A Jujuy, in Argentina, continua la violenta repressione del governo locale contro la mobilitazione operaia e popolare scatenata da una riforma costituzionale autoritaria nella provincia, in un contesto di indignazione delle comunità indigene, degli insegnanti e dei giovani che protestano contro le conseguenze del saccheggio imperialista del litio, il saccheggio dei loro territori, i salari bassi e l’approvazione di una riforma costituzionale autoritaria.


DICHIARAZIONE DELLA FRAZIONE TROTSKISTA – QUARTA INTERNAZIONALE IN EUROPA

Basta con la repressione del popolo di Jujuy! Fuori le multinazionali imperialiste dell’America Latina, che saccheggiano il litio e i beni comuni naturali!

Negli ultimi giorni abbiamo visto due immagini che rivelano il volto imperialista dell’UE. Da un lato, la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, ha fatto un tour in America Latina per garantire alle multinazionali europee la loro quota nel business dell’estrazione del litio. Dall’altro lato, il governo della provincia di Jujuy, in Argentina, ha lanciato una feroce repressione contro le comunità indigene, gli insegnanti e i giovani che protestavano contro il saccheggio dei loro territori, i salari a livelli di povertà e l’approvazione di una riforma costituzionale autoritaria.

Tutto ciò avviene nel contesto della guerra in Ucraina, della crisi energetica, del riarmo militarista e della raddoppiata competizione imperialista per le materie prime e le risorse naturali in tutto il mondo.

Noi, firmatari di questa dichiarazione, organizzazioni socialiste e rivoluzionarie di Spagna, Francia, Germania e Italia, ripudiamo le politiche imperialiste dei governi europei in America Latina e nel mondo. Chiediamo di sostenere la lotta del popolo di Jujuy e di ripudiare la repressione.

 

Fermare la repressione del popolo di Jujuy!

Questa settimana abbiamo visto le immagini della feroce repressione contro le comunità native, gli insegnanti, i giovani e il popolo di Jujuy. La polizia del governatore Morales ha sparato proiettili di gomma alla testa (alcuni manifestanti hanno perso un occhio), ha inseguito i manifestanti con la cavalleria e ha fatto irruzione nelle case in modo del tutto illegale, nel vecchio stile della dittatura argentina. Abbiamo anche visto come la polizia abbia trascinato a terra e arrestato la legislatrice del PTS nel Frente de Izquierda – Unidad (FIT-U), Natalia Morales, o i giornalisti che portavano con sé un evidente tesserino da giornalista.

Questa repressione cerca di intimidire i lavoratori e il popolo di Jujuy che oggi stanno portando avanti una grande lotta. Stanno lottando contro una riforma costituzionale antidemocratica regionale (l’Argentina è una repubblica federale) che criminalizza la protesta sociale. Sono in lotta per la difesa dei territori e dell’acqua, contro le compagnie minerarie imperialiste. E lottano per l’aumento dei salari in una provincia ricca con lavoratori poveri, frutto delle politiche di saccheggio dei governi locali e dell’imperialismo.

Questo lunedì, pochi minuti dopo l’inizio della convenzione costituente antidemocratica, il governatore Morales di Jujuy si stava recando a Buenos Aires per incontrare i rappresentanti delle compagnie minerarie. Come ha denunciato il legislatore del PTS nel Frente de Izquierda, Gastón Remy:

Morales, insieme al governatore di Salta (Sáenz) e Catamarca (Jalill), ha invitato le compagnie minerarie a unirsi al “tavolo del litio” e ha celebrato il fatto che in Argentina l’industria mineraria dispone di strumenti costituzionali e legali per fare terra bruciata”. Una efficace sintesi della vera posta in gioco nella riforma della Costituzione di Jujuy.

La riforma antidemocratica è stata votata sia dal partito del governatore (UCR, della coalizione di centrodestra con la quale Mauricio Macri vinse le elezioni presidenziali nel 2015) che dai peronisti (principalmente il PJ), che fanno parte del governo nazionale.

Nel mezzo di un’inflazione elevata e di un calo dei salari, Jujuy è oggi un laboratorio per le misure di tagli lineari del governo e del FMI in Argentina. Dopo le prossime elezioni presidenziali di ottobre, il prossimo governo, chiunque vinca, applicherà una politica di ajuste, “aggiustamento”, brutale, continuando quella già applicato dall’attuale governo peronista, per soddisfare i pagamenti del debito pubblico e le richieste del FMI. Ma Jujuy è anche un laboratorio di lotta e resistenza del popolo lavoratore. Migliaia di insegnanti e altri lavoratori si sono mobilitati massicciamente contro la repressione, contro le riforme dell’UCR e del PJ, chiedendo aumenti salariali e per i diritti delle comunità.


Gli Stati imperialisti competono per l’estrazione dell'”oro bianco”

“L’Europa è tornata in America Latina”, ha dichiarato questa settimana la massima rappresentante dell’UE. Von Der Leyen si è recata in Brasile, Argentina, Cile e Messico con l’obiettivo di garantire ai capitali europei migliori affari nella regione. L’attenzione principale è stata rivolta al litio e all’idrogeno verde dell’America Latina, che attualmente l’Europa importa principalmente dalla Cina. Il tour fa parte di una rinnovata offensiva imperialista per assicurarsi materie prime, investimenti e mercati critici in America Latina. Poche settimane fa, il capo del Comando Sud degli Stati Uniti, Laura Richardson, aveva fatto riferimento al “triangolo del litio” formato da Bolivia, Cile e Argentina nord-occidentale come un’area chiave per il paese nella sua competizione strategica con la Cina. L’Europa non vuole essere esclusa dall’affare.

