Sin dal 2015, data della conquista del potere da parte del partito ultraconservatore “Diritto e Giustizia” [Prawo i Sprawiedliwość, abbreviato in PiS] dei fartelli Kaczynski, i polacchi scendono regolarmente in piazza per manifestare contro le politiche del governo. Dopo le manifestazioni contro l’approvazione delle restrizioni alla libertà di stampa e al diritto all’aborto, i polacchi sono scesi di nuovo in piazza il 25 e 26 giungo contro gli attacchi del governo all’indipendenza della giustizia. Nei loro slogan, chiedono un intervento dell’Unione Europea che tuttavia si dimostra assai accomodante col governo e con il PiS, con cui il Partito Popolare Europeo (PPE) è addirittura in procinto di stipulare un’alleanza in vista delle elezioni del prossimo anno, per conservare la maggioranza.

Il caso polacco dà un’ulteriore conferma della tendenza generale dell’accentramento del potere statale nelle mani dei governi a danno di magistratura e parlamenti, con forme sempre più autoritarie e reazionarie di una democrazia borghese in crisi un po’ ovunque.


Un rapporto di Amnesty International ha lanciato l’allarme. La Polonia del PiS, partito ultraconservatore al potere dal 2015, è scossa dalle manifestazioni. Motivo delle manifestazioni sono i ripetuti attacchi del governo che vuole controllare i media, la giustizia e le piazze. Repressione sistematica, violenza della polizia, repressione legale, nulla è risparmiato alle migliaia di persone che in Polonia difendono i propri diritti. Lunedì 25 e martedì 26 giugno i polacchi si sono radunati in cento città del paese per manifestare contro la riforma della giustizia. Il governo vuole mandare in pensione anticipata oltre un terzo dei giudici della Corte Suprema Polacca a partire dal 3 luglio prossimo. Con l’approvazione di questa legge decadrà non meno del 40% degli attuali giudici della Corte e il governo sarà libero di nominare nuovi giudici vicini al PiS dal momento che, grazie all’ultima riforma della giustizia, spetta il governo nominare i giudici della Corte Suprema.

Le pressioni del potere politico sulla giustizia sono costantemente aumentate negli ultimi anni in Polonia, paese in cui la repressione e la sorveglianza della polizia avvengono ormai in assenza di qualsiasi controllo. Questo nuovo progetto di destituzione dei giudici della Corte Suprema mostra ancor di più la natura autoritaria delle autorità polacchep. Da quando il PiS è salito al potere, le manifestazioni di piazza sono state regolarmente proibite, ma solo se si tratta di manifestare contro il governo. I gruppi di estrema destra e i gruppi fascisti invece sono autorizzati a manifestare e sono addirittura protetti dalle autorità e dalle forze dell’ordine.

Fin ad oggi, i manifestanti sottoposti a fermo di polizia da parte delle autorità sono stati regolarmente rilasciati. Ma d’ora in avanti, con questa nuova composizione della Corte Suprema, dovremo aspettarci un drastico cambiamento per quanto riguarda il pronunciamento dei tribunali. La giustizia sarà al soldo del PiS e protestare in piazza significherà esporsi alla repressione fisica e giudiziaria.

I giudici polacchi invitano la popolazione a manifestare contro il potere. Il giudice Igor Tuleya, che partecipa alle proteste, viene intervistato dal quotidiano francese “La Croix”. E dalle colonne del giornale chiama alla mobilitazione. “Se i polacchi stessi non impediranno queste cosiddette riforme, non esisterà più in Polonia l’indipendenza della giustizia”. Ma il cuore la questione delle manifestazioni in Polonia sta in realtà nello scontro tra il fronte antieuropeista e quello pro-Europa. L’opposizione si unisce par lanciare un appello comune all’UE perché faccia pressione sul governo. Ma la data delle prossime elezioni europee si avvicina rapidamente e non affatto certo che i principali governi europei siano disposti a schierarsi contro i fratelli Kacynsky.

L’UE abbandonerà i cittadini polacchi in nome della realpolitik?

Da 15 anni i conservatori hanno la maggioranza al Parlamento Europeo. Le elezioni del 2019 si annunciano più complesse, perché i conservatori del PPE perderanno voti in parte a vantaggio delle formazioni di estrema destra, e in parte a vantaggio delle formazioni centriste liberali. Con la Brexit e l’uscita dal Parlamento Europeo dei conservatori britannici alleati del PiS, il partito polacco ha iniziato un percorso di avvicinamento ai conservatori del gruppo del PPE. La CDU-CSU di Angela Merkel sta facendo tutto il possibile perché il partito PiS possa aderire al gruppo del PPE già dalle elezioni del 2019.

Secondo “Libération”, per avvicinare il PiS, il presidente della Commissione Europea Junker e il tedesco Martin Selmayr, segretario generale della Commissione, vorrebbero lasciar cadere le procedure di sanzione contro la Polonia, accusata di gravi violazioni dello Stato di diritto.

Il vice-presidente della Commissione Europea Frans Timmermans è volato a Varsavia per chiedere alcune modifiche alla riforma, ma il governo polacco gli ha opposto un secco rifiuto. Abbiamo ragione di credere che i conservatori europei non abbiano nessuna intenzione di spingersi oltre per non compromettere la possibilità di restare il primo gruppo al Parlamento Europeo anche dopo le elezioni del 2019.

I conservatori del parlamento europeo stanno vendendo l’anima ai populisti di estrema destra per conservare il loro potere su scala europea e questo a scapito dei cittadini polacchi che coltivano speranze illusorie sulla natura dell’Unione Europea e sulla sua maschera democratica. Se il governo del PiS è stato costretto a modificare la legge che avrebbe proibito l’aborto non è stato per merito dell’intervento della UE, ma solo grazie ai polacchi ed alle polacche che sono scesi in piazza mostrando una determinazione fuori dal comune per far retrocedere il governo dalla sue posizioni.

 

Sadek Basnacki

Traduzione di Ylenia Gironella da Révolution Permanente

 

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