I recenti attacchi da parte della proprietà hanno favorito una certa ripresa della mobilitazione attorno a GKN sul terreno locale. In questo quadro, di fronte alla passività della dirigenza FIOM, alcune rappresentanze sindacali e lavoratori della piana fiorentina fanno appello a una mobilitazione operaia larga a difesa dei colleghi di Campi Bisenzio. Nelle prossime righe, il punto sulla vertenza e l’appello della RSU del Cartonificio Fiorentino per un’azione sindacale efficace a fianco del Collettivo GKN.
Nelle ultime settimane la vertenza GKN ha subito un’accelerazione: una decina di giorni fa Borgomeo minacciava lo sgombero, dopo un anno di prese in giro sul piano industriale e la complicità del governo Draghi. Stavolta il padrone sperava nell’assist rappresentato dalle misure repressive approvate da Meloni & co., ma alla chiamata del Collettivo di Fabbrica studenti e lavoratori solidali rispondevano riempiendo il piazzale dello stabilimento e scongiuravano l’arrivo dei camion già pronti per portare via i macchinari. Nel frattempo, come ulteriore arma di pressione, veniva ritardato il pagamento degli stipendi, cercando di scaricare la colpa sull’RSU che – giustamente – si rifiuta di firmare l’accordo per sbloccare la cassa integrazione, in assenza di un chiaro piano industriale. Quest’ultimo, di fatto, non esiste a causa della scarsa volontà da parte dello stato di intervenire con capitale pubblico e per via del reale ruolo giocato da Borgomeo nella faccenda; si tratta in buona sostanza di un intermediario del fondo di investimento Melrose (responsabile dei licenziamenti, e ora semplicemente interessato a riprendersi la tecnologia). Il padrone ha però provato negli ultimi giorni a scaricare la responsabilità della situazione sull’occupazione-assemblea permanente, la quale renderebbe inagibile lo stabilimento per eventuali investitori.
A dire il vero, è esclusivamente grazie al presidio degli operai, i quali effettuano una manutenzione regolare degli impianti, se la capacità produttiva di GKN non è stata ancora dispersa e può essere riutilizzata proficuamente (magari a beneficio della comunità, piuttosto che di un capitalista, come rivendicano gli operai stessi con la parola d’ordine della fabbrica pubblica socialmente integrata). Per contrastare le provocazioni, tra lunedì e martedì il Collettivo GKN ha occupato il consiglio comunale, obbligando l’istituzione a pronunciarsi a discredito delle tesi di Borromeo, una concessione certamente di facciata (il comune di Firenze è saldamente nelle mani del renziano Nardella), ma che permette di ridimensionare l’impatto propagandistico della campagna di delegittimazione portata avanti dal padrone.
In generale, dopo mesi di congelamento della vertenza, i recenti attacchi hanno contribuito a rinfocolare la mobilitazione sul terreno fiorentino: oltre al partecipato presidio a difesa della fabbrica di lunedì 7 Novembre, giovedì scorso, una partecipata assemblea presso il polo di Novoli (facoltà di scienza politiche e sociali) segnalava l’esigenza della convergenza operai-studenti in occasione della piazza nazionale del 18 Novembre lanciata da varie organizzazioni di medi e universitari. Il giorno prima, un centinaio di solidali riempiva l’ARCI di Campi Bisenzio per sostenere la creazione di una società di mutuo soccorso volta a supportare finanziariamente la lotta e immaginare spunti per una fabbrica senza padroni (in fondo alla pagina l’IBAN per contribuire alla raccolta fondi). Venerdì, la FIOM di Prato-Firenze-Pistoia proclamava uno sciopero provinciale di due ore a fine turno; evidentemente insufficiente e con l’obiettivo di non perdere il controllo di eventuali processi di attivazione dei lavoratori della piana fiorentina in solidarietà con la GKN. La strategia della dirigenza FIOM è stata infatti fin dall’inizio quella di evitare qualsiasi generalizzazione della lotta, puntando invece tutto sulle vie legali (in realtà inseparabili dai rapporti di forza costruiti con la mobilitazione dal basso, come ha sottolineato più volte il Collettivo). La limitatezza dell’inziativa di venerdì non è però sfuggita ad alcune RSU che hanno impostato un rapporto con la vertenza GKN nell’ultimo anno e mezzo. In particolare, l’altro ieri, i rappresentanti sindacali del Cartonificio Fiorentino di Sesto hanno redatto un appello rivolto ai dirigenti e agli iscritti CGIL affinché prendano iniziative assembleari e di lotta efficaci per evitare la sconfitta dei lavoratori di Campi Bisenzio.
L’importanza di sviluppare la convergenza tra vari movimenti, quindi di mantenere un clima di mobilitazione largo attorno alla GKN è innegabile. Tuttavia, come abbiamo sostenuto in altre occasioni, senza la forza d’urto della classe lavoratrice è impossibile esercitare pressioni materiali sufficienti per condurre a un esito positivo la battaglia contro la dismissione della fabbrica. Gli attivisti politici che hanno a cuore il destino di una delle punte più avanzate del conflitto sociale in Italia nell’ultimo decennio devono lavorare per estendere e definire più a fondo l’intuizione degli operai del Cartonificio. In quest’ottica, va discusso come sviluppare una campagna in grado di costruire un vero sciopero generale provinciale a difesa della GKN; vero, nel senso di uno sciopero non rituale, quindi accompagnato da uno sforzo di coinvolgimento attivo dei lavoratori e in cui ci sia un rapporto diretto tra le forme di lotta messe in campo e l’obiettivo politico da perseguire.
L’IBAN per partecipare alla cassa di mutuo soccorso del Collettivo GKN: IT 24 C 05018 02800 000017089491 Causale: mutuo soccorso.
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Django Renato
Ricercatore indipendente, con un passato da attivista sindacale. Collabora con la Voce delle Lotte e milita nella FIR a Firenze.