Un mese fa, una delegazione di multinazionali europee, insieme a rappresentanti dell’UE, ha visitato le province del nord-ovest dell’Argentina (Catamarca, Salta e Jujuy) con l’obiettivo di entrare nel business del litio. La delegazione, che ha visitato diversi impianti minerari, era composta da rappresentanti dell’ambasciata UE in Argentina e da dirigenti delle aziende Eramet, Adionics, Geolith, Stellantis, Sunlight Group, Solvay, CSR Europe, Société Générale e Tectpetrol. La francese Eramet possiede importanti attività di estrazione del litio nel nord dell’Argentina e del Cile. L’azienda è controllata al 27% dallo Stato francese. “Il litio è un materiale strategico, una fonte di energia fondamentale per la transizione digitale e verde”, ha commentato all’epoca l’ambasciatore dell’UE in Argentina Amador Sánchez Rico.

Mentre il cancelliere tedesco Olaf Scholz aveva già visitato i paesi del “triangolo del litio” all’inizio dell’anno insieme alle delegazioni di diverse aziende metallurgiche e minerarie tedesche come Aurubis e DEM, anche il ministro degli Esteri Annalena Baerbock (Verdi) era in America Latina in questi giorni per promuovere la sua visione di una “politica estera femminista e sostenibile”. Ma dietro queste parole si nascondono gli interessi dell’imperialismo tedesco nel garantire catene di approvvigionamento in concorrenza con la Cina.

La scusa della “transizione verde” è pura ipocrisia sulle labbra di questi rappresentanti degli interessi corporativi imperialisti che cercano un nuovo ciclo di “affari verdi”, iniettando enormi quantità di fondi pubblici o, nel caso delle aziende automobilistiche, scommettendo di riempire il mercato con milioni di auto elettriche.

Bolivia, Argentina e Cile sono tra i primi 10 paesi con le maggiori riserve di litio al mondo. Questo materiale è considerato il nuovo “oro bianco” dalle grandi multinazionali e dagli Stati imperialisti. È necessario per la produzione di telefoni cellulari e batterie per auto elettriche. Mentre l’Europa annuncia cinicamente i suoi piani per un “capitalismo verde” attraverso la decarbonizzazione e la produzione di auto elettriche, le sue aziende stanno distruggendo brutalmente l’ambiente e la vita dei popoli dell’America Latina attraverso le loro politiche estrattive.

L’estrazione del litio è altamente inquinante e distruttiva per l’ambiente. Per ottenere una tonnellata di questo materiale sono necessari milioni di litri d’acqua. Per questo motivo, le comunità native del nord dell’Argentina denunciano il saccheggio dei loro territori e dell’acqua. Le compagnie minerarie estraggono le risorse naturali e realizzano profitti milionari, mentre i lavoratori e gli abitanti di queste regioni sprofondano nella povertà. Jujuy è un esempio in questo senso, una “provincia ricca con lavoratori poveri” come denunciano Alejandro Vilca e Natalia Morales del PTS nel Frente de Izquierda. Vilca è deputato nazionale e fa parte della lista che, in accordo con Izquierda Socialista (IS), propone Myriam Bregman come precandidata a presidente e Nicolás Del Caño come precandidato a vicepresidente nelle incombenti elezioni primarie (PASO) come formula per il FIT-U.

 

Le multinazionali fuori da Jujuy e dall’America Latina

Tutti i partiti borghesi, dal peronismo, al radicalismo e all’estrema destra di Milei, hanno la politica di continuare a consegnare i beni naturali alle grandi multinazionali e di convalidare il saccheggio per pagare il debito pubblico illegale, illegittimo e fraudolento con il FMI.

L’unica forza politica che denuncia questa resa e partecipa alla lotta di piazza è il Frente de Izquierda Unidad. Il ruolo dei membri dell’Assemblea Costituente del PTS è stato fondamentale per fare emergere la frode di Morales con l’approvazione esplicita della riforma, che viene respinta nelle strade. Hanno anche rivendicato uno sciopero generale a sostegno della lotta dei lavoratori e del popolo di Jujuy, oltre alla necessità che i settori in lotta si organizzino in un’assemblea di lavoratori, popoli nativi e settori in lotta.

Inoltre, il Frente de Izquierda Unidad è l’unica forza politica che propone una via d’uscita totalmente diversa. Alejandro Vilca, Natalia Morales, Gastón Remy e Keila Zequeiros, dirigenti del PTS, hanno presentato una proposta di nazionalizzazione sotto il controllo dei lavoratori e delle comunità per porre fine al saccheggio estrattivista e gestire l’attività mineraria in modo sostenibile. La loro proposta di nazionalizzazione del litio ribalta le priorità, mettendo in discussione il sistema di saccheggio economico e i metodi estrattivisti che minacciano l’acqua.

La nazionalizzazione delle compagnie minerarie sotto il controllo dei lavoratori e delle comunità indigene è l’unico modo per riorganizzare la produzione in modo socialmente significativo ed evitare il forte impatto sulla natura che queste attività generano.

Per questo diciamo: basta con la repressione! Basta con le imprese imperialiste a Jujuy e in America Latina! Cancellazione immediata del debito estero! Basta con il FMI! Viva la lotta delle comunità indigene e della classe operaia!

 

Révolution Pemanente (Francia), Corriente Revolucionaria de Trabajadores y trabajadoras – CRT (Stato spagnolo), Revolutionären Internationalistischen Organisation – Grupo RIO (Germania), Frazione Internazionalista Rivoluzionaria – FIR (Italia)

La FIR è un'organizzazione marxista rivoluzionaria, nata nel 2017, sezione simpatizzante italiana della Frazione Trotskista - Quarta Internazionale (FT-QI). Anima La Voce delle Lotte.