Negli ultimi mesi si è parlato, su tutti i giornali, della crisi economica dovuta alla pandemia e conseguenti lockdown in tutti i paesi. Gli Stati hanno elargito a pioggia finanziamenti e aiuti economici in risposta alle pressioni, talvolta addirittura isteriche, di aziende piccole ma anche grandi multinazionali. Quindi la crisi economica dovuta alla diffusione del Covid 19 ha colpito tutti, senza distinzione di classe sociale? I dati, prevedibilmente, dicono qualcosa di molto diverso.


Secondo l’analisi del centro di ricerca dell’Institute Policy Studies (sede a Washington DC), basato sulle classifiche dei miliardari più ricchi del mondo Bloomberg e Forbes, i padroni negli USA hanno, nel periodo di picco della crisi sanitaria, aumentato la propria ricchezza di 283 miliardi di dollari. In particolare il gigante della logistica Amazon di Jeff Bezos (che risulta ancora l’uomo più ricco del mondo) e la Tesla di Elon Musk (con un impressionante salto in avanti che ha quadruplicato il proprio patrimonio) vedono i propri profitti letteralmente volare.

Ma non ci sono solo i padroni, secondo l’istituto di ricerca americano Economic Policy Institute (fonte), la crescita dei titoli azionari ha trascinato anche gli stipendi dei CEO e AD statunitensi che vedono lievitare le proprie remunerazioni oltre trecento volte quelli di un operaio “semplice”. Interessante il fatto che l’unica volta in cui questa forbice è stata tanto ampia fu alla vigilia della crisi economica del 2008 dovuta allo scoppio della bolla immobiliare.

Da contraltare a questa enorme accumulazione di ricchezza c’è l’impoverimento delle famiglie di lavoratori separati da un abisso sempre più grande di milioni (mensili) rispetto ai propri “capi”. Insomma stiamo assistendo all’ennesima prova inconfutabile della disuguaglianza su cui posa la base di tutta la società capitalista, persino di fronte alla crisi sanitaria. No, non è vero che siamo tutti ugualmente colpiti, né nella possibilità di ammalarsi (che sono evidentemente più elevate per un operaio costretto in una fabbrica di quanto non lo siano i supermanager o padroni al sicuro nell’isolamento dei propri lussuosi attici e uffici) né nelle condizioni di vita complessivamente intese.

La disoccupazione causata dalla crisi economica, l’abbattimento dei salari con l’utilizzo delle casse integrazioni, l’impossibilità anche solo di farsi sfruttare a nero per via dei lockdown hanno distrutto la vita di milioni di proletari, mentre chi comanda questa società e dovrebbe quindi essere il primo responsabile del suo andamento si è arricchito vergognosamente, questo dicono i numeri nel paese leader (almeno per ora) del capitalismo mondiale.

 

CM