Riportiamo in video e come testo l’intervento di Stefan Schneider, dirigente della Revolutionären Internationalistischen Organisation (RIO), sezione tedesca della Frazione Trotskista – Quarta Internazionale (FT), nello speciale #trotsky2020 dedicato all’attualità dell’idee del rivoluzionario russo Lev Trotsky, morto il 21 agosto 1940, 80 anni fa, ucciso dal sicario stalinista Ramon Mercader.

Stefan ci parla in particolare dell’elaborazione di Trotsky sulla Germania, concentrata nella critica alle politiche impotenti del partito comunista tedesco di fronte all’ascesa del fascismo, e in generale alla spinta frenante e burocratica dello stalinismo di fronte ai grandi eventi politici e alle rivoluzioni del secolo scorso.

Vogliamo iniziare questo omaggio a Lev Trotsky in tedesco, la seconda lingua dei leader bolscevichi, la lingua principale delle prime due Internazionali e dei primi Congressi della Terza Internazionale.

Dopo la Rivoluzione d’Ottobre, la classe operaia in Germania costituiva una grande speranza per Lenin e Trotsky perché capivano che solo l’estensione internazionale della rivoluzione alla Germania e ad altri paesi altamente industrializzati avrebbe potuto salvare la Rivoluzione d’Ottobre in Russia. L’assenza di queste rivoluzioni vittoriose, tuttavia, fu un fattore favorevole alla burocratizzazione dell’Unione Sovietica.

Nei partiti comunisti di tutti i paesi, compresa la KPD in Germania, le forze dell’opposizione sono state via via combattute duramente, perseguitate e infine eliminate.

La stalinizzazione della KPD ha avuto conseguenze devastanti per la classe operaia tedesca: solo pochi mesi prima che Hitler salisse al potere nel 1933, i partiti operai SPD e KPD erano riusciti a radunare la maggioranza dei lavoratori intorno a sé. Ma la KPD impedì il fronte unico con la SPD, che all’epoca era il più grande partito operaio riformista del mondo e nelle cui file centinaia di migliaia di lavoratori erano disposti a opporsi al fascismo. La tesi del socialfascismo della KPD ha lasciato inerme il proletariato meglio organizzato del mondo.

Così, dopo che lo stalinismo aveva reso possibile la presa del potere da parte del fascismo in Germania, si arrivò a eliminare completamente l’anticapitalismo dei partiti comunisti: furono fondati fronti popolari con settori della borghesia, in cui ora era la stessa classe operaia a difendere i diritti di proprietà borghesi.

Dopo la seconda guerra mondiale, lo stalinismo ha diviso il mondo con l’imperialismo alla Conferenza di Yalta e ha tradito l’avanguardia in paesi come l’Italia, la Grecia e altri. Invece, ha diffuso un “socialismo dall’alto” e ha fondato Stati operai burocraticamente deformati nel blocco orientale e anche qui in Germania con la DDR. Questi erano destinati a suggellare la coesistenza pacifica con il capitalismo.

Lo Stato operaio burocraticamente deformato della DDR non è stato fondato sulla base di un esteso sistema di consigli democratici, ma come dittatura di un partito che governava su un’economia pianificata burocratica. Tuttavia, la fondazione della DDR è stata accompagnata da una serie di conquiste sociali, iniziando naturalmente con l’abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione e quindi della base del modo di produzione capitalistico.

Ci furono ripetute rivolte degli operai contro la politica burocratica degli stalinisti: per esempio il 17 giugno 1953 in Germania, il 1956 in Ungheria e il 1968 a Praga. Lo stalinismo ha reagito a queste rivolte, a questi movimenti dal basso con i carri armati e con i muri.

Ciò che mancava era un’opposizione organizzata di sinistra nella forma di un partito rivoluzionario, ancorato alla classe e dotato della strategia che Trotsky aveva proposto per lo Stato operaio russo burocratizzato: cioè una rivoluzione politica, una strategia per rimuovere la casta burocratica dal potere difendendo e approfondendo le basi sociali dello Stato in cui la borghesia era stata espropriata.

La previsione di Trotsky era che o ci sarebbe stata una rivoluzione politica o, prima o poi, una restaurazione capitalistica. E fino ad oggi, 30 anni di restaurazione borghese in Germania sono evidenti anche nel fatto che c’è una spaccatura tra la Germania orientale e occidentale, tra l’ex DDR e l’ex RFT. Con i differenziali salariali, con condizioni di vita peggiori, e allo stesso tempo con l’ascesa oggi di nuove forze di destra e il rafforzamento delle strutture fasciste, come espressione del fatto che il morale e la struttura della DDR erano state distrutte.

La “riunificazione” è stata un’occasione storica per l’imperialismo tedesco di estendere la sua egemonia sull’Europa. La burocrazia della Germania dell’Est è stata privata di potere dopo aver contribuito a gestire la distruzione e la deindustrializzazione della stessa DDR. La seconda linea di ex burocrati della DDR fa ora parte del partito Die Linke e sta spingendo attraverso la privatizzazione, la precarizzazione e la deportazione dei migranti – così sotto il capitalismo gli stalinisti si sono trasformati in comuni riformisti.

Le esperienze dello stalinismo al potere e dei partiti comunisti stalinizzati hanno fatto sì che nella coscienza delle masse si verificasse un’equazione dello stalinismo con il marxismo e il socialismo in generale. Lev Trotsky lo ha capito come nessun altro e ha combattuto contro questa distorsione, contro la degenerazione stalinista e contro la falsificazione della storia, che era diventata possibile solo attraverso il disarmo della classe operaia rivoluzionaria e lo scioglimento dei suoi consigli da parte della burocrazia stalinista. Trotsky ha concluso: “Certo, lo stalinismo ‘è cresciuto’ dal bolscevismo, ma non è cresciuto logicamente, bensì dialetticamente: non come affermazione rivoluzionaria, ma come negazione termidoriana”. Quindi, per Trotsky, lo stalinismo era una risposta revisionista al marxismo bolscevico. Era, ha detto, la “reazione sul fondamento sociale della rivoluzione”.

Con il crollo del blocco orientale e la caduta del Muro, la prospettiva del socialismo burocratico è fallita. La crisi capitalista apre oggi la possibilità di ricostruire una vera e propria strategia rivoluzionaria, soprattutto tra i giovani in Germania, che non devono ringraziare il capitalismo e sono solidali con le rivolte di altri paesi. Il nostro socialismo non è un socialismo di isole nazionali, non è un socialismo di privilegi burocratici e dittature poliziesche, non è un socialismo di moralità patriarcale ossificata, ma un socialismo della più ampia democrazia sovietica proletaria possibile e del superamento rivoluzionario di ogni forma di sfruttamento e di oppressione.

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