Lo slogan “Difendere la Famiglia Tradizionale” è stato in grado ultimamente di coinvolgere un consenso importante, anche se non necessariamente maggioritario. Alla base c’è la volontà di contrapporre le famiglie eterosessuali alle coppie omosessuali, utilizzando la religione come pretesto per legittimare l’omofobia, di assegnare alla donna la funzione unica di angelo del focolare, negandole il diritto, fra gli altri, di interrompere volontariamente la gravidanza, e di rigettare qualunque forma di educazione sessuale all’interno delle scuole.
Interessante come, rispetto al passato questa miscela reazionaria riesca a diffondersi attraverso canali “alternativi”, perfino la Chiesa ha un ruolo marginale in quest’ascesa.


Per anni (in Italia in particolar modo) hanno agito sottotraccia tutta una moltitudine di associazioni, di onlus ed anche di partiti minori, che miravano a far emergere con forza una tendenza tradizionalista e ultracattolica.
Siffatte rimostranze hanno trovato una propria dimensione nel Family Day, così è chiamata la manifestazione che in Piazza San Giovanni a Roma ha radunato le componenti di cui sopra; i contenuti (1) se così si possono definire oscillano tra il metafisico e il delirante, come la declamata “teoria del gender” ovvero un neologismo attraverso il quale diffondere sconclusionati complotti centrati sull’idea secondo il quale ci sarebbe una cospirazione per indirizzare la sessualità dei giovani, portata avanti da non si sa bene quali untori.

Tra gli organizzatori c’è una giornalista e scrittrice, Costanza Miriano, autrice del libro Sposati e sii sottomessa (2), tradotto in più lingue e best seller in Spagna; non si tratta di un testo satirico e/o ironico al contrario vuol essere proprio un manuale per convincere le donne di tutto il mondo a riprendere il proprio ruolo di completo asservimento all’uomo “Rassegnati ha ragione lui – scrive l’autrice – obbediscigli, sposalo, fate un figlio, trasferisciti nella sua città, perdonalo, fate un altro figlio”.
Concetti ribaditi dal palco (3) del Family Day “Riprendiamoci questo ruolo che stiamo dimenticando per emanciparci, torniamo a essere vere donne capaci di accoglienza, e se lo faremo i nostri uomini torneranno a essere capaci di grandezza”.


Seguendo l’onda dell’integralismo cattolico la Lega ha saputo calamitare su di sé migliaia di voti, grazie anche ad espedienti come il giuramento di Salvini in Piazza Duomo a Milano con tanto di Vangelo e rosario da esibire alla folla, così dopo le elezioni del 4 marzo e il successivo insediamento gialloverde quell’onda integralista appare ben inquadrata nelle isitituzioni.

Nuovo Ministro per la famiglia e disabilità è il leghista Lorenzo Fontana, che appena fresco di nomina afferma “Purtroppo non è scritto nel contratto che si possa restringere il diritto delle donne ad abortire” e ancora “L’unica famiglia è quella con mamma e papà. Le famiglie arcobaleno? Per legge non esistono”. (4)
Un altro leghista, altro organizzatore del Family Day, il senatore Simone Pillon viene nominato vicepresidente della commissione Infanzia e adolescenza; è l’autore del ddl che porta il suo nome, un ddl che rappresenta un pesante attacco frontale alla libertà e all’incolumità delle donne oltre che ai diritti dei bambini. (5)

Mentre a Verona la giunta comunale, sempre leghista, faceva approvare (anche grazie al voto favorevole di un’esponente PD) la mozione 434 che dichiarava Verona “città a favore della vita” e sostenitrice di associazioni cattoliche che mettono in campo iniziative contro l’aborto, in ossequio a quanto affermato dal senatore Pillon al quotidiano La Stampa “Oggi non ci sono le condizioni per cambiare la 194, ma vedrà che anche noi ci arriveremo, come è successo in Argentina. Occorre aiutare le donne che vogliono abortire perché si trovano in difficoltà economiche e sociali”.


