Appello urgente dei sindacati palestinesi: Porre fine a ogni complicità, smettere di armare Israele. Di seguito riportiamo un articolo pubblicato originariamente su Labour Solidarity, un appello dei sindacati palestinesi ai lavoratori di tutto il mondo.
Appello urgente dei sindacati palestinesi: Porre fine a ogni complicità, smettere di armare Israele
Israele ha chiesto a 1,1 milioni di palestinesi di evacuare la metà settentrionale di Gaza, sottoponendoli a continui bombardamenti. Questa mossa spietata fa parte del piano di Israele, con l’incrollabile sostegno e la partecipazione attiva degli Stati Uniti e della maggior parte degli Stati europei, per compiere massacri atroci e senza precedenti contro i 2,3 milioni di palestinesi di Gaza e ripulire etnicamente la regione. Da sabato, Israele ha bombardato Gaza in modo indiscriminato e intensivo, tagliando carburante, elettricità, acqua, cibo e medicine. Israele ha ucciso più di 2.700 palestinesi, tra cui 614 bambini, radendo al suolo interi quartieri, spazzando via intere famiglie e ferendo più di 10.000 persone. Alcuni esperti di diritto internazionale hanno iniziato a mettere in guardia dalle azioni genocide di Israele.
Inoltre, il governo israeliano di estrema destra ha distribuito più di 10.000 fucili ai coloni estremisti nella Palestina del 1948 e nella Cisgiordania occupata per facilitare l’escalation di attacchi e pogrom contro i palestinesi. Le azioni, i massacri e la retorica di Israele indicano la sua intenzione di realizzare la tanto promessa seconda Nakba, espellendo il maggior numero possibile di palestinesi e creando un “nuovo Medio Oriente” in cui i palestinesi vivono in perenne sottomissione.
La risposta degli Stati occidentali è stata un sostegno completo e totale allo Stato di Israele, senza nemmeno un cenno al diritto internazionale. Questo ha amplificato l’impunità di Israele, dandogli carta bianca per condurre la sua guerra genocida senza limiti. Oltre al sostegno diplomatico, gli Stati occidentali forniscono armi a Israele e sanzionano le attività delle aziende israeliane produttrici di armi all’interno dei loro confini.
Mentre Israele intensifica la sua campagna militare, i sindacati palestinesi chiedono alle loro controparti internazionali e a tutte le persone di coscienza di porre fine a ogni forma di complicità nei crimini di Israele, interrompendo con urgenza il commercio di armi con Israele, nonché qualsiasi finanziamento e ricerca militare. È giunto il momento di agire: sono in gioco vite palestinesi.
Questa situazione urgente e genocida può essere evitata solo da un massiccio aumento della solidarietà globale con il popolo palestinese, che può fermare la macchina da guerra israeliana. Abbiamo bisogno di un’azione immediata – ovunque vi troviate nel mondo – per impedire l’armamento dello Stato israeliano e delle aziende coinvolte nell’infrastruttura del blocco. Ci ispiriamo alle precedenti mobilitazioni sindacali in Italia, Sudafrica e Stati Uniti, nonché alle analoghe mobilitazioni internazionali contro l’invasione italiana dell’Etiopia negli anni ’30, contro la dittatura fascista in Cile negli anni ’70 e altrove, dove la solidarietà globale ha limitato la portata della brutalità coloniale.
Chiediamo ai sindacati dei settori interessati di:
●Rifiutare di produrre armi per Israele.
●Rifiutare di trasportare armi in Israele.
●Adottare mozioni in tal senso nei propri sindacati.
●Agire contro le aziende complici nell’attuazione dell’assedio brutale e illegale di Israele, in particolare se hanno contratti con la vostra istituzione.
●Fate pressione sui governi affinché pongano fine a tutti gli scambi militari con Israele e, nel caso degli Stati Uniti, smettano di finanziarlo.
Lanciamo questo appello in un momento in cui assistiamo a tentativi di vietare e mettere a tacere ogni forma di solidarietà con il popolo palestinese. Vi invitiamo a parlare e ad agire di fronte all’ingiustizia, come hanno fatto storicamente i sindacati. Lanciamo questo appello perché siamo convinti che la lotta per la giustizia e la liberazione della Palestina non sia solo una lotta determinata su scala regionale e globale. È una leva per la liberazione di tutti i popoli diseredati e sfruttati del mondo.
Federazione generale palestinese dei sindacati, Gaza.
Unione generale dei lavoratori del servizio pubblico e del commercio
Unione generale dei lavoratori comunali
Unione generale dei lavoratori degli asili nido
Unione generale dei lavoratori dell’industria petrolchimica
Unione generale dei lavoratori agricoli
Unione dei comitati femminili palestinesi
Unione generale dei lavoratori dei media e della stampa
Federazione generale palestinese dei sindacati (PGFTU)
Unione generale palestinese degli insegnanti
Unione generale palestinese delle donne
Unione generale degli ingegneri palestinesi
Associazione dei contabili palestinesi
Federazione delle associazioni professionali, tra cui:
Associazione dentale palestinese – Centro di Gerusalemme
Associazione dei farmacisti palestinesi – Centro di Gerusalemme
Associazione medica palestinese – Gerusalemme centrale
Associazione degli ingegneri – Gerusalemme centrale
Associazione degli ingegneri agricoli – Gerusalemme centrale
Unione dei veterinari – Gerusalemme centrale
Sindacato dei giornalisti palestinesi
Associazione degli avvocati palestinesi
Associazione infermieri e ostetriche palestinesi
Unione palestinese dei lavoratori degli asili
Sindacato dei lavoratori postali palestinesi
Federazione palestinese dei sindacati degli insegnanti e del personale universitario
Federazione generale dei sindacati indipendenti della Palestina (GFIU)
Nuova Federazione dei sindacati palestinesi (Nuova Federazione)
Unione generale degli scrittori palestinesi
Sindacato degli appaltatori palestinesi
Federazione dei sindacati degli operatori sanitari
Unione degli psicologi e degli assistenti sociali palestinesi
Traduzione da La Izquierda Diario
Nato a Brescia nel 1991, ha studiato Relazioni Internazionali a Milano e Bologna. Studioso di filosofia, economia politica e processi sociali in Africa e Medio Oriente.