Da questa mattina la questura di Piacenza ha avviato una ventina di perquisizioni, due arresti domiciliari e cinque divieti di dimora nelle case di di lavoratori e attivisti del SI Cobas in seguito ai fatti riguardanti lo sciopero di due settimane alla FedEx TNT della stessa provincia emiliana.


Lo sciopero era partito in concomitanza con la mobilitazione dei lavoratori della stessa multinazionale in Belgio, in seguito al comunicato di FedEx che annunciava di voler procedere ad una ristrutturazione che avrebbe portato a oltre 5.000 licenziamenti in tutta Europa.

Le accuse riguardano reati come resistenza aggravata a pubblico ufficiale, violenza privata e lesioni personali aggravate, una lista che si ripete spesso nella narrazione legale di accusa, quando si prova ad attaccare gli scioperi. Le accuse, inoltre, aprono il procedimento per il ritiro di permesso di soggiorno a lavoratori stranieri, colpevoli di aver difeso i propri diritti esercitando il diritto di sciopero ed evidentemente considerati pericolosi al punto di minacciarli di espulsione dal territorio italiano, oltre a cinque provvedimenti di divieto di dimora dalla provincia.

Se, di fronte a un nuovo governo tecnico presieduto da un arcinoto banchiere espressione della grande finanza europea, era legittimo pensare che ci sarebbe stata una stretta sulle lotte dei lavoratori e sulle loro organizzazioni, oggi arriva un primo indizio sostanzioso di questo nuovo passo in tema di repressione del movimento operaio.

Il fatto acclarato è sicuramente che il governo non si fa scrupoli a mettere in seria difficoltà lavoratori stranieri nonostante la pandemia non accenni a fermare la sua corsa e si schiera in maniera prevedibile, ma anche mo,to visibile, dalla parte di una multinazionale, la FedEx, che ha già espresso le proprie intenzioni mortifere per gli operai e le loro famiglie.

Questo è un attacco aperto e gravissimo ad un sindacato conflittuale e a lavoratori che negli anni hanno contrastato energicamente l’ingiustizia sociale e le irregolarità palesi (anche per la stessa legge che i padroni invocano contro gli operai) nei magazzini della logistica in buona parte del centro nord, lotte che hanno portato a miglioramenti impensabili fino a dieci anni fa in tutto il settore, miglioramenti che ora sono sotto attacco ovunque.

La lotta dei lavoratori FedEx TNT è la lotta di tutti i lavoratori e le lavoratrici: attiviamoci per mandare solidarietà attiva da tutte le organizzazioni sindacali e tutti i settori lavorativi, contro la repressione del movimento operaio e l’assalto generale alle condizioni di vita di milioni di operai e operaie in tutto Italia e, FedEx insegna, tutta Europa.

Per il ritiro di tutte le accuse e la revoca dei domiciliari per Carlo e Arafat!

 

CM