Questa domenica, 23 luglio, si terranno le elezioni generali in Spagna. Proponiamo alcune fondamentali chiavi di lettura di un’elezione in cui si deciderà la continuità del governo di coalizione di PSOE e Unidas Podemos o la nascita di un nuovo governo di destra del Partido Popular con l’appoggio dell’estrema destra di Vox.


1. Questa domenica, 23 luglio, si terranno in Spagna le elezioni generali che definiranno le Cortes e il nuovo presidente del governo. Oggi sono chiamate a votare 37.466.432 persone, di cui 35.141.122 residenti nel paese e 2.325.310 all’estero.

Le ultime elezioni generali si sono tenute nel novembre 2019, dopo due anni di crisi, con mozioni di censura e l’impossibilità di formare un governo a causa dell’incapacità di qualsiasi partito o coalizione di raggiungere la maggioranza parlamentare. Finalmente, nel novembre 2019, una coalizione tra il PSOE di Pedro Sánchez e Unidas Podemos di Pablo Iglesias ha ottenuto la maggioranza. In questa coalizione di governo, la formazione neoriformista Unidas Podemos ha ottenuto cinque ministeri, governando da quel momento in poi con il PSOE e ricoprendo la carica di secondo vicepresidente: all’inizio apparteneva allo stesso Pablo Iglesias e attualmente è ricoperta da Yolanda Díaz.

Alle elezioni di domenica, questo blocco progressista intende ripetere la coalizione, ora tra il PSOE e la nuova piattaforma della sinistra riformista, ora guidata da Yolanda Díaz e nota come Sumar.

2. La convocazione delle elezioni di domenica 23 giugno è stata la diretta conseguenza della crisi politica aperta dal risultato delle elezioni comunali e regionali del 28 maggio di quest’anno, in cui la destra è avanzata sfruttando il disincanto verso il “progressismo” sbandierato dal governo. Di fronte alla sconfitta senza appello del PSOE e di Unidas Podemos nelle elezioni del 28 maggio, che hanno lasciato la maggior parte del territorio nelle mani della destra, il presidente Pedro Sánchez ha compiuto un colpo di mano anticipando le elezioni generali, previste per la fine dell’anno, al 23 luglio.

L’avanzata della destra e l’anticipo delle elezioni generali al 23 luglio avvicinano la possibilità di un governo composto dal Partito Popolare (PP) di destra e dal partito di estrema destra Vox.

Da parte sua, il “progressismo” propone come via d’uscita la riconferma della sua coalizione di governo (ora tra PSOE e Sumar) in un quadro politico ancora più conservatore, dopo aver lasciato irrisolte le principali rivendicazioni sociali e democratiche della classe operaia e dei settori popolari e addirittura, su alcune questioni chiave, aver fatto propria gran parte dell’agenda della destra.

3. La maggior parte dei sondaggi fino a lunedì (ultimo giorno legale per la pubblicazione di sondaggi d’opinione) danno il PP come vincitore. Secondo la media dei sondaggi di DatosRTVE, il PP otterrebbe il 34,5% dei voti e 142 seggi. Se ciò venisse confermato, si tratterebbe di 53 deputati e 14 punti in più rispetto a quelli ottenuti alle elezioni generali del 2019. Secondo questa stessa media, Vox otterrebbe circa 36 seggi, per cui i due partiti sommerebbero 178 seggi, superando così in coalizione la maggioranza assoluta di 176, con la quale potrebbero formare un governo.

Il PP ha fatto uno sforzo in questa campagna per attirare gli elettori di Vox dalla destra e quelli del PSOE dal centro politico, al fine di ottenere la propria maggioranza assoluta, senza dipendere dal sostegno di Vox per formare un governo. Non si saprà fino a domenica se sarà in grado di raggiungere questo obiettivo.

