In Europa l’attacco del Capitale contro i salari diretti e indiretti ha portato a processi di polarizzazione, dove oltre a risposte a destra si sono manifestante anche a sinistra, così come alla nascita di nuovi fenomeni politici.

Ad esempio, sono crollati in alcuni casi i vecchi partiti riformisti tradizionali del proletariato e sono sorte nuove organizzazioni sia populiste che riformiste. In particolare a sinistra si sono formulate diverse opzioni: Podemos in Spagna, Syriza in Grecia, Bloqueo de Esquerda in Portogallo e l’ascesa di Corbyn nel Partito Laburista inglese.

I gruppi dirigenti della sinistra in Europa ribadiscono che – a loro avviso – l’unica alternativa possibile alle politiche dominanti sia quella del riformismo e che non vi sia la possibilità di costruire una opzione rivoluzionaria indipendente per lavoratori, giovani e masse oppresse. Ciò poichè – a loro parere – questa opzione sarebbe considerata “di nicchia” e non comprensibile, motivo per cui se proprio si vuole sviluppare una prospettiva rivoluzionaria lo si deve fare cedendo sui principi strategici per rafforzare programmi e prospettive riformiste, compatibili col sistema capitalistico.

Questa visione – sostenuta da tutti i partiti comunisti stalinizzati dagli anni ’30 in poi – risale al vecchio Fronte Popolare, una strategia perdente che Molotov, Stalin e Togliatti imposero a tutti i partiti della Terza Internazionale e che portò alla sconfitta di due rivoluzioni (la Resistenza italiana e la Guerra Civile spagnola) consegnando il potere ai padroni e disarmando gli operai dinanzi ai capitalisti e alle loro truppe.  Questa visione poneva in essere la teoria del “socialismo per tappe”, dove la conquista di democrazie avanzate avrebbe aperto la strada alla vittoria del socialismo (in un solo paese), pertanto – secondo le direttive della III Internazionale – era necessario fare fronte con le forze della borghesia contro le destre e i fascismi. Un piano anti-strategico che ha portato ovunque in Europa all’imborghesimento di tutti i partiti comunisti e alla loro trasformazione in partiti che garantivano lo Stato borghese.

Il mondo cambia, i fenomeni politici mutano, ma restano le leggi generali che muovono l’economia e la società, motivo per cui la sinistra europa odierna, seppur con forme di espressione diverse, ripercorre questa strategia.

Esistono, però, anche alcuni esempi dove la polarizzazione del conflitto ha espresso forme di rappresentanza e di prospettiva di tipo rivoluzionario, non a caso totalmente snobbate dalla sinistra europea. La più importante è sicuramente il Frente de Izquierda y de los Trabajadores (FIT) in Argentina.

Il FIT è un fronte elettorale composto da partiti d’ispirazione marxista rivoluzionaria che rivendicano un programma di trasformazione socialista della società. È un cartello composto da svariate organizzazioni, ma principalmente da tre partiti d’ispirazione trotskista: il Partido de los Trabajadores Socialistas (di cui è sezione simpatizzante la Frazione Internazionalista Rivoluzionaria in Italia), il Partido Obrero (partito del coordinamento di cui faceva parte il PCL italiano poi espulso) e Izquierda Socialista.

Questi partiti hanno un radicamento relativo ma significativo nel movimento operaio. Hanno delle divergenze strategiche molto importanti che non permettono una loro fusione, ciò tuttavia non gli ha impedito di fare un accordo elettorale per provare a polarizzare su un programma anticapitalista le avanguardie del movimento operaio e del resto della società.

Il lettore italiano sarà portato a pensare che sia una sinistra legata al chavismo, a Morales, a Lula e agli altri personaggi delle socialdemocrazie del latinoamerica. Invece no. Il FIT è a sinistra delle socialdemocrazie del cosidetto “socialismo del XXI secolo” e si presenta come alternativa strategica ad esso, non come suo alleato.

Il FIT, infatti, lotta si contro Macri e il governo di destra, ma non dal versante del kirchnerismo, bensì per dare un’alternativa anticapitalista alla classe operaia, alla gioventù e alle donne sia a Macri che al partito della Kirchner.
Questo cartello della sinistra anticapitalista alle passate elezioni ha ottenuto 1,2 milioni di voti ed è riuscito ad eleggere 2 deputati nel parlamento nazionale (Nicolas Del Cano e Myriam Bregman del PTS) e 40 nelle province (l’Argentina è uno Stato federale).

