Report della manifestazione in solidarietà ai palestinesi convocata a Parigi a seguito del massacro operato dalle forze armate israeliani nella Giornata della Terra, ricorrenza che ogni anno ricorda e protesta contro l’espropriazione in massa delle terre dei palestinesi ad opera dei coloni-occupanti israeliani.


Il piccolo gruppo convocato per le 15.di questa domenica è cresciuto man mano che si sono radunati i manifestanti con le loro keffieh in solidarietà con la Palestina e per protestare contro gli sniper dell’ esercito sionista che hanno procurato 16 morti e più di 1500 feriti.

Bandiere e adesivi di numerose organizzazioni, sindacati e partiti solidali con la causa palestinese, manifestanti appartenenti a tutto l’ arco che va dal PC ad Ensemble passando per la CGT[1], NPA[2], EELV[3], LFI[4], UJFP[5], il Forum Palestina e AFPS[6] e tutta la rete militante in sostegno della Palestina: circa 200 persone si sono radunate, questa domenica, sotto la statua della République a Parigi.

Organizzata con urgenza alla luce del precipitare degli eventi in Palestina, nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, il raggruppamento aveva l’obiettivo di “rompere il silenzio assordante” che circonda il massacro ancora in corso, come ha sottolineato Julien Salingue di NPA.

Molti compagni sono intervenuti al megafono, eletti come Eric Coquerel ma anche militanti e responsabili di associazioni, alla presenza di attivisti e militanti della causa palestinese ma anche di personalità come i fratelli Nasser, cineasti palestinesi che hanno lavorato al film Dégradé, selezionato nel 2015 a Cannes e uscito nelle sale appena due anni fa, una serrata soffocante sulla situazione di Gaza.

Da venerdì, in occasione della celebrazione della quarantaduesima Giornata della Terra, la mobilitazione non diminuisce nei territori palestinesi, a dispetto dei colpi cui sono chiamati a far fronte i manifestanti che sono chiamati a mobilitarsi fino all’ anniversario dei fatti di Nakba.

Convinto che la “causa palestinese rimane di interesse per l’ opinione pubblica francese” Julien Salingue ha esortato a “vincere la tragica solitudine” che circonda oggi la lotta del popolo palestinese contro lo “stato coloniale” di Israele. “È divenuto normale uccidere i palestinesi” ha sottolineato. Ma difronte a “16 morti da un lato e zero dall’ altro, 1500 feriti da una parte e dall’ altra, non è uno scontro tra due parti quello a cui assistiamo, ma un massacro a sangue freddo” delle autorità israeliane e dello stato maggiore di Tsahal.

“Palestina viva, Palestina vincerà!”, “Diritto al rientro dei Palestinesi!” e “Libertà per tutti i prigionieri palestinesi!” sono solo alcuni degli slogan scanditi durante i diversi interventi, che hanno ricordato il caso emblematico di Salah Hamouri che resta ancor oggi nelle galere sioniste assieme a migliaia di altri palestinesi.

Una mobilitazione che ne chiama altre nei giorni e nelle settiamane a venire e che invita a moltiplicare la solidarietà internazionale col popolo palestinese nella sua lotta per i diritti fondamentali, a cominciare dal diritto al rientro e per denunciare la politica criminale dello Stato di Israele e dei suoi complici, anzitutto del governo francese, grande amico di Netanyahu.

Note

[1] Confederazione generale del lavoro

[2] Nuovo partito anticapitalista

[3] Europe écologie/Verdi

[4] La France insoumise

[5] Union Juive Française pour la paix

[6] Association France Palestine Solidarité

 

Corinne Rozenn
Traduzione di Ylenia Gironella da Révolution Permanente

Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.