Continua la lotta di centinaia di operai TNT-Fedex a Piacenza contro la chiusura del loro stabilimento. Una lotta in un settore strategico che sta fronteggiando le manovre dell’azienda, della repressione statale e della grande burocrazia sindacale. Domani manifestazione al Ministero del Lavoro a Roma dalle 10.


Le scorse notti da Milano a Napoli gli operai si sono fermati a più riprese. Una serie di scioperi “duri” che stanno interessando tutti i magazzini della multinazionale statunitense, contrassegnati da volantinaggi, blocchi e manifestazioni. L’inflessibilità di FedEx non è sembrata incrinarsi nonostante il danno economico a questo punto sia stato inevitabile dato il blocco totale di diversi centri di smistamento strategici, in particolare a Milano, Bologna, Roma e Napoli.

DAI LICENZIAMENTI DI MILANO ALLA REPRESSIONE DEGLI SCIOPERI

Le recrudescenze tra FedEx e i sindacati più radicali durano ormai da più di un anno ma idealmente potremmo prendere come punto di partenza di questa battaglia la primavera dello scorso anno, quando l’azienda, troncati i rapporti con i sindacati più rappresentativi in diversi grandi centri di smistamento, rompeva gli accordi sindacali presi dalla propria stessa dirigenza in Italia (legata più alla vecchia TNT, poi rilevata da FedEx) e licenziava oltre 60 lavoratori nel magazzino Internazionale di Milano. Allora la serie di scioperi e proteste portarono quantomeno l’azienda a dover riconoscere buonuscite di decine di migliaia di euro ai lavoratori. Da quel momento in poi la situazione è precipitata ed è iniziato un susseguirsi di schermaglie tra lavoratori e fornitori che in Italia organizzano la stragrande maggioranza dei driver e magazzinieri. Dal punto di vista delle relazioni sindacali di certo quello di FedEx può essere definito un “modello Amazon” e può riassumersi con una chiusura totale verso i sindacati più radicali come ADL Cobas e Si Cobas (e una apertura parziale verso i sindacati confederali) unitamente a una forte repressione di scioperi e picchetti anche con l’uso di guardie private a sostegno delle azioni delle questure.

LA LOTTA A PIACENZA E LA CHIUSURA DELL’HUB

Altro momento chiave del passato recente l’annuncio dell’azienda della ristrutturazione che avrebbe portato al licenziamento di oltre seimila lavoratori in tutta Europa. In Italia la strategia di FedEx è stata quella di paventare un misterioso piano di 800 internalizzazioni evitando però di specificare che i lavoratori oggi in appalto con le cooperative e le SRL di fornitori esterni ne raggruppano diverse migliaia. Che fine farà chi non sarà compreso in quegli 800 posti? Verrebbe da suggerire di andarlo a chiedere ai 300 lavoratori di Piacenza impiegati, fino a poche settimane fa e per oltre 10 anni, nel magazzino prima TNT, poi FedEx che si sono visti chiudere il posto di lavoro nel giro di una notte dopo che l’azienda stessa aveva assicurato addirittura alla prefettura che la ristrutturazione non avrebbe intaccato l’occupazione nel territorio emiliano. Da questo punto di vista la proprietà sta dimostrando una spregiudicatezza che ricorda anche questa lo stile di Amazon, portando avanti la lotta per difendere e accrescere i propri profitti contro gli interessi di intere comunità e territori, senza troppi fronzoli delegittimando, di fatto e alla luce del sole, l’intermediazione fosse anche solo di facciata delle istituzioni.

La FedEx ha utilizzato nuovamente guardie private contro i lavoratori in sciopero

IL RUOLO DELLA BUROCRAZIA SINDACALE FILT-CGIL

In tutto ciò nella settimana appena passata è stata diffusa su facebook da un profilo personale posticcio, che afferma d’essere una funzionaria CGIL locale che vuole rimanere anonima, una registrazione del segretario provinciale della Filt-CGIL di Piacenza dove il sindacalista rassicura i driver iscritti alla sigla confederale che si troverà una soluzione e che i drivers (non iscritti al SI Cobas) ora possono concentrarsi nel lavorare in altri magazzini (viene nominata Milano). A prescindere dalla veridicità della registrazione, il fatto è noto e alla luce del sole: a Piacenza la sigla confederale ha mobilitato i propri iscritti per fare un contro-presidio ai lavoratori di Piacenza espulsi dal magazzino, manifestazioni a cui hanno partecipato anche iscritti alla sigla sindacale CISL, mentre nelle altre città hanno boicottato ogni iniziativa di sciopero – anche a Napoli dove gli iscritti UIL hanno scioperato insieme ai lavoratori Si Cobas. Insomma, pare che le burocrazie della CGIL puntino a far passare la tempesta e siano intenzionate soltanto a mantenere il controllo di tutti i propri iscritti, mantenendoli strettamente separati dagli iscritti delle altre sigle sindacali. Una condotta che, in questa come in molte altre situazioni di conflitto, nel lungo termine (ma spesso anche nel breve), pregiudica e indebolisce la posizione dei lavoratori stessi, che con questi metodi finiscono ogni volta per non riuscire ad opporsi a condizioni di lavoro massacranti (e spesso illegali), licenziamenti, delocalizzazioni…

La manifestazione del Si Cobas davanti la camera del lavoro di Piacenza a cui hanno partecipato anche lavoratori di altre sigle sindacali

DOMANI PROTESTA SOTTO IL MINISTERO DEL LAVORO A ROMA

Domani, venerdì 16 marzo, davanti al ministero del lavoro a Roma dalle ore 10:00 è prevista una manifestazione nazionale dei magazzinieri FedEx organizzata dal SI Cobas in cui si chiederà la convocazione di un tavolo risolutorio con l’azienda. Quello che la Fedex vorrebbe fare rappresenta un rischio enorme in prima battuta per tutti i lavoratori e le lavoratrici della logistica e, secondariamente, per tutti i lavoratori di tutti i settori. Far passare una linea ferocemente antisindacale nel settore che più si mobilita da anni fra la classe operaia; soffocare, anche con la violenza di guardie private e campagne al limite del terroristico, il movimento nella logistica passando sopra anche alle timide recriminazioni delle istituzioni, significa dare un segnale alle altre aziende, agli altri padroni: continuiamo l’attacco, aumentiamo sempre di più i nostri profitti a spese dei lavoratori!

Per questo è fondamentale che una lotta così dura trovi la solidarietà più larga e attiva possibile, e che possa evolvere coinvolgendo in maniera unitaria i lavoratori e le lavoratrici della logistica e del territorio piacentino. Contro l’arroganza di Fedex e contro la passività e il collaborazionismo spudorato della grande burocrazia sindacale.