Condividiamo qui uno spunto delineato dall* nostr* compagn* di Du Pain et des Roses, il raggruppamento transfemminista rivoluzionario associato alla nostra pubblicazione e organizzazione sorella francese Révolution Permanente, pubblicato il 31 di ottobre: in esso troviamo una critica specifica alla manovra politica dell’esecutivo di Macron di istituzionalizzare, in senso liberale, “il diritto all’aborto”. Tuttavia, spunti specifici come questo servono in generale ad analizzare il rapporto che coloro che si definiscono anticapitalist* debbano tenere nei confronti di tentativi di ricondurre nel reame della legiferazione borghese le lotte reali dell* oppress*.

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Domenica scorsa Macron ha annunciato che presenterà una proposta di legge costituzionale per inserire nella Costituzione la “libertà delle donne di ricorrere all’aborto”. Si tratta dell’ennesima cortina di fumo per nascondere la questione della reale efficacia di un accesso completamente libero e gratuito all’aborto per tutt@.


Emmanuel Macron ha annunciato, la scorsa domenica, che sarà inviato al Consiglio di Stato un progetto di legge costituzionale per garantire la libertà per le donne di ricorrere all’interruzione di gravidanza. A partire dal giugno 2022, dopo l’abrogazione della sentenza Roe v. Vade che negli Stati Uniti ha eliminato, da un giorno all’altro, il diritto di abortire alle donne americane, il progetto di costituzionalizzazione dell’aborto è stato difeso da gran parte della classe politica e dai gruppi femministi, come il “Collectif Droit Avortement Europe”.

Da ciò è seguita un’intera avventura parlamentare: dalla bocciatura da parte del Senato di un primo testo nell’ottobre 2022, all’adozione da parte dell’Assemblea nazionale, il 24 novembre, di un disegno di legge prodotto da un accordo tra LFI [La France Insoumise di Mélenchon, ndt] e la maggioranza di governo. Il 1° febbraio, il Senato ha finalmente formulato l’inclusione dell’aborto nella Costituzione in termini diversi, sostituendo il testo iniziale, “La legge garantisce l’effettività e la parità di accesso al diritto all’interruzione volontaria della gravidanza”, con una formulazione più restrittiva.

La formula favorita dal Senato si limita a un riferimento alla legge esistente, eliminando anche la nozione di diritto: “La legge determina le condizioni di esercizio della libertà della donna di interrompere la gravidanza”. Affermando che “la libertà di interrompere la gravidanza” è disponibile solo per “una donna”; questo esclude automaticamente le persone non eteronormate dall’accesso alla procedura.

Prima dell’annuncio di Macron di domenica, il governo avrebbe potuto scegliere se proporre un disegno di legge costituzionale emanato dall’esecutivo, come ha fatto, o lasciare la palla al Parlamento. Le due camere avrebbero dovuto concordare un testo comune che avrebbe portato a un referendum. Tuttavia, un simile scenario avrebbe potuto ritorcersi contro il governo con un referendum a favore o contro Macron.

Alla fine, il governo ha deciso di andare avanti e di evitare il referendum, optando per la formula adottata dal Senato, più restrittiva e meno vincolante. Si tratta dell’ennesima manovra di Macron che, lungi dal sollevare la questione stessa dell’inserimento del “diritto” all’aborto nella Costituzione, ha lo scopo, come sottolinea L’Opinion, di unire il suo campo e seminare zizzania tra i suoi avversari nel bel mezzo della campagna per le Europee, con la destra e l’estrema destra divise sul tema.

 

Una cortina di fumo che non impegna nessuno

L’impegno del governo arriva in un momento di profondo autoritarismo e di preoccupazioni per la sicurezza, segnato dall’offensiva militare di Israele in Palestina. Manovre come questa sono un modo per l’esecutivo di darsi una parvenza progressista quando, allo stesso tempo, sostiene il “diritto di difendersi” di Israele, e quindi di bombardare decine di migliaia di palestinesi, tra cui molte donne. Migliaia di donne incinte non hanno accesso all’assistenza sanitaria e quasi certamente partoriranno nel bel mezzo di questo massacro.

Inoltre, il fatto di sancire il diritto all’aborto nella Costituzione non garantisce in alcun modo che il diritto all’aborto sia effettivo. Il diritto all’aborto è ben lontano dall’essere pienamente effettivo in Francia oggi, con la carenza di pillole abortive, l’enorme mancanza di risorse per gli ospedali e l’esistenza di una “clausola di riservatezza” che consente ancora ai medici di rifiutare l’aborto.

Il nostro sistema sanitario sta attraversando una delle peggiori crisi degli ultimi decenni, con la chiusura di posti letto e reparti maternità in tutto il Paese. Lo “sciopero della maternità” e la manifestazione contro la chiusura dell’ospedale di Lilas ne è la testimonianza. Questa struttura sanitaria femminista è minacciata di chiusura dall’ARS [Agence Régionale de Santé, ndt] da quasi 10 anni, perché le sue pratiche non corrispondono alle aspettative neoliberali dello Stato nei confronti delle strutture sanitarie: parto indolore o assistenza nei percorsi di affermazione di genere.

Il fallimento dei servizi pubblici è un vero ostacolo all’accesso ai diritti riproduttivi. Allo stesso modo, la carenza di pillole abortive sta peggiorando a causa del profitto delle aziende farmaceutiche, come possiamo vedere a Lille. Le carenze e l’enorme mancanza di risorse nei servizi sanitari pubblici dimostrano che la questione dell’effettivo diritto all’aborto deve essere ancora conquistata e richiede ambiziose politiche di finanziamento e di assunzione nel settore sanitario, nonché rivendicando l’abolizione dei brevetti farmaceutici!

Allo stesso modo, il piano di Macron di rendere le scuole sicure e liberali è ben lontano dal fornire una reale educazione alla sessualità, compresa l’educazione all’aborto e all’uso dei contraccettivi. Per raggiungere questo obiettivo, il personale dell’istruzione e della sanità dovrebbe avere le risorse finanziarie, materiali e umane per farsi carico, in modo indipendente, dell’introduzione dell’educazione sulle questioni di genere e sessualità!

 

La necessità di un programma femminista rivoluzionario per garantire il diritto all’aborto gratuito

Alla luce di questa situazione, è più che evidente che il piano del governo non solo sia ben lontano dal sancire realmente il diritto all’aborto nella Costituzione, ma ci distragga anche dalla questione della sua reale efficacia: non facciamoci ingannare!

Per garantire un effettivo diritto all’aborto, gratuito, abbiamo bisogno di un programma femminista rivoluzionario, con una lotta decisa per l’aumento dei salari e risorse massicce per i servizi pubblici come la sanità e l’istruzione.

Macron non sarà mai nostro alleato! È al fianco del movimento operaio in lotta che il movimento femminista può e deve costruire i rapporti di forza per garantire che il diritto all’aborto sia davvero effettivo!

 

Imogen Fraser

Traduzione a cura di Il pane e le rose – Pan y Rosas Italia

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