Meloni rilancia la retorica dell’ “aiutiamoli a casa loro” con il piano Mattei, un progetto spacciato come una novità, ma che ricalca l’impianto neocolonialista tipico dell’occidente (e dei partiti istituzionali di ogni colore) nei confronti dell’Africa. Un dossier di articoli della Vdl.it per capire l’imperialismo in Africa.


Lunedì il governo di Giorgia Meloni ha incontrato a Roma i leader di varie nazioni dell’Unione Africana. Il tema della conferenza era la presentazione del “Piano Mattei” per l’Africa, nelle intenzioni dell’esecutivo un programma di investimenti per rilanciare lo sviluppo del continente e prevenire i flussi migratori verso l’Europa. Il centro-sinistra critica il governo perché il progetto non è chiaro e le risorse previste sarebbero insufficienti.

Il problema di fondo è invece che il programma ricalca l’impostazione neo-coloniale tipica dei centri imperialisti occidentali; un’impostazione perfettamente condivisa dal Partito Democratico, in quanto espressione dei grandi gruppi capitalistici italiani, e che i 5Stelle, non sanno ne vogliono criticare alla radice. Essa si basa su investimenti esteri che  distorcono le economie africane verso materie prime (o al limite manufatti a basso valore aggiunto) e progetti infrastrutturali che generano indebitamento. Tutto ciò ha l’effetto di accrescere la dipendenza economica del continente e  favorire quegli stessi processi di impoverimento, spossessamento, ma anche distruzione ambientale e conflitto, che generano le migrazioni.

Se è vero che l’Italia gioca un ruolo nel complesso minore rispetto a USA, Cina (ma anche Francia), essa ha interessi imperialisti non indifferenti in Africa, e in particolare in Nord Africa. Con il piano Mattei, in buona parte affidato a sostenere con soldi pubblici investimenti legati a colossi come ENI e Impregilo (ora WeBuild), Meloni cerca quindi di allargare il “posto al sole” dell’Italia nel continente. La speranza è quella di approfittare del ridimensionamento delle forniture di idrocarburi dalla Russia per rafforzarsi come snodo strategico nello sfruttamento delle risorse energetiche dell’Africa.

Un altro obiettivo è evidentemente siglare nuovi accordi per favorire i rimpatri e il blocco delle partenze dei migranti. In barba all’uscita retorica del presidente dell’Unione Africana, il ciadiano Faki, che ha chiesto a Meloni di “passare dalle parole ai fatti” e di “ascoltare di più l’Africa” (senza però denunciare il neocolonialismo), le elites politiche ed economiche africane sono in questo momento particolarmente bisognose di influssi finanziari dai paesi occidentali a causa del forte indebitamento, peggiorato dall’aumento dei tassi di interesse da parte delle banche centrali UE e USA.

Comprendere queste dinamiche non serve solo a denunciare quanto sia “malvagio o ipocrita” l’Occidente, magari sperando in attori geopolitici revisionisti come la Russia, o sfidanti, come la Cina, bensì è cruciale per ricomporre la classe lavoratrice in Italia, Europa e a livello internazionale. Una caratteristica chiave del piano Mattei è infatti di utilizzare le istanze ecologiste per dividere i lavoratori in occidente da quelli nei paesi africani. Molti investimenti programmati da ENI sono infatti legati al solare, a scapito però delle risorse idriche di paesi come il Marocco e la Tunisia (i pannelli solari necessitano di moltissima acqua per essere puliti dalla sabbia e continuare a funzionare). È chiaro invece, come le politiche di  espulsione ed “esternalizzazione delle frontiere”  a contro-partita degli “aiuti” economici servano per rendere più ricattabile la forza-lavoro migrante.

Proseguiamo quindi con i link a una serie di articoli di approfondimento dal nostro sito.

L’imperialismo UE in Nord Africa e il ruolo dell’Italia. Un’analisi del ruolo imperialista dei paesi dell’UE, e in particolare dell’Italia, in Nord Africa, per smentire la retorica del “Piano Mattei” secondo cui il ‘nostro’ paese avrebbe un approccio differente allo sviluppo. L’articolo approfondisce anche il tema della competizione tra centri imperialisti occidentali e nuove potenze come Cina, Turchia e Paesi del golfo. Si parla infine dei progetti energetici di ENI in Nordafrica, sottolineandone l’impatto economico ed ecologico negativo per le masse della regione.

Tunisia: gli interessi imperialisti di Italia e Team Europe a supporto del regime di Saied. Approfondimento sul rapporto tra politiche economiche imperialiste, sostegno al regime dittatoriale di Saied e attacco agli immigrati.

Aiutiamoli a casa loro… Per sfruttarli meglio. Un’analisi dei rapporti tra le politiche economiche e gli investimenti dei paesi imperialisti, e i processi di spossessamento, proletarizzazione e aumento della dipendenza economica della Nigeria. Nell’articolo del 2017, si critica anche una proposta simile al “Piano Mattei” già fatta dal governo Renzi.

L’Africa in fibrillazione nello scontro tra potenze. La competizione tra centri imperialisti tradizioni, e nuove potenze come Russia e Cina, sembra avere aperto spiragli per una sfida al predominio occidentale in alcuni contesti, come il Niger e il Burkina faso. Nell’articolo si danno alcuni spunti per capire la portata e i limiti del processo. 

Giornale militante online fondato nell'aprile 2017.
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