montessori, educatrice, attivista di Non Una di Meno transterritoriale Marche. Vive a Recanati (MC).