Un giovane lavoratore del commercio ci ha scritto delle sue considerazioni, e noi le pubblichiamo volentieri essendo una ricca fonte di spunti, sulla settimana lavorativa organizzata in assenza del direttore del negozio dove è assunto.

In ogni luogo di lavoro si da per scontato che non si possa organizzare lo stesso senza che un direttore (o un’altra figura simile) non faccia un piano dei turni lavorativi settimanali. Voglio farvi partecipi della settimana nel mio luogo di lavoro dove, in assenza del direttore, noi operai ci siamo organizzati per il normale svolgimento della settimana lavorativa.

Tutto è iniziato quando, un Bellissimo giorno, ci è stato comunicato che il direttore, assentandosi per più di una settimana, avrebbe lasciato al vicedirettore il compito di fare i turni dei reparti e gli incastri di ogni singolo operaio per far si che il lavoro procedesse senza interruzioni della produzione. Colui che ha scritto i turni (il vicedirettore), ha avuto il ruolo, oltre che di direttore, di firmare e controllare la merce in arrivo ed il recapito agli uffici aziendali, ma tolto ciò ha sempre svolto un lavoro da operaio semplice, era insomma un normale lavoratore con mansioni anche di organizzazione.

Il direttore è esclusivamente una figura di controllo degli operai. Il suo ruolo è quello di far si che il lavoro proceda nel migliore dei modi e nel minor tempo possibile, così che ognuno di noi, avendo questa figura di controllo, sia sempre conscio del fatto che quando lavora deve produrre senza interruzioni e perdite inutili di tempo per accrescere il valore del lavoro, questo sentirsi sempre controllati da un “capo” si trasforma per noi lavoratori in stress e alienazione. In questo caso specifico, nell’ambito del commercio, non deve mancare l’ordine della merce esposta sugli scaffali, nei frigoriferi, sui banchi di gastronomia, macelleria, pescheria ed ortofrutta, non deve poi mancare la cordialità nella vendita e la pulizia all’interno del supermercato. Tutte considerazioni e atti pratici idonei a chi lavora a contatto con il pubblico. Quindi su questo niente da obiettare. Si potrebbe pensare, quindi, che la settimana nella quale il direttore si è assentato l’organizzazione del lavoro fosse andata a farsi benedire. Niente affatto! I turni organizzati dai due operai, hanno fatto si che fossero i lavoratori ad eseguire il loro lavoro esattamente come e meglio di quando c’era il direttore che ne controllava l’andamento. Ogni operaio ha eseguito il proprio compito in maniera professionale, senza l’ansia di chi viene quasi ogni giorno assillato, umiliato o solo tenuto sotto controllo da un “capo” vicino al padrone. Abbiamo dimostrato che possiamo gestire al meglio il nostro lavoro e che non ci è necessaria la figura di un direttore come ci dicono, come se il lavoratore, consapevole dei propri limiti e delle proprie capacità lavorative ed intellettive, in assenza del controllore (direttore), non riuscisse nel compito assegnatogli o nella scelta individuale di servire il cliente nel modo migliore. I modi di rapportarsi con la persona, in questo caso il cliente del negozio, non cambiano per la presenza o l’assenza di controllo “dall’alto”, cambiano nel momento in cui lo stress lavorativo è alto, quando si hanno già problemi fuori dal luogo dove si lavora, ad esempio dover correre per organizzare i modi e i tempi per prendere i figli a scuola o quant’altro. Insomma già la vita è difficile, in più abbiamo il problema anche dello stress lavorativo. L’impossibilità di organizzarsi la vita fuori dal lavoro diventa difficile da realizzare, perché i turni di alcune giornate iniziano al mattino e finiscono per l’ora di cena. Ci si priva così di momenti insieme ad amici e parenti, allo svago o allo studio. Tutto questo non è accaduto nella settimana organizzata da noi operai, dove ognuno faceva un turno giornaliero,o di mattina o solo di sera oppure iniziava a tarda mattinata e finiva nel primo pomeriggio. Abbiamo constatato noi operai che è possibile lavorare bene senza fare turni troppo lunghi o sbilanciati, così che la vita al di fuori del lavoro fosse degna di essere vissuta pienamente, con ancora le forze per fare altro, liberi mentalmente e non stressati da turni eccessivi e, in fin dei conti, controproducenti.

Di Vanja