Si è presentato in 22 delle 24 province e ha ottenuto più di 500 mila voti nella provincia di Buenos Aires, città dov’è concentrata la maggioranza della classe operaia industriale. A Jujuy è stato eletto Alejandro Vilca, operaio che ha conquistato il 18,3% dei voti sfidando il candidato del peronismo nella capitale provinciale.

I deputati del FIT sono dei tribuni rivoluzionari del proletariato nel parlamento della borghesia. Il loro ruolo è da un lato denunciare le politiche dei padroni e dall’altro utilizzare la visibilità per rafforzare una prospettiva socialista e rivoluzionaria con influenza tra le masse, al fine di smascherare gli inganni, le bugie e le illusioni dei padroni e dei loro partiti.

Il FIT si è fatto carico di lanciare importanti mobilitazioni a cui hanno partecipato centinaia di migliaia di persone contro le politiche di austerità del Governo Macri, mantenendosi indipendenti sia dagli schieramenti di centro destra che di centro sinistra, come nel caso dell’assassinio di Santiago Maldonado, della lotta degli operai della PepsiCo, della riforma delle pensioni o delle mobilitazioni delle donne contro la violenza patriarcale, dove Myriam Bregman è sempre presente.

In tutte queste mobilitazioni i deputati del FIT sono stati in prima fila subendo anche la repressione delle forze di polizia. All’atto della proclamazione dei nuovi deputati al parlamento, essi non giurano sulla costituzione dello Stato borghese ma sulla fedeltà alla classe operaia e alla causa della rivoluzione socialista.

Ciò che rende il Frente de Izquierda un esempio per l’intera sinistra mondiale è che si fonda su un programma basato sull’indipendenza e l’autonomia dei lavoratori dai padroni e dai loro partiti, sulla necessità di un governo operaio (dittatura del proletariato) in rottura coi governi borghesi e sull’autorganizzazione di massa.

Questo fronte è riuscito a crescere perchè ha saputo coniugare il terreno nelle lotte dei lavoratori con quello della battaglia per l’egemonia sulle altre classi della società, cosa che a sinistra in Italia e in Europa le organizzazioni che si reputano rivoluzionarie non vogliono o non sanno fare: alcune si dedicano esclusivamente alla lotta economica sviluppando una politica da sindacalismo rivoluzionario o economicista, altre fanno soltanto la battaglia di propaganda senza intervento tra i lavoratori. Entrambi di questi metodi mancano di strategia, sono cioè anti-strategici, non hanno una guida per l’azione per portare la classe operaia al potere.

Il PTS, il più importante partito del FIT in Argentina, ha coniugato questi due piani (strutturale e sovrastrutturale) e li ha uniti a una grande capacità dinamica nel fare propaganda. I suoi metodi di comunicazione sono all’avanguardia e riescono a competere con la stampa borghese nazionale. Il PTS ha fondato il giornale digitale La Izquierda Diario – una rete internazionale presente in 11 paesi e scritta in 5 lingue. Il quotidiano argentino della LID ha milioni di visualizzazioni al mese e vi partecipa una rete di collaboratori sempre più influente tra i giovani. Non a caso Nicolas Del Cano, il principale candidato del FIT e militante del PTS, è risultato il più votato dai giovani al di sotto dei 35 anni, cioè da quel settore che più risente della povertà, della mancanza di prospettive lavorative e delle politiche di austerity.

Il FIT in Argentina è un esempio per l’intera sinistra mondiale, perchè fonda la sua forza non sul compromesso con le forze della borghesia di sinistra e sul programma di questa, ma sulla centralità e l’indipendenza della classe operaia e degli oppressi tutti per un’alternativa di governo e di società. Non semplicemente un “governo di sinistra”, ma dei lavoratori. Ma questo successo sarebbe stato impossibile senza un lavoro costante d’intervento nelle lotte di classe per conquistare le avanguardie a questa prospettiva.

Un percorso che pone come base di discussione anche la questione del Fronte Anticapitalista in Italia, la cui necessità di sviluppo e prospettiva è divenuta di fondamentale importanza.

Douglas Mortimer

Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.