AstraZeneca è la quinta più grande azienda farmaceutica del mondo e ha intascato 400 milioni di euro dal pagamento anticipato dell’UE per i vaccini. Tuttavia, sta consegnando solo un terzo dei vaccini concordati nel contratto originale. Questo non è un caso isolato. Dobbiamo lottare per il rilascio dei brevetti.
AstraZeneca sta consegnando il 25% in meno dei vaccini concordati un mese fa. Recentemente è anche emerso che il suo vaccino non è completamente sicuro per gli over 65, uno dei principali gruppi a rischio. Questa violazione degli accordi si aggiunge al fatto che a gennaio l’azienda ha anche annunciato che avrebbe consegnato solo il 60% delle dosi promesse a Bruxelles per il primo trimestre dell’anno. Questa azienda, in totale, consegnerà solo un terzo di quello che era previsto nel contratto iniziale. Questo è stato reso noto per mezzo di un documento datato 10 marzo al quale Reuters ha avuto accesso.
Non è un caso isolato: da quando hanno concordato con l’UE la vendita di vaccini non ancora prodotti, le aziende farmaceutiche stanno sistematicamente venendo meno a tutti i termini di consegna. La Commissione europea ha annunciato lunedì che tra aprile e giugno saranno distribuite il 20% di dosi in meno del previsto, per un totale di 300 milioni. A questa stima va aggiunta la non conformità di AstraZeneca, dato che Bruxelles si aspettava di ricevere 300 milioni di vaccini da Pfizer-BioNTech, Moderna e AstraZeneca.
BioNTech e Pfizer hanno rallentato la loro produzione dall’inizio dell’anno, approfittando del fatto che i contratti con gli Stati garantiscono la vendita dei loro vaccini, per rimodellare le linee di produzione. AstraZeneca, inoltre, sta avendo numerosi problemi nonostante sia una delle aziende farmaceutiche con più risorse al mondo e una delle aziende con cui si contratta la maggior parte dei vaccini. Il governo italiano ha vietato all’azienda di esportare quasi duecentocinquantamila dosi che dovevano essere inviate in Australia, dopo aver appreso che AstraZeneca non le avrebbe consegnato le dosi contrattate.
In una riunione dell’OMS del 15-16 ottobre 2020, l’India e il Sudafrica hanno proposto di sospendere diversi articoli dell’accordo sugli aspetti commerciali dei diritti di proprietà intellettuale, che permetterebbero il rilascio di brevetti sui vaccini e altre tecnologie legate al Covid. Tuttavia, i paesi europei nel loro insieme e gli Stati Uniti, l’Australia e il Giappone hanno respinto la proposta. Anche il governo “progressista” spagnolo di PSOE, Unidas Podemos e il PCE hanno votato contro il rilascio dei brevetti. Si oppone quindi a tutte le richieste delle organizzazioni non governative come Medici Senza Frontiere e Oxfam che chiedono la fine dei diritti di proprietà intellettuale.
I problemi con AstraZeneca non finiscono con i ritardi nella consegna dei vaccini. In Spagna, questo giovedì, la Commissione di Salute Pubblica del Consiglio Interterritoriale del Sistema Sanitario Nazionale ha rinviato la decisione di estendere la fascia di età per il suo vaccino alle persone tra i 55 e i 65 anni. L’Agenzia europea dei medicinali deve valutare gli effetti avversi di questo farmaco dopo diversi casi di trombi (da cui deriva la patologia della trombosi) nell’UE. Danimarca, Norvegia e Islanda hanno sospeso in via cautelare tutte le vaccinazioni con AstraZeneca.
Le aziende farmaceutiche ne approfittano per speculare su un business miliardario. Gli stati sono anche in competizione tra loro per accaparrarsi i vaccini. Gli stati imperialisti, che rappresentano il 14% della popolazione mondiale, hanno comprato più della metà dei vaccini (53%). Secondo The people’s vaccine, i 70 paesi più poveri del mondo saranno in grado di vaccinare solo una persona su 10 entro il 2021. L’UE si è accordata su 2,26 miliardi di dosi, che sarebbero sufficienti per vaccinare tre volte la popolazione europea.
Molti dei vaccini sono stati venduti al miglior offerente prima di essere prodotti. Questi contratti sono pieni di clausole nascoste al pubblico, anche se alcune sono trapelate ai media, come scadenze di fornitura flessibili, protezione dei brevetti e clausole di immunità che impediscono di essere ritenuti responsabili se qualcosa va male o se i vaccini hanno effetti avversi. Gli Stati hanno anche il divieto di vendere o donare le dosi a paesi terzi. La gestione capitalista della pandemia si sta dimostrando completamente inefficace, al di fuori di ogni criterio scientifico.
La lotta per i vaccini per tutti e per il rilascio dei brevetti è una necessità urgente di fronte alla catastrofe pandemica. Allo stesso modo, è necessario l’intervento statale immediato su tutte le imprese e i laboratori farmaceutici, per metterli sotto il controllo dei professionisti della salute e al servizio di piani razionali di produzione e distribuzione di vaccini e test, nella prospettiva di nazionalizzare queste imprese sotto il controllo dei lavoratori, insieme alle risorse della sanità privata. L’aumento urgente dei bilanci della sanità e dell’educazione, così come del personale sanitario per poter garantire la vaccinazione ed evitare il collasso degli ospedali, basato su imposte straordinarie sulle grandi fortune, sono altre misure urgenti. Potremo ottenere misure di questo tipo solo sviluppando una lotta comune della classe operaia, delle donne e della gioventù.
Jose Lavín
Traduzione da La Izquierda Diario
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