La lotta dei lavoratori e delle lavoratrici FedEx TNT si arricchisce di un’altra grande giornata di sciopero, in tutte le città: ieri e oggi magazzinieri e driver hanno incrociato le braccia e bloccato i cancelli in tutti gli stabilimenti d’Italia.


Da circa una settimana la vertenza, che inizialmente era esplosa per l’allontanamento di 66 operai dal magazzino di Peschiera Borromeo (Milano), ha visto un’ulteriore precipitazione per la voce per cui l’azienda voglia lasciare la Fedit, l’associazione padronale con cui i sindacati maggioritari nel settore (ADL Cobas e Si Cobas) hanno firmato tutti gli accordi migliorativi negli ultimi 10 anni.

Stefano, driver TNT, e Sasà, facchino di SDA, ci parlano dello sciopero nazionale in corso a TNT, organizzato dal S.I. Cobas – Sindacato Intercategoriale Lavoratori Autorganizzati.NO AI LICENZIAMENTI E ALL'ATTACCO AI DIRITTI SINDACALI CONQUISTATI CON LA LOTTA!FACCIAMO PAGARE LA CRISI AI PADRONI!#tnt #fedex #logistica #sciopero #picchetto #roma #sindacato #diritti

Pubblicato da La Voce delle Lotte su Giovedì 23 luglio 2020

Cosa hanno significato questi accordi conquistati metro dopo metro, sciopero dopo sciopero e perché sono tanto importanti? Innanzitutto il rispetto del contratto nazionale della logistica e trasporto merci, poi gli scatti di livello automatici per i lavoratori con criteri di anzianità, le maggiorazioni per i turni spezzati, i buoni pasto, giorni in più di ferie e permesso e premi di produzione. Tutto ciò ha portato negli anni il settore che più è cresciuto a livello di fatturati e profitti (per i padroni) ad una situazione di sostanziale miglioramento per la vita dei tanti lavoratori ivi impegnati, molti dei quali immigrati.

 

Lo sciopero ha interessato decine di magazzini, questa foto mostra i lavoratori di Ancona

La FedEx TNT, sull’onda della pandemia e della conseguente crisi economica, ha risposto alle prime lotte dei magazzini in maniera inizialmente isterica, ha minacciato l’abbattimento dei volumi per quel che riguarda le merci destinate all’Italia (parte meno profittevole rispetto a quella rappresentata dal commercio internazionale), poi ha provato a spegnere la lotta offrendo ai lavoratori licenziati delle buonuscite. L’offerta non è stata accolta, dato che i lavoratori, molti con famiglia e vite ormai trapiantate in Italia, hanno confermato la loro determinazione a mantenere un lavoro stabile e da quel momento la vertenza ha assunto un profilo di una guerriglia all’arma bianca in cui padroni e lavoratori si sono scambiati colpi anche molto duri.

I lavoratori FedEx di Roma schierati di fronte ai cancelli di uno stabilimento stamattina

In tutto ció le istituzioni, di fronte al rischio complessivo a cui porta un atteggiamento del genere sia per l’occupazione sia per i diritti sindacali, sono state in grado solamente di mobilitare centinaia di agenti e decine di mezzi per difendere militarmente il gigante della logistica, senza alcun riguardo verso i lavoratori e ignorando il dramma di decine di famiglie che in periodo di crisi economica si sarebbero dovute arrangiare a vivere senza un salario.

La lotta è ormai divenuta una svolta fondamentale non solo per gli operai di FedEx TNT ma ha assunto un significato generale per tutta la classe lavoratrice d’Italia, autoctona e immigrata. Perdere in questo contesto spingerebbe altre multinazionali con potenza di fuoco simile a quella dell’azienda statunitense a stringere il cappio al collo dei lavoratori, attaccare le loro conquiste e condizioni di lavoro e di vita, attaccare diritti sindacali e di organizzazione e spostare sensibilmente indietro le lancette della storia soprattutto nel settore della logistica.

L’urlo dei lavoratori FedEx TNT dai cancelli dei loro impianti puó e deve arrivare fin dentro i capannoni di tutti i lavoratori della logistica, di tutte le fabbriche e di tutti i quartieri popolari stretti nella morsa della crisi economica, deve diventare l’esempio su come si porta avanti una lotta in tempo di crisi economica, un grido di battaglia di tutta la classe lavoratrice contro lo strapotere delle grandi aziende e dei padroni.

I lavoratori TNT in sciopero in questo giorni in tutta Italia sono solo una piccola parte dei lavoratori e delle lavoratrici combattivi che rispondono all'ondata di licenziamenti e precarizzazione.E in autunno la lotta diventerà sempre più dura.Per questo abbiamo promosso, con molti altri lavoratori e delegati di diversi settori e sindacati, un'assemblea nazionale di lavoratori e delegati combattivi da tenere a fine settembre: per costruire un fronte unico operaio con cui difenderci e lottare uniti.La nostra proposta è preparare nel nostro territorio l'assemblea nazionale con un'assemblea larga provinciale a Roma, aperta a tutti e tutte.FACCIAMO PAGARE LA CRISI AI PADRONI! #tnt #fedex #logistica #sciopero #picchetto #roma #sindacato #diritti #unità #fronteunico #pattodazione

Pubblicato da SI Cobas Roma su Giovedì 23 luglio 2020

In questi mesi sarà necessario, per i lavoratori, organizzarsi il più unitariamente possibile di fronte allo tsunami che la crisi economica genererà e che, se non verrà arrestata ai cancelli delle fabbriche, travolgerà al suo passaggio diritti, salari, condizioni di vita di milioni di lavoratori e lavoratrici, studenti, pensionati e poveri di tutto il paese come farà a tutte le latitudini in Europa, negli USA e nel resto del mondo. 

 

CM