Alle 9:30 di oggi è cominciato il presidio preparatorio del primo corteo nazionale in difesa dei lavoratori e delle lavoratrici dello stabilimento GKN di Campi Bisenzio. Un corteo che ha visto migliaia di persone mobilitarsi in difesa del posto di lavoro: insorgiamo!

Un messaggio chiaro ai governi di Confindustria: la lotta dei lavoratori e delle lavoratrici GKN è la lotta di tutt*. Dalle prime luci del mattino sono cominciati ad arrivare i pullman, lungo il viale dove si trova lo stabilimento GKN di Campi Bisenzio, che collega il paese toscano con la vicina Prato. Il corteo, folto di 5000 compagni e compagne da tutta Italia, ha poi sfilato lungo questo viale, rilanciando il grido d’allarme del settore metalmeccanico: alla storia dei licenziamenti istantanei per e-mail che ha catalizzato l’attenzione del paese, e ha suscitato sdegno da parte di ampi strati dell’opinione pubblica, si è sovrapposta una nuova, importante contingenza: l’occupazione della fabbrica è un momento importante per rilanciare la lotta attraverso i centri nevralgici dell’economia contro le misure vampiresche del governo Draghi, che si aspetta ancora una volta che sia la classe lavoratrice di questo paese a dover pagare l’ennesima crisi del sistema capitalistico. Anche sull’onda dell’occupazione, l’adesione al corteo è arrivata da moltissime realtà politiche e sindacali, provenienti da tutto il panorama nazionale.

Ci sono i lavoratori della Piaggio, come quelli della Sammontana, fino ad arrivare ai pullman giunti da Melfi e Pomigliano d’Arco; incrociano le braccia in solidarietà con i lavoratori e le lavoratrici GKN anche l* compagn* della Textprint di Prato, che ancora portano avanti la loro lotta per le otto ore di lavoro su cinque giorni lavorativi, organizzat* nel SI Cobas. Poi Roma, Torino, Napoli, Bologna, Forli, Firenze – il viale si è riempito di rappresentanti diretti di tutte le sigle sindacali del territorio nazionale, confederali come di base. Questo è un importante segnale, oltre che di vicinanza concreta tra lavoratori e lavoratrici oltre il “muro” della tessera del sindacato (come si era discusso, ad esempio, durante le Assemblee dei Lavoratori e delle Lavoratrici Combattivi/e), di che aspetto possa avere, andando avanti, una risposta unitaria e di lotta al modo di governare il mondo che favorisce l’accumulazione di profitto e lo sfruttamento. Ora, come dice il compagno Dario Salvetti, del Collettivo di Fabbrica e di Marxpedia, il prossimo passo sarà portare la mobilitazione in tutta Italia, continuando ad estendere i legami di solidarietà operaia, ma soprattutto portare la lotta a Roma, dove vengono prese ogni giorno decisioni importanti sulla pelle della classe operaia.

Si parla di occupazione delle fabbriche, e come compagni e compagne della Voce delle Lotte – FIR lo ribadiamo: le fabbriche non vanno chiuse, vanno riappropriate e gestite da chi le vive e ci lavora! Il potere lo prendano gli operai.

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