Secondo lo stesso studio di Radio y Televisión Española, il PSOE si troverebbe al secondo posto con il 28,5% dei voti e 106 seggi (14 deputati in meno rispetto ad oggi e quasi la stessa percentuale di voti del 2019). Sumar, il progetto neoriformista guidato dall’attuale vicepresidente e ministra del Lavoro Yolanda Díaz, concorrerebbe per il terzo posto, con circa il 12,8%, mentre Vox potrebbe rimanere indietro nelle percentuali, ma superare Sumar nei seggi (36 per il partito di Santiago Abascal, 33 per la coalizione di Yolanda Díaz). Se questi dati venissero confermati, Sumar non raggiungerebbe i risultati di Unidas Podemos nel 2019, quando ottenne 35 deputati. In questo caso, il blocco progressista non supererebbe i 139 deputati, al di sotto dei 155 che PSOE e Unidas Podemos hanno ottenuto nel novembre 2019.

4. Sebbene i sondaggi si siano sbagliati molto negli ultimi anni, tutto sembra indicare un probabile trionfo della destra. Tuttavia, resta da chiedersi in che misura la formazione di un governo dipenderà dall’appoggio di Vox. Negli ultimi due mesi, il PP ha formato governi comunali e regionali in coalizione con Vox in più di 140 città e regioni con un programma contrario ai diritti, anticipando ciò che potrebbe accadere a livello statale, con un governo di destra che cercherà di attuare un’agenda di maggiore austerità e attacchi reazionari.

Allo stesso tempo, sia le richieste dell’UE che il profilo sempre più conservatore sia del PSOE che del nuovo marchio del neoriformismo, Sumar, lasciano presagire che anche una replica del governo “progressista” metterà in campo un’agenda di tagli e aggiustamenti. Infatti, il governo progressista si è già impegnato con l’Unione Europea a tagliare 20 miliardi di euro di spesa dopo le elezioni.

5. La campagna per il voto del “male minore” per fermare la destra ha caratterizzato questi due mesi. Gran parte della sinistra e dei movimenti sociali l’hanno abbracciata. Tuttavia, ciò che emerge dalle tendenze elettorali è che ciò che ha facilitato l’ascesa della destra è l’esperienza degli ultimi anni di governo “progressista”, in cui sono stati mantenuti gli elementi essenziali delle politiche neoliberali, la conservazione del regime del ’78 ereditato dal franchismo e la politica imperialista nel quadro UE-NATO.

Questa dinamica è ciò che ha permesso alle destre di capitalizzare parte del malcontento sociale nei confronti del governo in modo reazionario, prendendo di mira i settori più precari della classe operaia e i migranti, e soprattutto prendendo di mira in modo reazionario i diritti delle persone transgender, LGBT+ e il femminismo.

6. Le delusioni e le frustrazioni nei confronti del governo progressista, nel contesto dell’aumento dell’inflazione, dei tassi e degli affitti, della crisi degli alloggi o della persistenza di leggi repressive come la legge bavaglio, hanno generato una diffusa disaffezione politica tra molti di coloro che in precedenza avevano votato per la sinistra social-liberale o per i riformisti.

L’alto tasso di astensione del 28 maggio, soprattutto nei quartieri popolari e nelle aree con un forte movimento catalano a favore dell’indipendenza, è stato un segno della crescente disaffezione nei confronti delle due grandi mediazioni politiche che sono emerse come un diversivo rispetto al processo degli indignados del 15M e al processo catalano e alla sua lotta per l’indipendenza.

Nel contesto di una forte campagna dei media filogovernativi e di ampi settori dei movimenti sociali e della sinistra istituzionale che promuovono il voto per il blocco progressista, la maggioranza dell’estrema sinistra si è divisa tra l’invito a votare per il riformismo o a non pronunciarsi sulla questione del voto.

Organizzazioni come la Corriente Revolucionaria de Trabajadores y Trabajadoras (CRT), sezione dello Stato spagnolo della Frazione Trotskista – Quarta Internazionale, hanno invece sollevato la necessità di difendere una posizione politico-elettorale di indipendenza di classe promuovendo il voto nullo o l’astensione.

Di fronte all’avanzata della destra e al fallimento del “progressismo” al potere, è urgente creare una sinistra che difenda apertamente un programma di transizione anticapitalista, con lo sviluppo della lotta di classe e la prospettiva di lottare per governi dei lavoratori e una società socialista.

 

Redazione internazionale La Izquierda Diario

Redazione Internazionale La Izquierda Diario

Rete di 15 giornali online militanti, in 7 lingue, animati dalla Frazione Trotskista per la Quarta Internazionale (FT-QI), di cui La Voce delle Lotte è la testata in Italia.