È la sera del 29 settembre 1977, una Mini Minor bianca sta attraversando Piazza Igea a Roma. Arrivata davanti alla Casa rossa, un centro sociale occupato, partono dal finestrino alcuni colpi che feriscono gravemente la compagna Elena Pacinelli, che se ne stava ferma a chiacchierare su una panchina.
La risposta degli altri compagni non si fa attendere: il giorno dopo alcuni ragazzi organizzano un volantinaggio di protesta nella zona di Balduina, vicino alla sede del Movimento Sociale Italiano, per dare un segnale pubblico di individuazione dei responsabili.
I compagni partono in una trentina all’inizio di via Medaglie d’oro e cominciano a risalire la strada per raggiungere la sede del MSI. Arrivati davanti trovano un cordone di poliziotti in divisa e in borghese a proteggere la sede missina. C’è molta tensione nell’aria, il corteo indietreggia mentre un blindato della polizia avanza lentamente a fari spenti coprendo un gruppetto di due neofascisti, Cristiano Fioravanti e Alessandro Alibrandi, che armati si avvicinano ai manifestanti e sparano. I neofascisti sapevano che quella sera doveva succedere qualcosa, venivano quindi armati pronti a colpire per poi dileguarsi compiuta la violenza, di fronte ai poliziotti rimasti fermi e impassibili. La pistola di Fioravanti si inceppa, quella di Alibrandi spara e colpisce alla testa il ventenne Walter Rossi, militante di Lotta Continua. Vani i tentativi di salvarlo dal suo destino, Walter smette di respirare prima dell’arrivo all’ospedale Santo Spirito.
Le indagini per la ricerca dei colpevoli si concentrano subito sui movimenti di estrema destra, in particolar modo sui NAR (nuclei armati rivoluzionari), che con la morte di Walter fecero scorrere altro sangue innocente. L’inchiesta si aprì nel 1981 e fu archiviata più volte, l’ultima nel 2001, impedendo di far venire a galla la completa verità sull’omicidio.
Walter Rossi è una delle tante vittime della violenza neofascista negli anni di piombo, spesso aiutata e coperta dalle guardie e cariche dello Stato. Una vittima purtroppo dimenticata dalla storia, la cui memoria si vuole far sparire, arrivando a cancellare il murales disegnato in suo ricordo nella stessa via Medaglie d’Oro di quarant’anni fa. Ancora una volta lo Stato italiano ha dimostrato la sua criminalità e complicità nella morte di uno dei tanti compagni caduti combattendo. Una morte che dopo quasi mezzo secolo è rimasta senza colpevoli per la giustizia italiana.

 

Edoardo Stratos

Giornale militante online fondato nell'aprile 2017.
Sito informativo della Frazione Internazionalista Rivoluzionaria (FIR).