Proprio il 22 maggio 2018 ricorreva il quarantennale della legge 194, normativa che ha depenalizzato e disciplinato l’aborto, ciò nonostante i dati reali sono poco incoraggianti come spiega la presidente della Laiga* Silvana Agatone “Secondo l’ultimo rapporto del ministero gli ospedali che offrono il servizio di Ivg sono il 60%, Non si specifica però se offrono entrambi i servizi. Noi che siamo all’interno sappiamo che di questo 60% solo una minima parte offre la possibilità di effettuare anche l’aborto terapeutico. Questo vuol dire che il 40% degli ospedali italiani è
ufficialmente fuori legge ma in realtà le strutture che operano senza rispettare la 194 sono molte di più e sono in continuo aumento negli anni”. (6)


Come per un beffardo scherzo del destino in quel 22 maggio viene tenuta una conferenza stampa presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati su “La legge sull’aborto in Italia a 40 anni dalla sua introduzione. Bilancio e valutazioni”, a introdurla e moderarla sono la presidente del Movimento per la Vita Marina Casini e il deputato della Lega Alessandro Pagano.
Vi intervengono soltanto membri di associazioni “prolife” e parlamentari di provata fede cattolica, perciò si capisce qual è il leitmotiv dell’iniziativa ; da un breve passaggio del neurologo Gian Luigi Gigli (ex presidente del Movimento per la Vita e parlamentare) se ne coglie l’essenza “E’ necessario
non lasciare sole le donne davanti alla drammatica scelta per la vita dei loro figli, tutelando il loro vero diritto: quello a non abortire”.

Oltre alla discriminazione sessista, pure quella di stampo omofobo e razziale rientra fra i “diritti” da tutelare; ne è convinto il senatore Pillon che propone l’abolizione dell’UNAR*, considerato uno strumento nelle mani delle lobby gay, rincara la dose il Ministro Fontana “Abroghiamo la legge Mancino*, che in questi anni strani si è trasformata in una sponda normativa usata dai globalisti per ammantare di antifascismo il loro razzismo anti-italiano”.
Il richiamo alle forze oscure che tramano contro il popolo è piuttosto ricorrente, similare al complotto demplutogiudaicomassonico evocato ai tempi dai fascisti e utilizzato per compiere brutali stermini in tutt’Europa, quel richiamo unito all’apologetica difesa della famiglia non sono altro che un artificio.


La sedicente conflittualità fra etero e persone di altro orientamento sessuale non è poi così diversa da quella, altrettanto sedicente fra autoctoni e proletari immigrati; dietro si cela una tenacia sopraffattrice vecchia di secoli e che per secoli ha tenuto in catene l’umanità intera, è l’altra faccia del capitalismo, funge fa da contraltare a quello più democratico a parole ma ugualmente distruttivo nei fatti.
Non si tratta quindi di rivendicare solo delle tutele civili o di appellarsi all’etica, l’emancipazione della donna e della comunità LGBTQ passa per la lotta senza quartiere all’intero sistema produttivo poiché le conquiste precarie e parziali DI TUTTI GLI SFRUTTATI sono costantemente sotto attacco, si rivela dunque del tutto inefficace la continua ricerca di un compromesso.


La discriminazione di genere rientra a pieno titolo nella logica del profitto, obbligato a dividere e marginalizzare gli ultimi, serve pertanto unire questo largo fronte contro un esecutivo liberticida e contro l’oscurantismo clericale, entrambi mandanti morali dei femminicidi e della violenza omofobo-sessista.

 

Roger Savadogo

NOTE

(1) Il peggio del Family Day 2016 https://www.youtube.com/watch?v=zk8ymA2DL0U
(2)
Sposati e sii sottomessa, Sonzogno, 2013
(3) Costanza Miriano – Family Day 2016
https://www.youtube.com/watch?v=PEBR0eXRiBI
(4)
https://www.quotidiano.net/politica/lorenzo-fontana-1.3953624
(5)
https://www.huffingtonpost.it/loredana-taddei/il-ddl-pillon-e-un-regolamento-di-conti-con-luniverso-femminile-in-piazza-per-fermarlo_a_23584769/
(6)
https://www.lastampa.it/2018/05/22/italia/troppi-obiettori-tornano-gli-aborti-clandestini-2oaOfmycta2YBmipxwDBRJ/pagina.html
(7)

Nato a Venezia nel 1988, vive a Brescia. Operaio, è studioso e appassionato di sottoculture giovanili, ultras e skinhead in particolare.